PALPARE v.

0.1 palpa, palpà , palpado, palpando, palpandolo, palpano, palpante, palpar, palparanno, palpare, palparono, palparsi, palpate, palpatemi, palpato, palpava, palpe, palpè, palperanno, palpi, palpian, palpo, palpò, parpà .

0.2 Lat. palpare (DELI 2 s.v. palpare).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1 [5].

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.).

In testi sett.: Elucidario, XIV in. (mil.); Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.); Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.); Lucidario ver., XIV; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Manfredino, a. 1328 (perug.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

0.7 1 Toccare qsa indugiando col palmo della mano (rif. anche ad un animale); tastare con la mano per saggiare la consistenza di un oggetto, di un corpo o di una sua parte (anche in contesto fig.). 1.1 [In ess. che trad. o echeggiano Luc 24, 39: «palpate et videte»]. 1.2 Estens. Percepire col tatto (gen. associato al verbo vedere); toccare con la mano, con le dita qsa. 1.3 Carezzare qno per mostrargli affetto o consolarlo (in contesto fig.). 1.4 Tastare alla cieca con le mani lo spazio intorno a sé, brancolare. 1.5 Estens. [Rif. alla lingua:] muoversi in modo incerto (per cercare le parole), balbettare. 1.6 Estens. Brancicare qno in modo fastidioso o violento (anche in contesto fig.). 2 [Rif. a un organo, alla carne:] pulsare, a causa della circolazione sanguigna. 2.1 Avere il battito cardiaco accelerato a causa di una forte emozione; sussultare, spasimare a causa di un'emozione.

0.8 Zeno Verlato 03.10.2017.

1 Toccare qsa indugiando col palmo della mano (rif. anche ad un animale); tastare con la mano per saggiare la consistenza di un oggetto, di un corpo o di una sua parte (anche in contesto fig.).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 61.42, pag. 247: staenno vivo e sano - molti sì l' ò ammirate [[scil.: le stimmate di san Francesco]]; / la morte declarate, - da molti fo palpato.

[2] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.6.12, pag. 172: l'opera lode il mastro - fa' che palpe, / poi ti confesso miglior di me mastro...

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), canz. 1.62, pag. 6: En estasym on'altra vita oblia, / contempla rapto - e capto - la figura, / sença rancura - palpando amore. || Cfr. Brugnolo, N. de' Rossi, vol. I, p. 134, nell'autocommento alla canz.: «non tantum illum tangit, sed etiam palpat amorem».

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 30.72, pag. 423: la testuggin, ch'a terra grave palpa...

- Bussare timidamente (in ess. che trad. o cit. Ecli. 30, 1: «non palpet proximorum hostia»).

[5] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 22, pag. 266.5: Giovan Sirac disse: chelli chi ama figliuoli suoi assiduagli in tormenti, acciò che s'allegri all'ultimo, e [del] più proximo non palpi l'uscia.

[6] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 22, pag. 148.22: [16] [[...]] acciò k'elli sia lieto di lui dala fine, (e) non palpi li usci deli suoi vicini.

[7] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 16: [17] [[...]] acciò che ala fine s'allegri (et) no(n) vada palpando l'uscio deli vicini.

[8] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 30, vol. 6, pag. 283.14: [1] Colui che ama lo figliuolo suo, continua [a lui] le battiture, acciò che finalmente s' allegri, e non vada palpando li usci de' vicini.

1.1 [In ess. che trad. o echeggiano Luc., 24, 39: «palpate et videte»].

[1] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaest. 170, pag. 127.19: Lo dì octao e la novena volta [[scil.: Cristo]] aparit a li apostoli, quando Thomax Lo palpà ...

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 48, vol. 2, pag. 107.2: Cristo apparendo alli discepoli, ed intrando per le porte chiuse si fece palpare, e toccare, e disse: Palpate e vedete...

[3] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 178, pag. 364.2: Vedete le mani mie e li piedi, inperò che io sono; palpate e vedete...

[4] Lucidario ver., XIV, L. 1, quaest. 170, pag. 88.2: quando Thome li palpò in lo lato e le mane, sì come dice lo evangelista.

[5] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 114.8, pag. 433: Com' i' so' ess' oprite dunque gli occhi: / ciascun di vo', se vuol, mi palpi e tocchi.

1.1.1 Estens. Fare esperienza diretta di qsa, conoscere autenticamente; accertarsi della realtà di un fatto.

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 14, pag. 235.10: per gli passati dicitori è stato detto parte della nostra bisognia e parte n'hanno lasciato a me a raccontare. Io presente e palpante [[...]], le sciellerate cose dico in rimanente di quelle.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 6, vol. 1, pag. 332.15: senza rendere il debito onore al santo padre, quasi palpando per lo trattato tenuto col vececancelliere dello 'mperadore...

1.2 Estens. Percepire col tatto (gen. associato al verbo vedere); toccare con la mano, con le dita qsa.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 9, pag. 22.2: per amore d'aver paradiso, cioè cosa che non vede né palpa, ma solamente l'ode a parole...

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 207.4, pag. 251: Giudicare e veder del tutto fermo, / amico, non perten ch'ai divin occhi; / e sovente veden san' omo 'nfermo / e stimian palpar seta e palpian sprocchi...

[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 28, pag. 141.21: Non t'è licito giudicare se non cosa sì aperta che ssi possa quasi palpare.

[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 1, pag. 8.14: li Dii de' Pagani d'oro e d'argento, ciechi li occhi hanno e non veggiono, mani hanno e non palpano...

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 21.1, pag. 313: Ben puoi veder, lettor, se miri e palpi, / come per la Fiandra e Picardia / e per Parigi vegno a le nostre Alpi.

