PAZZÌA s.f.

0.1 paccia, paççia, pachia, pachìa, pachij, pacia, paçia, paçìa, paczia, paczìa, pascia, passia, passìa, pazia, pazie, pazìe, pazzia, pazzìa, pazzía, pazzie; a: paçcia.

0.2 Da pazzo.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.); Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Simintendi, a. 1333 (prat.); x Mazz. Bell., Storia (ed. Zaccagnini), 1333 (pist.).

In testi sett.: Lucidario ver., XIV.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.) [c. 1340]; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Stat. Montecassino, XIV (luc.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Per ramo di pazzia > ramo.

Locuz. e fras. fare le pazzie 2; fare pazzia 2; fare pazzie 2; pazzia di mente 1; sentire di pazzia 1.

0.7 1 Alterazione della psiche che determina comportamenti irrazionali e talvolta socialmente pericolosi. 1.1 Fig. Stoltezza o mancanza di raziocinio che si traduce in comportamenti insensati. Estens. Dissennata temerarietà. 1.2 Sovreccitazione determinata dalla passione amorosa. 1.3 Fervore della mente indotto dal rapimento mistico. 1.4 Condizione di furore, aggressività o frenesia (anche dovuta all'eccitazione sessuale). 2 Atto scellerato o temerario degno di un insensato (anche al plur.). Fare pazzia / (le) pazzie: comportarsi come un folle. 2.1 [Rif. alla sfrenatezza del gioco infantile]. 2.2 Proposito dettato da follia o ira. 2.3 Idea delirante. Estens. Ciò che è degno di un folle.

0.8 Marco Maggiore 09.03.2018.

1 Alterazione della psiche che determina comportamenti irrazionali e talvolta socialmente pericolosi.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 3, pag. 208.3: ma 'l dolor ch'è d'antica cosa dé esser schernito e aviliato, perciò ch'egli è fatto per epocresia e apparenzia; anco per enfi[n]gimento; o egli è fatto per pazzia e matezza.

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 30, cap. 2, par. 6, pag. 447.3: Certi savj dissono che l' ira è brieve pazzia, perocché a modo di pazzia non tiene in balìa sé medesimo.

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 98, vol. 2, pag. 276.3: Et se alcuno de la città di Siena o vero de la giurisditione, di pazia o vero furore fusse tenuto, del quale alcuno potesse ragionevolmente dubbitare et da lui ricevere ingiuria...

[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 175.3: Ino piglia questo scoglio (la pazzia l'avea date forze); e non tardata per alcuna paura, gittò se e 'l suo figliuolo nel mare.

[5] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 312v, pag. 93.31: Vesania nie... demencia, insipiencia, paczia.

[6] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 3, pag. 5.22: conciossiacosaché troppo, e continuo travagliarsi si è quasi una pazzia, e 'l troppo riposo si è un languire.

[7] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 88, col. 1.32: Et se nella febre acuta l'orina parrae bianca et sottile et in questa dispositione dimora per molti dì, significherà che matteçça o paççia sopraviene allo infermo...

[8] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 11, 76-90, pag. 311.14: alcuna volta bestialità viene per infermità corporale, come nelli frenetici; alcuna volta per pazzia; cioè rivolgimento di cerebro...

[9] Lucidario ver., XIV, L. 3, quaest. 47, pag. 226.1: Ma ben ge sono una maynera de paçi che sono molto peccatori ançi ch'el ge vegna quela malitìa, e poy perdo lo seno e del peccao non fa penitentia e moro in quela paçia...

- Pazzia di mente.

[10] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 32.23: bisongna che ssi guardino dal vino, imperciò che l'ebreça èe una paççia di mente, predamento delle virtudi, ymagine di morte, simigliança di furore.

[11] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 84, S. Pietro ap., vol. 2, pag. 729.25: Ancora venne Nerone in tanta pazziadi mente, come si legge in quella storia medesima [non autentica], che fece uccidere la madre...

- Locuz. verb. Sentire di pazzia: soffrire di disturbi mentali.

