SPRÈMERE (1) v.

0.1 espremude, expresso, exprimùa, ispremare, ispriemere, ispriemi, sprema, spreman, spremase, spreme, spremendu, spremere, spremi, spremìanu, spremila, spremmuti, spremuda, spremuta, spremute, spremuti, spremuto, spremutu, sprieme, sprimendu, sprimuto.

0.2 Lat. volg. *expremere (DELI 2 s.v. spremere).

0.3 Zucchero, Santà , 1310 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Libro de conservar sanitate, XIV s.q. (venez.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. perug., c. 1350; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Sottoporre (un corpo) a una pressione per farne uscire fuori liquidi, gas o altre sostanze. 1.1 Privare degli umori; essiccare; prosciugare. 1.2 [Con rif. a un fluido:] fare uscire fuori in seguito a pressione; ottenere per spremitura. 1.3 Estens. Far uscire fuori. 2 Maltrattare, vessare (qno). 3 [Prob. per errore di trad.].

0.8 Marco Maggiore 25.11.2016.

1 Sottoporre (un corpo) a una pressione per farne uscire fuori liquidi, gas o altre sostanze.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 19, pag. 117.30: E si conviene ispriemere la mamella e lasciarne uscire inprima; poi apresso lattare come si conviene.

[2] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 3, cap. 37, pag. 122.14: una fiata li Longubardi spremendu aulivi in unu caldarazu, a zo ki potissiru avire oglu...

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 10, cap. 11, pag. 241.6: E cognosconsi l'uve quando sono mature, se la vinaccia la quale è nascosta dentro all'acino, e le granella, spremuta l' uva, rimagnon palide o nere.

[4] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 43, col. 2.7: e tu allora reversa la palpebra e taglia secondo la palpebra e apri la tonica dentro e ispriemi bene, sì cche n'escha tutta quella mucellagine che vi sarà dentro...

[5] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 27, pag. 593.14: e stringi la dicta stillitta spissi fiati lu iornu, cun li manu sprimendu kí la spuzza e li mali humuri plui tostu di pozanu ixiri fora...

[6] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 19, pag. 184.13: le quale [[lagreme]] con tanta habundantia le scorrevano per la face e per lo dosso che li panni che tenea vestuti eranonde tanto allentate che se fossero stati spremmuti a mmano quase che nde averria insuto aqua in quantitate.

[7] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 142, pag. 77.17: Pigla una spongia et ungila di oglu et poi la spremi beni et fandi ixiri lu oglu et micti la sponcza supra lu vinu et l'acqua et livirà l'acqua et ristirà la vinu.

[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 161, pag. 298.10: Et poi se cole b(e)n con una stame(n)gnia et spremase b(e)n le scorçe et gettase...

- Fig.

[9] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 207.33, pag. 254: Del succo errori ed ignoranza e obblio / Si spreme, ed oppio e negligenza abbonda, / E di vizio coperte son le piaggie.

1.1 Privare degli umori; essiccare; prosciugare.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.114, pag. 645: ché tuto par ch'elo m'abise, / lo corpo strenze, seca e spreme; / pjaxese a De' ch'elo no vegnise...

[2] Ricette di cucina, XIV m. (fior.), 19, pag. 15.28: E togli queste erbe bene lavate e bene nette, e molto battute e bene spremute del sugo...

[3] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 379, pag. 388.2: L'uomo che à rio stomaco pigli mele cotogne dolci, e cavane le granella, [[...]] e enpila di mele di lape e di fiori, e la 'nvogli con pasta di grano, e mettila sopra la senplice bracia, e falla bollire e ispremare bene, e bere di quella acqua a digiuno IIII o V matine...

1.2 [Con rif. a un fluido:] fare uscire fuori in seguito a pressione; ottenere per spremitura.

[1] Libro de conservar sanitate, XIV s.q. (venez.), De l'aere, pag. 19.2: e così le artarie, li nervi, li pan(n)iculi del cerebro se constrençe in tanto che l'acqua che se conten in essi se spreme, et ancor altre superfluitadi è constrecte d'ensir fora p(er) le nare e per la bocca...

[2] Apollonio di Tiro, XIV m. (tosc.-venez.), incipit, pag. 31.2: La chosa la quale non è grieve è la sponça; ma quando ch' ella vien mettuda in aqua, ella è grieve, la quale aqua non escie fuora, s' ella non vien spremuda.

[3] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 39.19: Nel dolore il cuore si costringne et così l'arterie et nervi pannicoli de celebro tanto si costringono, che l'acqua che si contiene nel celebro si sprieme et anche altre superfluitadi escono per la bocca et per lo naso...

[4] Gl Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 34, pag. 41.9: E se algum bevesse del sugo che fosse expresso, çoè premù fura, crudo ove(r) coto, induxe laxità e constricion a la bocha del stomego.

1.3 Estens. Far uscire fuori.

[1] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 2, cap. 21, vol. 1, pag. 189.8: ed imperciò il freddo della Luna ottimamente serve a ciò, imperciocchè egli contien di fuori, ed entra dentro temperatamente, e muove gli spiriti alle naturali operazioni, e non gli lascia ancora dissolvere per evaporazione, che 'l temperato freddo circondante spreme di fuori...

2 Maltrattare, vessare (qno).

[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 2, pag. 7.8: tuto 'l dì si veze che gli più possenti e forti dalmagian aflizan e spreman gli homi de bassa man humeli e infermi, e gli pù richi volan mangiar li poveri e tenì'-gli soto pè.

3 [Prob. per errore di trad.].

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 12, vol. 2, pag. 228.15: cupersisi la capu et agenuchandusi et spremendu lu spiritu, [[...]] ripusau di disiyata securitati. || Cfr. Val. Max., XII, ext. 1': «caput operuit innixusque genibus conpresso spiritu...» ('trattenuto il fiato').