FISSO agg./avv.

0.1 fiss', fissa, fisse, fissi, fisso, fissu, fissy, fixa, fixe, fixi, fixo.

0.2 Lat. fixus (DELI 2 s.v. fisso).

0.3 Albertano volg., 1275 (fior.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Albertano volg., 1275 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); f Mino d'Arezzo, Chiose, XIV m. (aret.).

In testi sett.: <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Poes. an. perug., c. 1350; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Anche s.f. (fissa).

Per stelle fisse > stella.

0.7 1 Profondamente confitto a qsa, al punto da aderirvi completamente o farne parte (anche in contesto fig. e con valore metaf.). 1.1 Fig. Impresso (nella mente, nel cuore). 1.2 Fig. [Rif. a una persona:] che sta molto vicino (a qno). 2 Che non si muove, restando fermo nella sua posizione. Estens. Stabile, saldo. 2.1 [Astr.] [Rif. a una stella:] che non muta la propria posizione relativa (rispetto all'equatore, ai poli celesti e alle altre stelle). 2.2 Che non cambia; invariabile (anche in contesti fig.). 2.3 [Chim.] [Rif. a una sostanza:] che tende a non passare allo stato gassoso o a quello liquido; non volatile. 2.4 Stabilito o determinato in modo da non variare. 2.5 Estens. Che denota caparbietà o ostinazione; inamovibile. 2.6 Fig. Che non si può mettere in dubbio, certo. 2.7 Avv. In modo indefettibile, saldamente. 3 Che si dedica a un'attività o si rivolge a considerare qsa o qno senza distoglierne l'attenzione; intento, assorto (in qsa o qno), lo stesso che fiso. 3.1 Avv. [Rif. all'atto di guardare:] con intensa concentrazione; senza distogliere l'attenzione (da qsa o qno). 4 Estens. Che ha consistenza solida.

0.8 Marco Maggiore 22.06.2018.

1 Profondamente confitto a qsa, al punto da aderirvi completamente o farne parte (anche in contesti fig. e con valore metaf.).

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 11.90, pag. 101: L' ordene sì ha un pertuso, / ca l' oscir non è confuso: / si quel guado fosse archiuso, / staran fissi al magnadone.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 31, pag. 240.4: lo fibiaglio era d'oro fine, nel quale erano fissi due rubini chiarissimi di due gran cittadi.

[3] ? Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 23.4: Socto zascauna folgia fissy erano li soy vany.

[4] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 8.60, pag. 70: Ma poi che con ragion t'ò dimostrata / tutta la valle de l'oscuro abysso, / come la Comedìa l'à divisata, / rest'a vedere, con intento fisso, / lo gran dificio c'abita nel centro, / contra Natura iustamente fisso. || In rima equivoca, cfr. 3 [2].

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 45, pag. 123.26: in loro ogni mia speranza è fissa: e essi sono l' ultimo termine del mio disio -.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 110.13: quella fuggendo circunda e rigira le selve e le pasture cretesi, e la saetta mortale le sta fissa dal lato.

[7] f Mino d'Arezzo, Chiose, XIV m. (aret.), Cap. IV.6, pag. 149: Una die notte Dante caminando, / tutto 'l profondo passò dell'abisso, / di qua scendendo e di lassù montando / per lo caduto orribile subisso / dal ciel di là, sì teribile botto / che di qua passa infine al mezzo fisso. || Si intende rif. a Satana confitto nel centro della Terra.

[8] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 45.142, pag. 869: Pensate che 'l gran Cesero partissi / ed altri gran signori al mondo fissi, / e di ciascun convien, sí com'io dissi, / che cosí sia.

[9] Bibbia (09), XIV-XV (tosc.), Prologo Mt, vol. 9, pag. 12.7: il quale egli [[scil. Cristo]] è fatto di femina, fatto sotto la legge, nato da vergine, passionato nella carne, fisso nella croce...

- [Rif. ai corpi celesti che, nel sistema tolemaico, si immaginavano confitti nei cieli].

[10] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 17, pag. 26.22: E se noi volemo mesurare e conósciare lo movemento del capo d'ariete [[...]], conosciaremolo e·lla spera de sopra imaginata fissa da lo capo d'ariete...

[11] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 3, pag. 78.11: e in sull'arco o vero dosso di questo cerchio è fissa la lucentissima stella di Venere.

1.1 Fig. Impresso (nella mente, nel cuore).

[1] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 60.122, pag. 106: El no abandona i suoi fidel subietti; / e se tu seguirai il mio consiglio, / avendo fisse in cuor le mie parole, / e guarderai ne l'intrinsico speglio...