[12] Poes. an. ven. (eug.>umbr.-march.), XIII t.q. (3), 118, pag. 19: Deu!, com' grande bene vu' çe fati, / ke lla via sì ne monstrati / de plascere al nostro Patre, / ki non sente de paçia.

[13] Virtù del ramerino (ed. Bénéteau), 1310 (fior.), pag. 250.9: S'alquno sentisse di pazzia, tolga le foglie de· ramerino grande quantitade e facciale bollire in aqua, e in quell'aqua si bagni e guerràne.

[14] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 57.24: Chapitolo XVIJ. - Di sentire paçìa. - Se alquno sentise di paçia, tolgha le folie de' ramerino, grande quantitade, e faccia bolire in aqua...

1.1 Fig. Stoltezza o mancanza di raziocinio che si traduce in comportamenti insensati. Estens. Dissennata temerarietà.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), Prologo, pag. 3.8: questi libri [[...]] trattano de' crescimenti di diverse parti del mondo, e spezialmente de' grandi reami, per che maniere di costumi sono avanzati, o per negligenzia, o pazzia sono venuti al neente.

[2] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 4.10, pag. 107: eo veo saglir lo non sagio in montanza / e sovrastar li savi adottrinati, / e li argomenti veduti, apensati / metter pazzia per folle oltracuitanza. || Cfr. Berisso in PSs, vol. III, p. 538: «e la stoltezza (= gli stolti) considerare folle oltracotanza gli argomenti [[...]] evidenti a tutti, indiscutibili».

[3] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 20, pag. 156.36: E cotale legno passo si è lo peccato, però che passìa e stoltisia viene da ignoranzia, ben sapete.

[4] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 4, cap. 37, pag. 165.3: «Ke è zo, ki kistu cavaleri vidia jn killu locu dilictusu, zo è in killu pratu, ki si hedificavanu alcuni casi, et avianu li cantuneri di auru? ca, a killa vita beata, pachìa è a cridiri ki kisti mitallj che sianu».

[5] x Mazz. Bell., Storia (ed. Zaccagnini), 1333 (pist.), p. 140: et che li doni così cari e così grati della ventura rifiutasse, meritevolmente dir si possa paççia di somma bestialità...

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 2, vol. 2, pag. 105.32: et lassari la facultati di prosperamenti combatiri esti gran pachia, et homu constrictu ad uni necessitati di combatiri astinirsindi, esti adduciri destruciuni di pestilenciusa pachia.

[7] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [c. 1340] son. 3.4, pag. 117: Deve mettere sinno ad multa gente / Per tre rasciuni prencepalemente; / Chi questo non considera, è paczìa.

[8] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 106r, pag. 93.30: Fatuitas tis... idest paczia.

[9] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 67, pag. 321.29: Ma noi diremo del'asino salvatico, imperciò che di sua negligença et di sua paççia dice omo molti proverbi...

[10] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 45, pag. 44.11: Ladruni coperti sunu quilli ki involanu in riposti loki et copertamenti li grandi cosi oi pichuli per luru baratti oi per luru tradimentu oi per luru paçcia.

[11] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 192.13: Tanta fu la pascia dello tribuno, che ciò non sappe vetare. Non se parao allo principio.

[12] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 111.25: che lu fratre lu quale p(er) ventura volesse [[...]] specialemente orare, no(n) li sia facto i(m)pedimento da la paczia de alcunu altru. || Cfr. Regula, LII, 3: «ut frater, qui forte sibi peculiariter vult orare, non impiediatur alterius improbitate».

[13] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 18, pag. 176.29: tutti foro reprisi de grande pazia, perché se volcero mettere a tanto periculo delle persune e dell'avere loro, per cosa che no a lloro troppo toccava...

- [Prov.].

[14] a Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 125.4: Rondina va e viene e paçia dipo il fuoco siede.

1.2 Sovreccitazione determinata dalla passione amorosa.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 80.43, pag. 330: l'amor me conestregne en sua pazia / e fame bannire.

[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 39.2, pag. 92: Ei diranno di sì ma mentiranno, / e questo amor, dolorosa pazzia / con risa e con ischerni chiameranno...

