0.1 vergheggiar, vergheggiare, vergheggiate, vergheggiati.
0.2 Da verga.
0.3 Stat. sen., 1298: 1.1.
0.4 In testi tosc.: Stat. sen., 1298; <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>.
0.6 N Doc. esaustiva. || Si completa con vergheggiato.
0.8 Marco Maggiore 27.07.2017.
[1] Poes. an. pist.>march., XIV, 38, pag. 139: Vedem giustizia vilmente perire, / battere e vergheggiar le belle gote, / voltar le giuste rote / là 've la propria afflizion è bella.
1.1 [Tess.] Battere (la lana) con lo scamato o uno strumento affine.
[1] Stat. sen., 1298, dist. 1, cap. 67, pag. 180.16: Eccetto tegnitori, cardatori di panni e tessitori, o tenditori di lana o di stame, et gignori, e lavorenti ad uscia chiuse (salvo che non si possa báttare ad arco nè pectinare nè vergheggiare), e' quali non sieno tenuti di guardare le feste predecte.
[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), D. 122.5, pag. 244: Un marcennaio intende a grandeggiare [[...]]. / Deh fatel ritornare a vergheggiare, / come soleva fare anticamente, / ché, s' i' non sia del mi' capo dolente, / del su' fatto mi tien un gran cacare!
[3] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 5, cap. 9, vol. 2, pag. 135.20: e del suo legno, perocchè egli è durissimo e tenace, si fanno ottimi denti di mulino e manichi di martello e vette di coreggiati da battere il grano e le biade, e vette da vergheggiar la lana.