SAZIETÀ s.f.

0.1 sacietae, sacietate, sacietati, sacitae, satïetá, satietà , satietade, sazietà , sazietá, sazietade, sazietate.

0.2 Lat. satietas, satietatem (DELI 2 s.v. saziare).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.); Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.); Teologia Mistica, 1356/67 (sen.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.

In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. Montecassino, XIV (luc.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. a sazietà 1, 1.2; in sazietà 1.

0.7 1 Soddisfazione del senso di fame o di sete. 1.1 Estens. Conseguenza del cibarsi adeguatamente. 1.2 Fig. Equilibrio derivante dalla cessazione di un desiderio o di un bisogno, appagamento, contentamento. 1.3 Estens. Beatitudine. 2 Condizione di chi si è cibato in eccesso. 2.1 Fig. Senso di saturazione che deriva da un'eccessiva esposizione a qsa.

0.8 Nicola Pacor 17.10.2016.

1 Soddisfazione del senso di fame o di sete.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 6, cap. 2, par. 5, pag. 135.13: Ma per diversità di carne e diletto di savori s' ingenera lo enfiamento, e molte infermitadi sono concitate per la grande sazietade.

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, cap. 7, pag. 99.18: Or che dirò io delle volontadi del corpo, il cui desiderio pieno è d' angoscia, e la sazietà di penitenza?

[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 3, pag. 660.3: L'altra buona opera è il digiuno ordinato; in ogni luogo e in ogni tempo e in ogni manucare levarsi con fame e non dare tutta quella sazietà che 'l corpo ricerca...

[4] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 59, pag. 133.1: vo' dite, ch'i' son savio, ma io conosco, ch'i' disidero molte cose, non solamente non utili, ma dannose. E non intendo pur quello, che la sazietà mostra alle bestie. || Cfr. Sen., Ep., VI, 59, 13: «quod animalibus satietas monstrat, quis cibo debeat esse, quis potioni modus».

- Locuz. avv. A/in sazietà : fino a sentirsi sazio, in abbondanza.

[5] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Nm 20, vol. 2, pag. 110.20: E alzando Moisè la virga due volte sopra la pietra, sì ne uscì acqua in grande abbondanza, sì che tutto lo popolo ne bevè in sazietà , e tutte le loro bestie.

[6] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), 2 Par 31, vol. 4, pag. 284.19: noi abbiamo mangiato a sazietà , e più cose ci sono rimase, però che il Signore hae benedetto il popolo suo...

- [In contesti fig.].

[7] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 22, pag. 162.10: Et lo demonio si sforsa d'ingannarci coi suoi mendacij, mostrando quel che non è: unde cuopre lo male, ché non si vegga, con tre mantelli, cioè di delecto, di satietade et d'onore.

[8] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 16, pag. 73.23: e dacci ammaestramento, che quando noi siamo tentati di gola, o d' altro peccato corporale, dobbiamo ricorrere al cibo spirituale, cioè all' orazione, ed all' altre buone opere; e troveremovi più sazietà che in quelle cose nelle quali siamo tentati.

[9] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 79, pag. 322.19: «Viene, diletto figliuolo mio, che ti se' affatigato per me. Io ti consolarò, e menarotti alle nozze della vita durabile, dove è satietà senza fastidio, e fame senza pena, diletto senza scandolo»...

[10] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 68, Pentecoste, vol. 2, pag. 646.21: Il secondo segno è non ricevere più, ovvero [avere] sazietade. Ché quando il vasello è pieno d'alcuno liquore non può ricevere altro, così l'uomo satollo non appetisce più.

1.1 Estens. Conseguenza del cibarsi adeguatamente.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 434.4: Il digiuno fa il corpo magro, la carne bruna, le membra pilose e palide. La sazietade empie, e però fa la buccia stesa, onde non paiono l'ossa.

1.2 Fig. Equilibrio derivante dalla cessazione di un desiderio o di un bisogno, appagamento, contentamento.

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 34, pag. 256.22: Et così l'omo avendo quello che desidera è satio. Unde l'omo in della penitentia riceve in sé lo Spirito Santo, et però àe in ciò perfecta satietà .

[2] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 15, pag. 126.25: perciocchè ogni amore di creatura genera timore, e doglie, e mai non dà sazietade.

[3] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 2, pag. 66, col. 1.3: Adunque conciossiacosa che la mente razionale ama uno solo desiderabile diletto, nel quale è vero riposo, e ogni sazietade, per divino giudicio serà giudicata misera s'ella sarà privata di tanto diletto...

[4] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 79, pag. 155.36: None che l' amore di Pavolo o degli altri veri servi miei fusse imperfetto a grazia e a perfezione di caritá (ché egli era perfetto), ma era imperfetto ché non aveva sazietá nel suo amore; unde era con pena.

- Locuz. avv. A sazietà : in misura del tutto soddisfacente.

[5] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1376] 24, pag. 357.10: quoniam per l'assagiate riccheze per desiderio viepiù arde dentro, imperò che, avenga che si diano a plenitudine, a sazietà non mai si danno.

1.3 Estens. Beatitudine.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii.358, pag. 209: Nïent gh'è desplaxevre in la citá soprana; / Ma gh'è bontá, temperia e grand tranquilitá / E plena sapïentia, odor, satïetá / E lux e vita eterna, verax ioconditá...

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 34, pag. 252.2: Del vangelio della sammaritana, come Cristo ci chiama ad salute et ad satietade eternale.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.189, pag. 630: Da poi che tuti navegemo, / aparjemose e sforzemo / de prevenir a la citae / pinna d'ogni sacitae, / donde n'aspeta lo Sengnor / con li soi Santi a far onor.

[4] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 14, pag. 116.5: e acciocchè venga a meritare di godere Iddio, qui per questo che abbiam detto, e nell' altra vita con perfetta sazietà ...

2 Condizione di chi si è cibato in eccesso.

[1] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 90.21: ne la sacietate voy la i(m)breachecze pilgia lu monacho...

2.1 Fig. Senso di saturazione che deriva da un'eccessiva esposizione a qsa.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, cap. 5, pag. 62.19: Ma se tu vuoli 'l bisogno di quel che basta alla natura compiere, nulla cosa è per la quale abbondanza di fortuna domandi, perciò che di poche e di piccolissime cose la natura è contenta. La cui sazietade se costrigner vorrai con cose soperchie, o non allegro sarà quel che v' avrai messo, o ver nocivo.

[2] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 7, cap. 3, pag. 495.12: Li cui prieghi lo giovane seguendo, l' impeto dell' infelice animo per sazietade d' uso di femina volgare risoluto, vegnendo più tardo a quello che non era licito, a poco a poco il lascioe.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 142.22: Multi altri exempli rumani di quista maynera restariannu ancura a diri, ma nuy divimu skiffari modu la sacietati oy lu fastidiu.

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 7, cap. 49, pag. 277.23: E in tanto del sangue e della uccisione aveva la sazietà presi i vincitori...