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 107.6: e sempre la figura d'Enea e le parole sue stanno a lei fisse nel cuore; e i pensieri non danno piacevole riposo.

[3] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis I.61, pag. 183: Io nol intesi allor; ma or sì fisse / Sue parole mi trovo entro la testa / Che mai più saldo in marmo non si scrisse.

1.2 Fig. [Rif. a una persona:] che sta molto vicino (a qno).

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 17, pag. 118.15: [6] Et altrove disse: «Se l'amico ti starà fisso, serà quasi iguali a tte, (e) nela tua magione fedeleme(n)te v'adop(er)à.

2 Che non si muove, restando fermo nella sua posizione. Estens. Stabile, saldo.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 5, pag. 90.3: E lo segno del scorpione è fisso e fermo, e è fondata ine la malignità, e fortificata la parte denanti de moltitudine de maligne stelle...

[2] f Cassiano volg. (A, ed. Bini), XIII ex. (tosc.), Collaz. X, cap. 5, pag. 128.12: se non si tengono innanzi qualche immagine, la quale adorino nel loro pregare, e che la contemplino colla mente e tenghinla dinanzi dagli occhi sempre fissa. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 5, pag. 175.11: basta alla gente a cu' io parlo, per la sua grande autoritade [[scil. di Aristotile]] sapere che questa terra è fissa e non si gira, e che essa col mare è centro del cielo.

[4] Chiose Sfera, p. 1314 (fior., pis.), II, 15, pag. 180.13: ànno questo zodiaco [[scil. de la 9.a spera]] e immobile e fisso per rispetto ai poli del mondo; ma 'l zodiaco de l'8.a spera è mobile a rispetto de' poli del mondo...

[5] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 20.25: Certu, regina, mentri li stilli durirannu fixi in chelu, tantu durirà la tua fama et la tua gloria in kistu mundu.

[6] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 6, par. 20, comp. 57.11, pag. 144: ma tanto fu l'usbergho fisso e forte / che la lança volòe rotta in due sorte.

[7] f Laude tod., XIV sm., 57.12, pag. 304: Non fa il sangue gentil cotanto nobile / com' fa il molto saper fisso et immobile. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 40, pag. 166.7: Et nota ch(e) la boccha dellu cavallo deve e(ss)ere grande et b(e)n fissa et no(n) troppo dura né troppo molle... || Intendi 'ferma (nel tenere il morso)'.

2.1 [Astr.] [Rif. a una stella:] che non muta la propria posizione relativa (rispetto all'equatore, ai poli celesti e alle altre stelle). || Cfr. Paciucci, Astronomia, pp. 217-18.

[1] Gl Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 16, pag. 23.24: lo primo de li quali [[scil. cieli stellati]] è quello de sopra, là o' so' le stelle fisse; e so' chiamate fisse a ciò che lo loro movemento da oriente ad occidente è uguale, e stanno tuttavia en uno èssare, e non se delonga l'una da l'altra...

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 4.3735, pag. 346: Sopra noi molte stelle troppo spisse, / Che illuminando fanno la chiarezza, / Son dell'ottava sfera stelle fisse.

[3] <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 4, 58-75, pag. 66, col. 2.6: Se quel spechio che conduxe e su e çó del so lume', çoè 'l sole che illumina su Mars Iupiter e le stelle fixe, e çó Venus Mercurio e Luna e llo elemental mundo 'fosse con quella constellazione...

[4] Gl Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 95.20: Ruota delle stelle fisse, cioè ferme che non si muovono...

2.1.1 S.f. Stella immobile nel firmamento (secondo la concezione tolemaica).

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 3.43, pag. 344: In fra le fisse niuna v'è più diva / di luce presso a lei ed è nel Cane / e 'cuor del Cane' voglio che la scriva.

2.1.2 [Astr.] [Rif. a un segno zodiacale:] corrispondente a periodi di stabilità climatica e astrale, lo stesso che fermo o stabile. || Cfr. Paciucci, Astronomia, p. 203: «Segno centrale di una quarta, l'ingresso del sole nel quale non determina cambiamenti nelle caratteristiche della stagione in corso». Nell'es. in contrapposizione a mobile e comune.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 4.41, pag. 347: A quel che prima dimandato m'hai, / dico come in due segni i dieci vanno: / e questo fu che più non ne parlai; / a la seconda, sì come i tre stanno / l'un mobil, l'altro fisso e poi comuno, / così di terzo in terzo i nove fanno.

