LUPA s.f.

0.1 lopa, lova, lupa, lupe.

0.2 V. lupo.

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Fiore, XIII u.q. (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.); Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.).

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Ugolino da Fano, XIV pm. (fan.); Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.); a Apologhi reat., XIV; Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 [Zool.] Femmina del lupo, caratterizzata tradizionalmente dalla ferocia e dall'estrema voracità. 1.1 [In similitudini o in contesto fig., con rif. alla natura feroce e maliziosa o all'insaziabile voracità considerate tipiche dell'animale]. 1.2 [Con rif. alla leggenda di Romolo e Remo].

0.8 Elisa Guadagnini 07.03.2016.

1 [Zool.] Femmina del lupo, caratterizzata tradizionalmente dalla ferocia e dall'estrema voracità.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 167.1, pag. 336: La lupa intendo che, per non fallire / A prender ella pecora o montone, / Quand'e' le par di mangiar [i]stagione, / Ne va, per una, un cento e più asalire.

[2] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 57, pag. 179.8: E quando il tempo della lussuria loro viene, molti lupi vanno dopo la lupa.

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 79, pag. 89.32: Lupa dovemo sapere che à in sé quelle medeseme nature e proprietà e figure che avemo dicto de sopra del lupo.

[4] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 65, vol. 1, pag. 88.20: Et qualunque pilliarà lupo o vero lupa ne la città et contado et giurisditione di Siena, el camarlèngo et IIIJ sieno tenuti dare a chi pilliasse, X soldi di denari per ciascuna lupa...

[5] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 328.5: La lupa vae a molte pecore, acciò che ne uccida una...

[6] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 18.10, pag. 439: Conviensi omai la lepre di guardare; / il leone e la lupa odi c'han fatto: / tes'han le reti e vòglionla pigliare.

[7] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 84, pag. 342.40: Né anco la lupa non ingenera mai mentre che la madre ène viva.

[8] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), tenz. 13, 3.8, pag. 797: io farò co' fuia / lupa c'ha i lupacchin, che fugge oltraggio.

[9] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (ii), par. 125, pag. 80.34: Manifesta cosa è la lupa essere animale famelico e bramoso sempre...

[10] Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.), L. III, pag. 526.8: Perché açonçi tu venen a li serpenti e dai lo pegorile ala rabiosa lova?

[11] a Apologhi reat., XIV, 20.2, pag. 378: [Di]sse la golpe engannatrice, / como iocta et lupa et grande manicatrice: / envitò la cicongna a manicare.

1.1 [In similitudini o in contesto fig., con rif. alla natura feroce e maliziosa o all'insaziabile voracità considerate tipiche dell'animale].

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 716, pag. 553: Eh Dieu, como le femene porta strania rasone, / e con' torna 'l so fato a rea condicïone! / S' ela 'n percaça dese, con lo peçor se pone: / lo 'semplo de la lova sì porta per rasone.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 1.49, vol. 1, pag. 10: Ed una lupa, che di tutte brame / sembiava carca ne la sua magrezza, / e molte genti fé già viver grame...

[3] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 1, pag. 92.5: il terzo [[vizio]] avarizia, formata in lupa, a significazione di sua bramosa e infinita voglia, sí come per lei tra gli altri animali di ciò golosamente sembianza si vede...

[4] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 1, 28-30, pag. 14, col. 2.13: Avarizia sí figura alla lupa; ... sí come la lupa è devoratrice dei altri animali, e mai no si sazia ... cossí l'avaro no s'adempie mai ní sazia...

[5] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 25, pag. 377: Et la lupa c' avendo ognor vuol piue / fu l' avaritia, che, per mantenere / hom la sua facoltà, il fa giacer giue.

[6] Ugolino da Fano, XIV pm. (fan.), 22n.1, pag. 686: L'antica lupa, che mai non remase / bever lo sangue de l'umane polpe...

[7] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 211-20, pag. 73.26: esse siccome rapide e fameliche lupe, venute ad occupare i patrimoni, i beni e le ricchezze de' mariti...

[8] Giannozzo Sacchetti (ed. Corsi), a. 1379 (fior.), II.41, pag. 378: e tu, Giovanna, sovra i suo figliuoli / se' fatta lupa fuor d' ogni ragione / e l' un tieni in prigione / con infinita pena e gravi duoli, / agli altri dimandando quel valsente / ch' al padre lor fu dato giustamente.

[9] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 2, par. 89, comp. 38.2, pag. 111: Arder d'amor mi face / quel Can che fuga la Lupa fallace.

1.2 [Con rif. alla leggenda di Romolo e Remo]. || Talvolta, seguendo una tradizione riportata anche da Livio e Lattanzio, lupa compare come denominazione di Acca Larenzia, moglie di Faustolo e nutrice dei gemelli, con rif. al suo essere una prostituta (cfr. lupanario).

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 71.24: Intando Faustulus li prese e portaoli ad Accam molgie soa a nnutrire et Ecca era piubica puctana [[...]] e tucte soe vicine la vocavano lopa e tucte le locora dove puctane stavano inperçò è dicto per quella lupanaria.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 35, vol. 1, pag. 98.4: a quella riviera si stava una meretrice comune, la qual femina si chiamava in latino Lupa. Trovati da costei li due fanciulli, preseli e nutricolli molto dolcemente.

[3] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 11.17: Alquanti sono che vogliono dire che Larenzia fosse malvagia femmina, e per tanto fu appellata lupa [intra i pastori]; e però ebbe luogo la favola ed il miracolo che la lupa avesse i fanciulli nodriti.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 12.28: Poi Romulo, allegro della rossa copertura della lupa notrice sua, elegierà gente...

[5] f Chiose a Ciampolo degli Ugurgieri, Eneide, XIV t.-q.d. (sen.), chiosa y, pag. 439.4: Elli fanciulli furo posti alla ripa del fiume; li quali trovò uno pastore che aveva nome Fasto, la cui moglie di nuovo era meretrice [[...]]; e so detti allevati dalla Lupa, cioè dalla meretrice, percioché Lupe si chiamano. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[6] Libro fiesolano, 1290/1342 (tosc.), pag. 47.22: Quelli li portò a Laurenzia sua moglie la quale per la sua belleza spesse volte fu tolta al marito e però era chiamata lupa, onde al dì d' oggi si chiamano i bordelli lupanari.

[7] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 155.18: Nella quale riva li dicti gemelli per alcuno tempo foro lactati da la vera lupa.

[u.r. 26.07.2022; doc. parzialm. aggiorn.]