GRANDIGIA s.f.

0.1 grandigia, grandigie, grandisia.

0.2 Da grande.

0.3 Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.).

0.5 Locuz. e fras. porre a grandigia 1.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Condizione di elevatezza sociale, di potere o di ricchezza; l'ostentazione di tale condizione o il pregiarla eccessivamente. 1.1 Riconoscimento, incarico di prestigio, onore conferito (tale da distinguere chi lo riceve).

0.8 Elisa Guadagnini 23.07.2014.

1 Condizione di elevatezza sociale, di potere o di ricchezza; l'ostentazione di tale condizione o il pregiarla eccessivamente.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 157.1: Ne l'andare dee l'uomo essere savio di non andare troppo piano, ch'è segno di pompa e di grandigia...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 159, pag. 106: O è li toi parenti, li amis e i casamenti, / Muié, fïoi, nevodhi ke 's mostran sí dolenti, / L'aver e la grandisia?

[3] Gl Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 25, pag. 47.20: Grandigia è quando l'animo dell'uomo non soffera che alcun sia pare o maggior di lui; e questa è detta vanagloria.

[4] Colori rettorici (ed. Scolari), 1329/45 (fior.), pag. 247.17: Parla il vero ragionatore della grandigia de' magiori fiorentini e dice: - La casa de' Bardi l'altre case di Firenze con richeza vince, con potenza vince, con concordia vince.-

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 78, vol. 1, pag. 376.15: si partì l'oste all'uscita d'agosto, e menarono per pompa e grandigia il carroccio...

[6] f Cassiano volg. (B), XIV m. (tosc.), Collaz. XXIV, cap. 15, pag. 307.36: se la pestilenza de' vizi macchiasse la parte razionale dell' anima, si vi genera i vizi della vanagloria, di grandigia, d' invidia, di superbia, di presunzione, di contenzione, di resia. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[7] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 60.29: Alla guardia del Gran Cane ha sempre dodici migliaia di cavalieri [[...]]; e ciò non fa per paura d'altrui, che no· gli bisogna, ma per grandigia.

[8] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 264, pag. 100.15: messer Corso de' Donati avea gran sèguito e grande grandigia in Firenze...

[9] Fioretti S. Francesco, 1370/90 (tosc.), cap. 10, pag. 91.11: ha eletto me per confondere la nobiltà e la grandigia e la fortezza e la bellezza e la sapienza del mondo...

- Porre qno a grandigia: mettere qno in una posizione di preminenza e di potere.

[10] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 119, S. Agostino, vol. 3, pag. 1051.22: il Segnore [[...]] m'ha posto a grandigia ne l'altezza de la regione de la Chiesa a reggere.

1.1 Riconoscimento, incarico di prestigio, onore conferito (tale da distinguere chi lo riceve).

[1] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. II [Phars., II, 1-42], pag. 19.19: ogni honore era coperto di vile coprimento, la porpora no accompagnava alcune grandigie. || Cfr. Luc., Phars., II, 19: «nullos comitata est purpura fasces».

[2] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 348, pag. 224.16: Chi più à più lascia e con maggiore dolor passa; e Lascia quel che non può portare (ciò sono ricchezze e onori e grandigie del mondo)...