2.2 Che non cambia; invariabile (anche in contesti fig.).

[1] f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. II, cap. 8, pag. 59.37: per la qual cosa adiviene che in quella eternità incommutabile sta fisso e invariabile tutto ciò che di fuori da quella per corso di seculi si rivolge. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 13, pag. 111.25: Costanza, secondo S. Isidero, è fissa fermezza in suo proponimento, nel quale non si vuole esser sì fermo che l'uomo caggia in vizio di durezza.

[3] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 19.93, pag. 144: veder potevi Amilio ed Amico, / che s'amâr d'un amor sì caldo e fisso, / che certo quei che funno al tempo antico, / Eurialo e Niso, non s'amâr più forte...

[4] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. XXI, cap. 8, vol. 9, pag. 39.4: Or che è tanto disposto dal fattore della natura del cielo e della terra, siccome l'ordinatissimo corso delle stelle? E che è fermato con sì fisse e stabili leggi? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2.2.1 Fig. Fedele; affidabile.

[1] Poes. an. sic., 1354 (?), 120, pag. 27: Dundi eu, videndu stissu, - in parti mi disperu: / par ki non sii quissu - ki clama nostru cleru; / guai ni adiveni spissu, - kì si teni falsu veru; / si voi nostru animu fissu, - torna a vinditta feru.

2.2.2 Fig. Rivolto costantemente a qsa.

[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1374] 3.38: Perduto è il buono amor e 'l dolce servo / del buon tempo vetran ch'oggi non liece; / davan cento per diece / et or son fissi a dar diece per cento: / ampo' non è di lor homo contento!

[2] f Bartolomeo da Castel della Pieve (ed. Corsi), XIV (tosc.), 77, pag. 512: terrai l'animo fisso / a bestemiar te stessa, Amore e Dio... || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

2.2.3 [Rif. a un liquido:] rappreso?

[1] Gl x Arte del vetro, XIV ex. (fior.), cap. LIV, pag. 151: e questo olio fisso overo stagnante è ingrediente perseverante, el quale occultano i filosofi, col quale tu puoi fissare molti corpi e spiriti...

2.3 [Chim.] [Rif. a una sostanza:] che tende a non passare allo stato gassoso o a quello liquido; non volatile.

[1] f Cecco d'Ascoli, Sonetti, a. 1327 (tosc.), 1.3, pag. 153: Chi solvere non sa nè assottigliare, / Corpo non tocchi nè argento vivo, / Per chè non può lo fixo e 'l volativo / Tenere a chi non sa de' dua un fare. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

[2] x Arte del vetro, XIV ex. (fior.), cap. LXVI, pag. 51: Poi lava questa cosa con acqua chiara, infino che si parta ogni sale: rimarrà solamente il solfo fisso puro, e non arderà.

2.4 Stabilito o determinato in modo da non variare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 33.3, vol. 3, pag. 543: Vergine Madre, figlia del tuo figlio, / umile e alta più che creatura, / termine fisso d'etterno consiglio...

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 132.23: e se i fati di Jove domandano questo, e qui sta fisso el termino, almeno sia egli tormentato di battaglia e d'armi di audace popolo...

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 187.8, pag. 243: così son le sue sorti a ciascun fisse.

[4] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. XII, cap. 16, vol. 5, pag. 56.2: se non che nella sua eternità, e nel suo Verbo a sé coeterno, già era fisso nella predestinazione quello che doveva essere nel convenevole tempo? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2.5 Estens. Che denota caparbietà o ostinazione; inamovibile.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 2, pag. 183.23: Cotali cose proferea, ricordando, e fisso istava. || Cfr. Verg., Aen., II, 650: «Talia perstabat memorans fixusque manebat».

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 107.19: Se a me non sedesse nell'animo fisso e fermo di non volermi accompagnare ad alcuno legame di matrimonio...

2.6 Fig. Che non si può mettere in dubbio, certo.

[1] f Libro de' beneficii volg., XIV/XV (fior.), L. IV, pag. 77.3: Questo è fisso e fermo, che quello che è onesto, è amato, non per null' altra cosa, se non perché egli è onesto. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2.7 Avv. In modo indefettibile, saldamente.

[1] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 8, 16.7, pag. 102: ed e' m'ha insegnato saldo e fisso / Iesù Cristo a cognoscer crucifisso.

3 Che si dedica a un'attività o si rivolge a considerare qsa o qno senza distoglierne l'attenzione; intento, assorto (in qsa o qno), lo stesso che fiso.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 2.118, vol. 2, pag. 33: Noi eravam tutti fissi e attenti / a le sue note...

