FISO agg./avv.

0.1 fis', fisa, fise, fisi, fiso; a: fizi, fizza.

0.2 Etimo incerto: da fisso incrociato col lat. visus (DELI 2 s.v. fiso)?

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); f Mino d'Arezzo, Chiose, XIV m. (aret.).

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.).

0.5 Nota fizza con grafia <zz> per <z> in a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 2, pag. 33.1 (v. 2 [16]).

Locuz. avv. a fiso 1.1.

0.7 1 Pienamente concentrato o assorto (in qsa). 1.1 [Rif. agli occhi o allo sguardo:] rivolto verso un unico oggetto; intento (nell'osservazione di qno o qsa). 1.2 [Rif. al pensiero o all'immaginazione:] che si applica intensamente a qsa senza occuparsi d'altro. 1.3 Estens. Visibile in modo chiaro; nitido? 2 Avv. [Rif. all'atto di guardare:] con intensa e totale concentrazione, senza distogliere lo sguardo; con la massima attenzione. 2.1 [Rif. all'atto di pensare o riflettere:] in modo intenso e approfondito. 2.2 [Rif. all'atto di dormire:] profondamente, con pieno abbandono della coscienza. 3 Che sta fermo; inamovibile (anche in contesto fig. e con valore metaf.). 3.1 Estens. Certo. 3.2 Impresso (nella mente o nel cuore). 4 Avv. Estens. Direttamente, senza deviazioni?

0.8 Marco Maggiore 19.06.2018.

1 Pienamente concentrato o assorto (in qsa).

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 3.3, pag. 219: Da tut[t]i miei pensier' mi son diviso / e solo in un mi son miso ed acolto, / ed in questo procaccio e son più fiso / che 'l pregione di pene es[s]ere sciolto...

[2] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 14.55, vol. 1, pag. 185: Or ti vo' ritornare / a quel consiglio ch'io darti promisi: / sien li tuoi pensier fisi, / quando a compagni o a parlar t' avieni, / chon chui dimora tieni...

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 12.76, pag. 132: Oh genti umane, con le menti fise / Alle terrene vanità e diletti, / La favola predetta in molte guise / Vi tocca...

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 337.6: Ora intende trattare di quello vizio, che usa il suo amore alle cose temporali, ed è tanto fiso a quello, che ogn' altra cosa gli è inoblievole [sic] ed in dimenticanza.

[5] Ricciardo d. Albizzi (ed. Carducci), XIV m. (fior.), Non era ancor, 55, pag. 145: e cosí fiso in su lo imaginare, / ognor piú m'accendea / la gran biltà di quel fior di natura...

[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 17.8, pag. 19: Vero è che 'l dolce mansueto riso / pur acqueta gli ardenti miei desiri, / et mi sottragge al foco de' martiri, / mentr'io son a mirarvi intento et fiso...

[7] Miracoli di Caterina di Iacopo, c. 1374 (fior./sen.), cap. 2, pag. 3.6: E guatando la fanciulla fisamente questa maraviglia, rivolsesi el fratello a dietro, e [[...]] cominciolla a cchiamare [[...]], e ella non rispondendogli, istando fisa a guatare la detta novità, il fratello si cominciò a turbare...

[8] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 3, pag. 8.1: giunse nella sala, dove lo re il più del tempo facea residenza; e trovollo fiso giucare a scacchi con lo gran dispensiere.

1.1 [Rif. agli occhi o allo sguardo:] rivolto verso un unico oggetto; intento (nell'osservazione di qno o qsa).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 11.77, vol. 2, pag. 182: e videmi e conobbemi e chiamava, / tenendo li occhi con fatica fisi / a me che tutto chin con loro andava.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 95.10, pag. 78: Ma s'i' torno pyù dov'è lo to volto, / me trovi 'l guardo e l'oglo sì fiso / c'onomo dirà: «De'! mira quel stulto».

[3] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 51.3, pag. 547: Infin che gli occhi miei non chiude Morte, / mai non avranno de lo cor riguardo; / ch'oggi si miser fisi ad uno sguardo / che ne li fuor molte ferute porte.

[4] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 37, pag. 802.26: Ma nulla altra, che parlato non abbia, vi si vede, se non la sua Lia, la quale egli, con occhio fiso mirando, bellissima vede...