[6] Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.), L. I, pag. 497.3: tu beverai dala parte dala quale ella averà bevudo, e qualunqua cosa ella averà palpado cum li dedi soi, tu lo domanda e tòi... || Cfr. Ov., Ars am., I, 577: «quemcumque cibum digitis libaverit illa».

[7] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 29, 133-139, pag. 754.21: l'anime si chiamano ombre, e però che come l'ombra si vede e non si palpa...

[8] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 4.2, pag. 12: Io non so ben [[...]] s'i' tocho quel ch'i' palpo tuta via, / se quel ch'i' odo, oda...

1.3 Carezzare qno per mostrargli affetto o consolarlo (in contesto fig.).

[1] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1330 (pis.), L. 3, cap. 26, pag. 183.25: se alcuna volta conosceva alcuno difetto di altrui, nol palpava, anzi acceso di fuoco e di zelo di santo amore fortemente lo riprendeva.

[2] <Cavalca, Trenta stolt., a. 1342 (pis.)>, cap. 27, pag. 256.6: Più sono oggi quelli, che palpano, e lisciano li vizj, che non sono quelli, che li riprendono.

[3] Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.), L. 3, cap. 26, pag. 196.33: E se alcuna volta conosea alcun defeto in atri no lo palpava, ma aceiso de desiderio e de un fogo de santo amor fortementi lo reprendea.

1.3.1 Carezzare, tastare una parte del corpo propria o altrui per provocare eccitamento sessuale (anche pron.).

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 15, vol. 2, pag. 265.20: Or questo vorrei, che pensassero quelli, e quelle, che essendo forti, e robusti vogliono e vedere, ed essere veduti, e maneggiarsi, e palparsi incautamente. || Intendi: «che, essendo forti e robusti, vogliono e vedere ed essere veduti, e maneggiarsi e palparsi».

[2] f Della compunzione del cuore, XIV ex. (tosc.), L. I, cap. 3, pag. 21.24: né fornicari, né idolatri, né molli», cioè quelli, disonestamente palpano, o corrompono e toccano sé medesimi, «né sodomiti... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.4 Tastare alla cieca con le mani lo spazio intorno a sé, brancolare.

[1] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 14.37, pag. 599: la memoria avea già sì 'nfralita, / che come 'n tenebre andava palpando...

[2] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 17, pag. 97.4: incontanente venne una caligine sopr' agli occhi del detto Mago, e accecando in tutto, andava palpando, e cercando chi gli porgesse la mano.

[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 20, pag. 203.27: presa da dolore sùbito il cielo perdei, e quasi palpando e presa da non so che tremito mi volli levare...

[4] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 46, pag. 88.25: essi medesimi [[...]] s' hanno tolto el lume della fede viva, e vanno come aciecati palpando e attaccandosi a quel che toccano.

- [Rif. alle mani].

[5] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 518.27: pur ella va, e le tenebre e la notte scemano la vergogna, e con la mano manca tiene la mano della balia, l'altra palpando cerca la cieca via...

[6] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 35, pag. 796.6: quello, alquanto fumante, nascoso sotto la cenere, mi cosse la mano palpante...

1.4.1 Fig. Verificare l'opportunità di un'azione, esplorando le intenzioni altrui o l'utile che se ne può ottenere.

[1] a Ceffi, De amicitia volg. 1325/35 (fior.), cap. 18, pag. 72.23: non vi mettiamo indugio ad servire, ma con sollicito studio n'abbiamo fedele cura sanza andare palpando. || Cfr. Cic., Amic., XVIII, 44: «cunctatio absit».

1.5 Estens. [Rif. alla lingua:] muoversi in modo incerto (per cercare le parole), balbettare.

[1] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. I, pag. 72.6: La verace ebrietà nuoce, e la infinta [gioverà], e però fa' che mal ingegnosa tua lingua palpi...

[2] f Valerio Massimo (red. V1, ed. Lippi Bigazzi), a. 1336 (fior.), L. VIII, cap. 14, pag. 61r.72: Elli operoe la custodia de' sacrifici xxii anni non palpando co la bocca nel dire l'oficio, non tremando la mano in fare li sacrifici. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.6 Estens. Brancicare qno in modo fastidioso o violento (anche in contesto fig.).

[1] Dante, Rime, a. 1321, 53.64, pag. 210: qui vivo e morto, come vuoi, mi palpi, / merzé del fiero lume / che sfolgorando fa via a la morte.

[2] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 26.6, pag. 44: un fastidio che mi palpa e tasta / infin sul core...

- Acchiappare (con le mani).

[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 5.2215, pag. 263: Il pesce fuor dell'acqua poco guizza: / In picciol tempo la morte lo palpa...

1.6.1 Fig. Tormentare l'anima, tentarla.

[1] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 27, pag. 166.10: lo vecchio ostinato [[...]] se stesso palpa, comettendo con opre ciò che pensa, e perché è corrotta la volontà e la mente.

2 [Rif. a un organo, alla carne:] pulsare, a causa della circolazione sanguigna.

[1] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. VI [Phars., VI, 719-776], pag. 116.23: Allora ogne membro cuninciò a palpare, i nerbi si distendono... || Cfr. Lucano, Phars., VI, 754: «tunc omnis palpitat artus».

[2] Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.), L. 2, cap. 36, pag. 148.19: in lo conspeto de quelli chi eram presente, retornando l' anima, tuto lo corpo tremà e parpà .

2.1 Avere il battito cardiaco accelerato a causa di una forte emozione; sussultare, spasimare a causa di un'emozione.

[1] Dante, Rime, a. 1321, D. 72.4, pag. 261: quella / ch'Amor ne la memoria ti suggella / e per che tu, parlando anzi lei, palpi.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 1.12, pag. 427: E spero in te, che mi conduci e fidi [[...]], / che mai palpar né temer non ti vidi.