ORNATRICE s.f.

0.1 ornatrice, ornatrici; f: ornarise.

0.2 Lat. ornatrix, ornatricem.

0.3 Boccaccio, Fiammetta, 1343-44: 1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Fiammetta, 1343-44; Arte Am. Ovid.(A), XIV pm. (pis.).

In testi sett.: f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Colei che adorna o abbellisce (fig.). 1.1 [Per trad. del lat. ornatrix:] colei che per guadagnarsi da vivere acconcia i capelli di una donna.

0.8 Marco Maggiore 09.11.2017.

1 Colei che adorna o abbellisce (fig.).

[1] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 20, pag. 207.22: O mani inique e possenti ad ogni male, voi, ornatrici della mia bellezza, foste gran cagione di farmi tale che io fossi disiderata da colui il quale io più amo...

1.1 [Per trad. del lat. ornatrix:] colei che per guadagnarsi da vivere acconcia i capelli di una donna. || Entrambi gli es. dipendono da Ov., Ars am., III, 239: «Tuta sit ornatrix».

[1] Gl Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. III, pag. 114.23: Sicura sia l'ornatrice [[interl. la fante che ti pettina]]: io abbo in odio culei che fier le gote co l'unghie e colui che co l'ago ficca le braccia rapite...

[2] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. III, [vv. 239-42], pag. 95v.24: o ti fante, over donna, che ti fai pettenar li cavelli, fà che la toa serviressa sia segura, çò è che tu non la scrini, né la batti, che io sì ho ad odio quella che empiaga lo volto dela ornarise o dela fantesella cum le onghie, o che li ponçe le braçe cum l'ago... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.