[5] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Pudicitiae, 55, pag. 229: Io era al fin co gli occhi e col cor fiso, / Sperando la victoria ond' esser sole, / E di non esser più da lei diviso.

- Locuz. avv. A fiso: attentamente, concentrandosi completamente.

[6] Bel Gherardino, a. 1375 (tosc.), II, st. 11.5, pag. 124: Guardandol io da la finestra a fiso, / entrare lo viddi in una barca vòta...

1.2 [Rif. al pensiero o all'immaginazione:] che si applica intensamente a qsa senza occuparsi d'altro.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 31 parr. 8-17.49, pag. 131: E quando 'l maginar mi ven ben fiso, / giugnemi tanta pena d'ogne parte, / ch'io mi riscuoto per dolor ch'i' sento...

[2] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 158.5, pag. 830: Per lo fiso membrar che fatto avia, / poich'ebber pianto li miei occhi assai, / in una nuova visione entrai...

1.3 Estens. Visibile in modo chiaro; nitido?

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 3.247, pag. 140: Molte ore il falso prende il nostro viso / Per lo corpo dïafan de le stelle: / Stando nel mezzo e trasparendo fiso, / Dall'esser vero li occhi nostri sgombra...

2 Avv. [Rif. all'atto di guardare:] con intensa e totale concentrazione, senza distogliere lo sguardo; con la massima attenzione.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2915, pag. 276: e io guatai più fiso, / e vidi un bianco viso / con una barba grande / che sul petto si spande.

[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 19 parr. 4-14.56, pag. 77: voi le vedete Amor pinto nel viso, / là 've non pote alcun mirarla fiso.

[3] Verzellino, XIII sm. (fior.), 2, pag. 412: Una piacente donna cònta e bella / un valletto riguarda tanto fiso, / che gli ha lo core per mezzo diviso, / e similmente il guarda una pulcella.

[4] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 290.3, pag. 118: La gran bieltà che procede del viso / co li amorosi suoi gaï sembianti / chi fosse degno di guardarla fiso / più non vorria che di starle davanti...

[5] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 9.12, pag. 587: ché son venuto a porto / che chi mi scorge fiso / pote veder nel viso / ch' i' porto segno di greve pesanza.

[6] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 18.29, pag. 43: Ell'è ispegnitrice d'ogni noia: / e chi la mira ben negli occhi fiso / torna pietoso o convien che si moia.

[7] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 33, pag. 170.15: e, vedendo che egli sì fiso mirava tutti e quattro loro, presi co llui insieme.

[8] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. IV [Phars., IV, 292-336], pag. 64.19: Coloro le cui cose poco dinançi tutte notavano, aspettano le piove, e guardano fiso ne' secchi nuvili.

[9] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 79.42: E sença questo [[l'aquila]] si è quello uccello che più guarda fiso nel sole che neun altro del mondo, ché il sole non l' aballia...

[10] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 42.3, pag. 587: ligiadra donna, ché qual fiso mira / vede negli occhie vostre el vero amore...

[11] Poes. an. perug.>tosc., XIV m. (2), App. II, 9.7, vol. 1, pag. 221: e puoi, se fiso intorno mi vagheggio, / retròvome nel basso cerchio stare. || Ma cfr. Berisso, Rari perugini, p. 163: «'mi guardo tutto intorno compiaciuto'».

- Fig.

[12] f Mino d'Arezzo, Chiose, XIV m. (aret.), Cap. V.16, pag. 154: Tutto el contrario a chi mira ben fiso, / aviene a quei che son dall'altro fondo, / che son tra 'l sole e l'Antartico assiso.

- [Con funzione agg., accordato col soggetto della frase].

[13] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 28, pag. 176.24: Raguardate fizi, e vedrete il Verbo, lo quale la mente concepe, non partirsi da lei...

- [Con funzione agg., rif. alla persona o alla cosa oggetto dell'attenzione].

[14] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. X, cap. 5, pag. 170r.8: non credendosi avere né tenere neente, se non si pongono inançi qualche ymagine (la quale adorino nel lor pregare, et che la contemplino cola mente, et tenga·lla dinançi algli occhi sempre fisa). || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[15] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 52.7, pag. 322: Fisi li mira [[scil. li discepol]] e alquanto sogiorna, / e poi al loco dell'orazion torna.

