RIPIÀNGERE v.

0.1 ripiagne, ripiagnevano, ripiange, ripiangerebbe, ripiango.

0.2 Da piangere.

0.3 Dino Fresc. (ed. Contini), XIII ex.-a. 1316 (fior.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Dino Fresc. (ed. Contini), XIII ex.-a. 1316 (fior.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Piangere nuovamente. 1.1 Far piangere nuovamente. 2 Piangere come perduto, rimpiangere.

0.8 Rossella Mosti 21.11.2017.

1 Piangere nuovamente.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 12.19, vol. 2, pag. 193: Come, perché di lor memoria sia, / sovra i sepolti le tombe terragne / portan segnato quel ch'elli eran pria, / onde lì molte volte si ripiagne / per la puntura de la rimembranza, / che solo a' pïi dà de le calcagne...

[2] Sennuccio dal Bene, a. 1349 (fior.), 11.18, pag. 53: Chi porrà fine a mia infermitade, / rimasa sola in tempestoso porto? / Nol so vedere: ond'io più mi sconforto". / Con più dolor sovra dolor ripiange / la sconsolata, com più mira scorto / pendere in croce Cristo, suo diporto.

[3] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 1, pag. 222.1: La notte piango e ripiango, e raddoppio i gemiti, e la moltitudine de' dolori cresce in me...

1.1 Far piangere nuovamente.

[1] Dino Fresc. (ed. Contini), XIII ex.-a. 1316 (fior.), 5.63, pag. 626: E se Pietà ch'agli occhi mi ripiange / di quella natural mi contradice / [...-ice] / [...] / [...] / io sarò più possente d'ella, intanto / ch'un'ora, nel mio pianto, / mi manderò diritto al cor la spada...

2 Piangere come perduto, rimpiangere.

[1] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 3, cap. 48, vol. 1, pag. 312.9: Icilio e Numitorio levarono il corpo della pulcella di terra, e mostravanlo al popolo; e lamentavansi dell'iniquità d'Appio, e ripiagnevano la malavventurata beltà della pulcella e la necessità del padre. || Cfr. Liv., III, 48, 7: «scelus Appi, puellae infelicem formam, necessitatem patris deplorant».