SCHERZO s.m.

0.1 ischerzo, scherço, schersso, scherzi, scherzo.

0.2 Da scherzare (DELI 2 s.v. scherzare).

0.3 Poes. ann. bologn., 1339: 1.

0.4 In testi tosc.: Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.) Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

In testi sett.: Poes. ann. bologn., 1339.

0.5 Locuz. e fras. da scherzo 1.1; non essere scherzo 3.2; non fare scherzo 3.1; non parere scherzo 3; scherzo di natura 2.1.

0.7 1 Occasione di gioco, divertimento o burla. 1.1 Locuz. agg. Da scherzo: capace di suscitare ilarità. 1.2 Accostamento giocoso di persone o animali. 2 Azione scorretta ai danni di qno; circostanza casuale, per lo più spiacevole. 2.1 Fras. Scherzo di natura: carattere deforme di una parte del corpo. 3 Situazione facile da affrontare e di poco conto. Fras. Non parere scherzo. 3.1 Fras. Non fare scherzo: innescare conseguenze critiche. 3.2 Fras. Non essere scherzo: avere consistenza reale.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 03.10.2014.

1 Occasione di gioco, divertimento o burla.

[1] Poes. ann. bologn., 1339, No me despiace, 3, pag. 54: No me despiace che talvolta hom provi / l'amaritudine del tempo eversso, / però che tutor non par solaço né schersso, / ançi è più poncente che rovj.

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1386] 145.86: Per andar dretto - al mondo / talora el biondo - getta al fondo - el vechio, / sì che 'n cotesto spechio - senza scherzo / ogni guerzo - si miri et ogni zoppo / porti 'sto groppo - ginto...

1.1 Locuz. agg. Da scherzo: capace di suscitare ilarità.

[1] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis, 19, pag. 265: Ingiuria da corruccio, e non da scherço, / Avenir questo a me, s' i' fossi in cielo / Non dirò primo, ma secondo, o terço!

1.2 Accostamento giocoso di persone o animali.

[1] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 3, pag. 193.3: i motti e le parole disoneste e dissolute, che hanno a corrompere e viziare l'onestà e' buoni costumi; i giuochi, i toccamenti, i ruzzi e gli scherzi delle mani...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 22.45, pag. 151: Tu vedi ben come mi sforzo e sferzo / venire al fin di questa trista schiatta, / che fun peggior che gli orsi in ogni scherzo.

2 Azione scorretta ai danni di qno; circostanza casuale, per lo più spiacevole.

[1] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 87, pag. 713.31: e cche agevolemente potea avenire che perseverando in cotali pensieri con opera, forse che un giorno il popolo li farebbe un sozzo scherzo, al quale non potrebbono porre riparo né signori né otto.

[2] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 172.6: Però che avendo preso uno de' maggiori e migliori masinadieri che fossono dentro, il quale si riputava facesse più danno a' nemici che niuno altro, ma spesso facea di mali scherzi a di que' dentro...

[3] A. Pucci, Reina, a. 1388 (fior.), III, ott. 50.7, pag. 271: Intendo dirvi nell' altro cantare / come vi pose l'oste di gran vaglia / e come vendicò sí fatto scherzo.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 226, pag. 585.26: Alcuna inframessa è da dare a questi inganni, però che le più volte n' escono cattivi scherzi...

[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 204.76, pag. 239: E, morto il padre lor<o> come si narra, / furono re, ma poco durò 'l scherzo, / regnando prima l'uno e l'altro retro...

2.1 Fras. Scherzo di natura: carattere deforme di una parte del corpo.

[1] Valerio Massimo (red. V2), c. 1346 (tosc.), L. I, cap. 6 strani, pag. 29v.11: Or non sono da credere quelle cose che seguitano essere state scherzi di natura ne li corpi umani e comportevoli, però che furono sanza crudeltà e pur sono finalmente da anumerare in miracoli? || Cfr Val. Max. 1, 8, ext. 12: «Quid? illa nonne ludibria naturae in corporibus humanis fuisse credenda sunt...».

3 Situazione facile da affrontare e di poco conto. Fras. Non parere scherzo.

[1] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 21.64, pag. 57: Il quart' è d'ogni mercena' lo 'nganno. / Dunque non è da aver per ischerzo / La 'ngïustizia, anz' è ben da temere, / Secondochè colle mie rime sferzo.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 38, terz. 63, vol. 2, pag. 161: fe falsar la moneta, e quì fu matto, / e fella peggiorar tanto, che 'l terzo / valse di quel, che valea innanzi tratto: / onde alla gente ciò non parve scherzo, / e molti Fiorentin ne fur diserti; / per tornare a Coltrai omai mi sferzo.

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 141.79, pag. 133: e non dugento, ma dugento mille / fu cotal turba a passar oltre mare. / Tal oste agl'infedel<i> non parve scherzo: / Tripoli, Antioccia e le lor ville, / Acri e Jerusalem feron tornare / sotto i Cristiani.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 212, pag. 551.11: Oimè, oimè! che io comincio a diventar lupo! - e aprendo la bocca verso l'abate. All'abate non parve scherzo; levasi in piede e fugge verso la sagrestia.

3.1 Fras. Non fare scherzo: innescare conseguenze critiche.

[1] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 5, 38.3, pag. 68: Però ch'e' disse ch[e] al giorno terzo / senz'alcun fallo [ri]susciterebbe, / se se n'andasse, non farebbe scherzo; / chi dietro mai poscia [g]li anderebbe?

3.2 Fras. Non essere scherzo: avere consistenza reale.

[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 19.118, pag. 132: Cossì parlando gli venne da presso / un nuvolo lucente, et non fue scherço, / che con la luce sua tanto gli obumbra, / che ive dritto se cernea né guerço.