SCHIFEZZA s.f.

0.1 schifeza, schifezza, schiveça.

0.2 Da schifo 1.

0.3 Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.): 1.

0.4 In testi tosc.: Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.); Pieraccio Tedaldi, XIV pm. (fior.); S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.).

In testi sett.: Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Disprezzo o disgusto nei confronti di qsa o qno che si giudica indegno o ignobile. 1.1 L'essere schizzinoso, di palato difficile e delicato. 2 Umiliazione oltraggiosa, derisione.

0.8 Cosimo Burgassi 18.10.2016.

1 Disprezzo o disgusto nei confronti di qsa o qno che si giudica indegno o ignobile.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 67.4, pag. 277: Amor, diletto amore, perché m'hai lassato, amore? / Amor, di' la cascione de lo tuo partemento, / ché m'hai lassata afflitta en gran dubitamento: / si da schifeza èi vento, - vogliote satisfare...

[2] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 46, pag. 216.21: E come nella coppa de' re ogni piccola immondizia è più abominevole; così nelli cherici ogni peccato è più vituperevole, e grande schifezza ne viene al Re di vita eterna.

[3] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 1, pag. 8.15: Onde, siccome il cibo rigettato è di più schifezza, e più abominabile, che qualunque altro cibo freddo, e dispiacevole...

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 14, vol. 2, pag. 256.10: Narrasi nella Vita de' santi Padri, che andando un Angelo in specie di romito per lo deserto con un romito, e trovando un corpo morto, lo romito si turò il naso, e mostrò grande schifezza, ma l'Angelo passò a faccia aperta.

[5] Pieraccio Tedaldi, XIV pm. (fior.), 16.7, pag. 732: E chi ci vive per l'altrui ridotto / non è stimato e ciascuno lo sprezza, / e ad ognuno ne vien una schifezza / con uno sdegno, e non gli è fatto motto.

[6] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 1, 9, pag. 21.5: Avea ancor lo dito frar do altri flagelli: che, quando tonava, elo aveva sì grande paura che quasi l'anema li ensiva; e avea una gotta in la faça certo tenpo sì soça che, per schiveça del veder, ello andava e convegnivali star in 'firmitorio.

[7] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 148, pag. 343.33: Non fa cosí l'uomo superbo, che, vedendo il povero membro suo infermo e in necessitá, non el soviene, non tanto con ciò che egli ha, ma con una minima parola; ma con rimproverio e schifezza volta la faccia adietro.

1.1 L'essere schizzinoso, di palato difficile e delicato.

[1] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 17, pag. 33.25: Egli è leggìer cosa a pascere piccola famiglia, e bene costumata, e che neuna altra cosa desidera, che essere satolla. La fame richiede piccolo costo, la ghiottornia, e la schifezza il richiede grande. || Cfr. Sen., Ep., II, 17, 4: «parvo fames constat, magno fastidium».

2 Umiliazione oltraggiosa, derisione.

[1] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 70, pag. 167.26: Un altro si fedì colla sua medesima lancia per lo corpo, e uccisesi, per non sofferire la schifezza del popolo, che per vedere la morte di lui, era ragunato. || Cfr. Sen., Ep., VIII, 70, 26: «omne ludibrium».