0.1 endonna, indonna.
0.2 Da donna.
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.
N Le att. in Jacopo della Lana e di Francesco da Buti sono cit. dantesche.
0.5 Solo pron.
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.
0.7 1 Pron. Diventare signora o dominatrice (di qno o qsa). Fig. Porsi saldamente (in qno o qsa). 1.1 Fig. Fregiarsi (di qsa); acquistare più valore.
0.8 Rossella Mosti 23.01.2017.
1 Pron. Diventare signora o dominatrice (di qno o qsa). Fig. Porsi saldamente (in qno o qsa).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 7.13, vol. 3, pag. 102: Ma quella reverenza che s'indonna / di tutto me, pur per Be e per ice, / mi richinava come l'uom ch'assonna.
[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 7, 1-15, pag. 156, col. 1.28: Ma quella reverenza che s'indonna... Nota parola informativa s'indomina, quasi a dire, se transmuta in donna, e informase dalla donnatione.
[3] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 50.64, pag. 216: Per vostro onore e somma reverenza / della fè ch'io vi deggio, come a donna / di virtuosa e somma intelligenza, / atando me la possa che s'indonna / in ciascun cuor gentil che da virtute / per accidente alcun mai non si sdonna, / rispetto avendo ancora alla salute / che da vo' isperanza mi promette / a mitigar l'amorose ferute, / aggio composte queste parolette / in rima...
[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 127.25, pag. 171: poi che sormonta riscaldando il sole, / parmi qual esser sòle / fiamma d'amor che 'n cor alto s'endonna...
[5] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 7, 1-15, pag. 227.26: riverenzia non è altro che temere di mancare l'onore che si dè avere al maggiore, che; cioè la quale reverenzia, s'indonna; cioè diventa donna, Di tutto me...
[6] F Laude pseudoiacoponica trecentesca, Nella resurrettione di Christo, 8: Ha veduto essa en persona / il figliuol risuscitare, / prima vistolo enchiodare, / e batterlo a la colonna. / Ma di lei ora s'indonna / gioia allegreza in suo felice stato. || Tresatti, p. 317.
1.1 Fig. Fregiarsi (di qsa); acquistare più valore.
[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 81.8, pag. 104: anzi da questo ogn'altro si digrada, / questo mi fa seguitar quella donna, / che di valore più ch'altro s'indonna.
[2] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 26.95, pag. 280: Se a ragionar tu vien de cosa bella / tra gioven' donne e giovenetti vaghi, / fa che sempre t'apaghi, / canzon, de ragionar de questa donna: / perch'ella più s'indonna / negli atti suoi andando o dove sede, / e veggio lei dov'ella me non vede.