[16] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 2, pag. 33.1: Raguarda fizza a la pianeta, la quale tutte l'altre indumenta cuopre, e diviza la vedrai in du' parte per lo mostrare...

- [Con altri verbi di percezione].

[17] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 2, cap. 4.55, pag. 56: Ché, perch' io veggio la tua ferma fede, / I' m' ò pensato di farti una gratia, / Di darti spatio di poter parlarmi / Quanto vorrai, ed ascoltarti fisa.

2.1 [Rif. all'atto di pensare o riflettere:] in modo intenso e approfondito.

[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 22.35, vol. 1, pag. 260: Pon' chura che in ogni opra / che fai davanti a llui, over serviso, / tu convien pensar fiso / a quel che fai, ché mal va se tu sogni.

[2] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 14.12, pag. 598: e s' i' vedea madonna c' ha il bel riso, / le sue bellezze fiso - imaginava, / e poi, for de la vista, tormentava.

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 207.5, pag. 136: se Deo me salvi, quand'eo penso fiso, / y' non creço che re over barone / plu contentasse lor condicïone / come la mïa me...

[4] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 21.2, pag. 683: Come per ghiaccio fòre andando, sdruce / nostro intelletto, contemplando fiso / quest'accidente, per cui pianto e riso / ed altre passion nòve 'n l'alma adduce.

[5] Fazio degli Uberti, Rime d'amore, a. 1367 (tosc.), 2.49, pag. 6: Dunque dèi pensar fiso, / se guardi ben, ch' ogni terren piacere / si trova dove tu non puoi vedere.

2.2 [Rif. all'atto di dormire:] profondamente, con pieno abbandono della coscienza.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 80, pag. 656.7: e rivolgendosi sopra i niquitosi pensieri, in quelli s' adormentò, e più fiso dormendo, sentì nella sua camera uno strepito grandissimo...

[2] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81 (fior.), Sp. 4, pag. 128.20: in quella [[scil. ora]] si dormìa sì fiso che quello tempo era come tutto perduto.

- Agg. [Rif. alla persona che dorme].

[3] Novelle Panciatich., XIV m. (fior.), 138, pag. 135.19: l'una di queste uccise il suo figliuolo: l'altra dormía molto fisa.

3 Che sta fermo; inamovibile (anche in contesto fig. e con valore metaf.).

[1] Sette arti liberali di Seneca volg., a. 1325? (fior.), pag. XXXII.36: Starò io sempre fiso nella polvere della geometria? || Cfr. Sen., Ep., XI-XIII, 88, 39: «Itane in geometriae pulvere haerebo?».

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 63.25: Elli disprezza le nostre parole, e sta fiso e fermo nel proposito cominciato e ne le medesime sedie.

[3] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), II, cap. 3, pag. 32.21: Agellio [[...]] dice di lui [[scil. Socrate]], che usava alcuna volta stare sì pensoso, che per uno die naturale, dalla mattina infino all'altro die levato il sole, stava così fiso in piedi fermi, con gli occhi [[...]] dirizzati in uno medesimo luogo...

[4] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 134, S. Lamberto, vol. 3, pag. 1179.2: Allora Lamberto a piedi scalzi corse incontanente a la Croce vestito di cilicio, e tanto vi stette fiso ne la neve e nel ghiaccio...

[5] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 30, pag. 187.10: quali giocondi saltando con rise e letisia, per isperansa della groria si rallegrano; quali, fizi sedendo, colla mano sotto il mento, cogitabundi, diversi stati, varii doni, grasie e contrarie operassione de mortali contemplano.

3.1 Estens. Certo. || (Contini).

[1] Dante, Rime, a. 1321, 39a.10, pag. 135: Ma s'ella è donna che porti anco vetta, / sí 'n ogni parte mi pare esser fiso / ch'ella verrà a farti gran disdetta.

3.2 Impresso (nella mente o nel cuore).

[1] f Della vecchiezza, XIV (tosc.), pag. 31.3: O Tito, se io in alcuna cosa t'aiuto, ed alleggio la sollicitudine, la quale ora ti accuora, e fisa nel tuo petto si rivolge, e dalla quale tu sè abbattuto, che ne fia di merito? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

4 Avv. Estens. Direttamente, senza deviazioni?

[1] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 2.57, pag. 43: Poi pon tre donne che nel Paradiso / di lui si dollion et de le sue pene; / però procaccian che 'n su tenda fiso.