[2] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 8.58, pag. 70: Ma poi che con ragion t'ò dimostrata / tutta la valle de l'oscuro abysso, / come la Comedìa l'à divisata, / rest'a vedere, con intento fisso, / lo gran dificio c'abita nel centro, / contra Natura iustamente fisso.

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 9, ott. 65.3, pag. 560: Con pietoso occhio Emilia riguardava / ver Palemone, e 'n piè il fece drizzare, / e le parole sue fissa ascoltava...

[4] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 4, pag. 305.26: Ma non che ll'anima nostra possa pensare fissa a una cosa e lla vegietativa aoperi a un'altra cosa e lla razionale aoperi a un'altra cosa...

[5] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 32, pag. 777.12: imperò che prima dimostra la fissa attenzione ch'elli avea a ragguardare Beatrice, e come ne fu rimosso...

[6] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), 4, pag. 192: e li suo' santi colle ment[e] fisse, / prieghin ancor la vergine Maria, / et san Giovanni che tanto ben disse...

[7] Considerazioni stimmate, XIV ex. (tosc.), 4, pag. 255.22: Veramente l'anima sua, fissa e ratta in contemplazione delle cose celestiali, non avea sentito cosa terrena...

- [Rif. agli occhi o allo sguardo:] rivolto in una sola direzione; concentrato nell'osservazione o nella contemplazione (di qsa o qno).

[8] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 5, pag. 182.4: in quanta cechitade vivete, non levando li occhi suso a queste cose, tenendoli fissi nel fango della vostra stoltezza!

[9] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 400.7: e di fuori dice, che sono inorate d'un oro sì lucentissimo, che non vi si può per loro tenere gli occhi fissi.

[10] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 6, cap. 1, pag. 406.24: Manifesto è, che il giovane menato al luogo dove si esaminavano e sentenziavano li processi, fisso il viso in terra, perseverantemente tacea...

3.1 Avv. [Rif. all'atto di guardare:] con intensa concentrazione; senza distogliere l'attenzione (da qsa o qno).

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 29, pag. 237.21: chè s'e' pulcini dell'aquila non guardassero fisso ne' raggi del sole, sì li gitta fuore del suo nido.

[2] Giunte a Restoro, XIV in. (it.sett./fior./eugub.), [10], pag. 258.20: però che stando uomo atento a udire non vede, e se l'uomo mira ben fisso, come 'l dipintore, suona la campana e non l'ode, e non si ne addae.

[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 14.2843, pag. 297: Se non prende la preda in quattro salti [[scil. il leopardo]], / Per la vergogna in terra fisso guarda / Provando sdegno delli vili assalti.

[4] Botrico da Reggio, Io vidi raggi, XIV s.-t.d. (emil.>ven.), 70a.12, pag. 129: ma di fuor gli acti senbiavan molesti, / ch'a lei fisso mirar tuto vi desti / cum un viso pietoso e pien di bramma...

[5] Poes. an. perug., c. 1350, 349, pag. 25: Se con luce cervier tu fisso adocchi / non vederaie scuxa o inocentia / che scholpe gli nocente che tu tocchi.

[6] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), I, ott. 57.6, pag. 17: chiamar si fa Maria, di grande stato, / questa che corre lampeggiando fisso, / con l' alta chioma legando gli amanti / al ben servir con amorosi canti.

3.1.1 Estens. Attentamente.

[1] Paolo dell'Aquila, XIV u.q. (napol.>sett.), 5.8, pag. 101: e prima ch'io a tal pianger mi cali, / fo ciaschedum accorto che rimiri / e co ragion si agiri / fisso negl'anni mei, ne' quali m'attempo...

4 Estens. Che ha consistenza solida.

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 362.4: e il muccara si è il migliore zucchero che sia, però ch'è più cotto e la pasta sua si è più bianca e più fissa che nullo altro zucchero...

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 376.12: Legno aloe vuol essere pesante e fisso, e quando l'uomo lo morde col dente che abbia savore un poco amaro...

[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 131, pag. 138.3: E brusase le scorçe del salgaro e componese cum lo axéo, po se aministra in tute le infirmitè, in le qualle è neccesitè de exiccare, como è in le veruce fixe.

[4] a Giorgio Gucci, Viaggio, a. 1393 (fior.), cap. 13, pag. 280.32: ed è il detto sasso di colore chiaro come sarebbe uno ciottolo arnigiano che fosse bene chiaro e bene fisso.