LETARGO s.m.

0.1 letargo; f: lettargho.

0.2 Lat. lethargus (DELI 2 s.v. letargo).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 2.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

N Le att. in Jacopo della Lana e Francesco da Buti sono cit. dantesche.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc. esaustiva.

0.7 1 [Med.] Stato patologico di apatia profonda e prolungata, accompagnata da una forte diminuzione o dall'assenza di lucidità, presenza di spirito e capacità di reazione; lo stesso che letargia. 2 [Nella Commedia dantesca:] signif. dubbio: perdita della memoria o della consapevolezza di sé?

0.8 Elisa Guadagnini 04.05.2015.

1 [Med.] Stato patologico di apatia profonda e prolungata, accompagnata da una forte diminuzione o dall'assenza di lucidità, presenza di spirito e capacità di reazione; lo stesso che letargia.

[1] f Grazia di Meo, Cons. filos., 1343 (tosc.), L. I, [cap. 2], pag. 121.1: Esso à una infermità che ssi chiama lettargho; la quale è chomune infermità delle menti degli uomini smarriti. È un pogho uscito fuori di sua memoria.

- Estens. Stato di torpore e apatia.

[2] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis, 75, pag. 268: Forse che 'ndarno mie parole spargo; / Ma io v' annuntio che voi sete offesi / Da un grave e mortifero letargo, / Chè volan l' ore e' giorni e gli anni e' mesi...

2 [Nella Commedia dantesca:] signif. dubbio: perdita della memoria o della consapevolezza di sé? || Cfr. ED s.v. letargo: «si registrano due interpretazioni fondamentali: l'una, già dell'Ottimo [...], che scorge nel termine il significato di "ammirazione", "stupore" [...]; l'altra, proposta da Pietro e da Benvenuto, e seguita dalla maggior parte dei commentatori antichi e moderni, secondo cui l. vale "dimenticanza", "oblio"...».

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 33.94, vol. 3, pag. 552: Un punto solo m'è maggior letargo / che venticinque secoli a la 'mpresa / che fé Nettuno ammirar l'ombra d'Argo.

[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 33, 82-99, pag. 742, col. 1.18:Letargo. Sí se expone in dui modi: 'Letargus', idest 'copiosus in letitia'; e 'letargus' est 'morbus oblivionis'; sí che tôi qual tu vòi, ch'el vene al proposito dell'A.

[3] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 735.14: Letargo è una infermità che induce difetto alla memoria. Or dice l'Autore, che uno punto, che è delle LX parti una d'un'ora, li farebbe maggiore dimenticanza, o maggiore impedimento, che non sarebbono essuti XXV secoli (cioè XXV [centinaja] d'anni) a Nettuno a rimirare la nave d'Argo.

[4] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 33, 82-99, pag. 865.26: m'è maggior letargo; cioè maggiore dimenticagione è a me Dante e più noiosa, e più me ne duole, Che venticinque seculi; cioè che non sarebbono stati 25 seculi [[...]] sicchè vuole dire che solo un punto, che sia dimenticato da lui la detta visione, li è maggiore oblivione che non sarebbono stati 2500 anni...

[u.r. 09.10.2021]