1.3 Fervore della mente indotto dal rapimento mistico.

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 4.17, pag. 74: Chi vole entrare en questa scola, / trovarà dottrina nova: / la pazzia, chi non la prova, / ià non sa che bene se sia.

[2] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 31, pag. 113.32: Pregate che ogni gente si dia a Cristo, e a ogni fervore e pazzia, e beate ad voi...

1.4 Condizione di furore, aggressività o frenesia (anche dovuta all'eccitazione sessuale).

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 14, pag. 47.11: Ché alcuno intraprende alcuna battaglia per ira, overo per alcuna pazzía ch'elli à, acciò ch'elli sia tenuto forte...

[2] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 23, pag. 213.20: Dician dunque ch'a pena si può dire che lavoratori della terra possano amare, ma naturalmente si muovano a l'opera della luxuria, quando la pazzia della natura lo mostra, sì come fa il mulo e 'l cavallo.

[3] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 19.21, pag. 50: E partecipa seco certi tempi, / Ne' qua' convien che con pazzia si gratti, / Tenendo modi e atti sconci e scempi, / Lunatico s' appella tra la gente...

2 Atto scellerato o temerario degno di un insensato (anche al plur.). Fare pazzia / (le) pazzie: comportarsi come un folle.

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 18, pag. 124.12: [13] E dico co(n) consillio di savi (e) fideli provati, e specialme(n)te di vecchi, et no(n) co(n) co(n)sillio di matti (e) di iovani, p(er)ciò ke li matti amano le matteççe e li loro co(n)silli traggono a paççia.

[2] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 11, pag. 505.19: ché 'l pazzo non ha cura del savio, perch'elli non fa le pazzie co· llui insieme.

[3] Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.), pag. 44.14: Dunqua non puoi tu dire con verità che non fusse quello ch' io feci lo maggiore amore che ma' fusse nè che possa essere. Dunqua ti provo che non fei passìa.

[4] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 32, pag. 33.40: lo sesto [[scil. figliuolo]] sarà sforzonato, ciò è sanza senno, ma non farà pazzie.

[5] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1330 (pis.), L. 3, cap. 35, pag. 202.23: E fra gli altri v' era un frenetico, lo quale faceva la notte sì grandi pazzie e sì grande rumore, che tutti gli altri infermi molestava.

[6] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 24, pag. 111.5: chi chilli, chi consiglaru a so figlu a fari kista paczia, non consiglassiru una altra fiata, et li altri non fachissiru lu simili...

[7] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 27, pag. 318.32: come li uomini lascivi per lo soperchio vino inebriati escono fuori di sé e fanno pazzie, così il nostro Signore, del soperchio amore, che alla umana natura ebbe, inebriato, fece...

2.1 [Rif. alla sfrenatezza del gioco infantile].

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [1342] son. 6.4, pag. 128: Pegio facemmo che non fao li citoli / De loro pazìe: non avemmo se non dannora.

2.2 Proposito dettato da follia o ira.

[1] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 9, cap. 11, pag. 657.13: Conciosia che Scipione gli ammonisse ch'elli contendessero anzi alle parole, che combattessero con ferri quale dovesse regnare [[...]], lo minore, fidandosi nelle forze del corpo, stette fermo nella sua pazzia.

[2] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 94, pag. 294.9: La pazzia di guastare le cose altrui, cacciava il misero Alessandro, e mandavalo per diverse contrade.

2.3 Idea delirante. Estens. Ciò che è degno di un folle.

[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 1, pag. 14.8: In luogo de' santi Profeti si sono levati alquanti indovini, i quali avendo spirito diabolico, e non di profezia, vanno profetando, e predicando mille pazzie, e falsitadi.

[2] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 3, cap. 1, pag. 41.33: imperò che noi stolti, sanza senno, riputavamo la loro vita una pazzia, e che il loro fine fosse sanza onore...

[3] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1363/68?] 23, pag. 345.20: e la vostra vita riputano pazia perché vi vegiono avere in odio tutte quelle cose che il mondo ama.

[4] Legg. S. Caterina Verg. e Mart., XIV (tosc.), pag. 180, col. 2.36: E Caterina disse: Non mi dire coteste parole, le quagli sono pazzia a pensare.