PALESTRA s.f.

0.1 palestra, palestre, pallestra.

0.2 Lat. palaestra (DELI 2 s.v. palestra).

0.3 Dante, Rime, a. 1321: 1.1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Rime, a. 1321; a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 [Con rif. specif. alla Grecia e alla Roma antiche:] luogo in cui ci si esercita nella lotta, nell'atletica o nella ginnastica. [Gioco] Meton. L'attività atletica o ginnica. 1.1 Fig. Area in cui si esercita qsa o ci si prova in qsa.

0.8 Elisa Guadagnini 23.01.2016.

1 [Con rif. specif. alla Grecia e alla Roma antiche:] luogo in cui ci si esercita nella lotta, nell'atletica o nella ginnastica. [Gioco] Meton. L'attività atletica o ginnica.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Paris, pag. 143.39: egli vi rapie nel dilettoso gioco chiamato palestra, nel quale voi, all' usanza del vostro paese, ignuda con altre donne mescolate con giovani danzando vi dilettavate. || Cfr. Ov., Her., XVI, 151: «More tuae gentis nitida dum nuda palaestra / Ludis et es nudis femina mixta viris».

[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ero, pag. 182.14: Alcuna volta vi tengono le cortigiane piazze, e talora li guiderdoni dell' unta palestra, ove l' abbracciare fae piacente gioco. || Cfr. Ov., Her., XIX, 11: «Aut fora vos retinent aut unctae dona palaestrae...».

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 34.17: Lo sventurato Fedimo e Tantalo [[...]] aveano cominciato il giuoco della palestra, che si apartiene a' giovani. || Cfr. Ov., Met., VI, 239: «transierant ad opus nitidae iuvenale palaestrae».

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 203.28: Lo sventurato Fedi[m]o e Tantalo [[...]] avevano cominciato il giuoco della palestra...

[5] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. VII [Phars., VII, 250-336], pag. 125.33: gli giovani electi tra ' Greci saranno co' loro giuochi, e conoscenti dello studio della palestra e che a pena sostienente l'armi, e ' barbari disco[r]devoli alla mescolata turba... || Cfr. Luc., VII, 271: «Grais delecta iuventus / gymnasiis aderit studioque ignava palaestrae / et vix arma ferens...».

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 205.22: Parte di loro esercitano le membra in erbose palestre; e contendono ad joco, nella rossa rena provandosi. || Cfr. Verg., Aen., [VI, 642: «pars in gramineis exercent membra palaestris...».

[7] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 11, ott. 62.1, pag. 624: Ma poi nell' unta palestra Teseo / per virtù propria meritò l' onore, / però ch' al tempo suo me' ch' altro il feo...

[8] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 9, cap. 19, pag. 412.5: egli andava nel ginnasio col pallio e colle crepide e dava opera a' libelli e alle palestre... || Cfr. Liv., XXIX, 19, 12: «libellis eum palaestraeque operam dare...».

[9] Gl f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. I, cap. 6, pag. 21.28: Ma usanza è degli scrittori delle storie che volendo narrare il giuoco della palestra, cioè dove i campioni si pruovano, prima discrive le membra de' giucatori... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[10] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XVI, par. 9, pag. 689.14: Usavano gli antichi, e massimamente i Greci, molti giuochi e di diverse maniere, e questi quasi tutti facevano nelli lor teatri, acciò che da' circunstanti potessero esser veduti; e quella parte del teatro, dove questi giuochi facevano, chiamavan «palestra»; e, tra gli altri giuochi, usavano il fare alle braccia e questo giuoco si chiamava «lutta».

[11] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 11, 62.1, pag. 624.20: [Ma poi nell'unta etc.]: che giuoco sia quello de la palestra, è mostrato di sopra.

[12] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 41, pag. 458.19: [in lo] sudore de l'homo sì è salsedine e un puoco de amareça, maximamente quando el ven mesceò cum la polvere de la pallestra, in la qualle se exercita over çuoga li homini.

[13] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 16, pag. 426.14: E quando furono giunti a loro, feciono tutti e tre una rota di loro, et andavano in cerchio l'uno dietro all'altro, tenendo il volto riverso Dante, come andavano li campioni nudi et unti al giuoco della palestra anticamente, innanzi che s'afferrassono l'uno dietro all'altro, per pigliar vantaggio della presa.

[14] f De officiis volg., XIV/XV (tosc.), L. I, cap. 56, pag. 104.13: Imperocché i moti di coloro che giuocano alla palestra sono molto odiosi... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Cic., De off., I, 130: «Nam et palaestrici motus sunt saepe odiosiores...».

1.1 Fig. Area in cui si esercita qsa o ci si prova in qsa.

[1] Dante, Rime, a. 1321, 50a.9, pag. 195: Però nel cerchio de la sua palestra / liber arbitrio già mai non fu franco, / sí che consiglio invan vi si balestra.

[2] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 81.2, pag. 153: Io sum colui che vesto le verde arme / d'Amor al gioco de la sua palestra, / e qui ricevo colpi in la sinestra / pongenti et aspri, onde a pena so aitarmi...

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 5, pag. 365.26: O quanto è dubbiosa cosa nella palestra d'Amore entrare, nella quale il sottomesso albitrio è impossibile da tal nodo slegare, se non quando a lui piace.

[4] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 13, pag. 121.8: Fuggi degli occhi alle liete giovini, le quali ora tenendo i loro amanti in braccio nelle palestre di Venere essercitandosi, te rifiutano e odiano, ed entra negli occhi miei, che sola e abandonata, e vinta dalle lagrime e da' sospiri dimoro.