RISSARE v.

0.1 rissavano, risso, rixà ; f: rissare.

0.2 Da rissa.

0.3 Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.).

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; f Frontino volg., a. 1381 (bologn.).

N L'att. in Francesco da Buti è cit. dantesca.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Intraprendere una disputa o una lite con qno. 1.1 Pron. Accendersi d'ira o d'indignazione nei confronti di qno.

0.8 Marco Maggiore 16.11.2017.

1 Intraprendere una disputa o una lite con qno.

[1] ? Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 136.217, pag. 551: Enprendi zo che dé venir / per zo ch'è passao derer. / De rixà no seí prumer. / Pensa zo che tu dei dir. || Ma cfr. Nicolas, Anon. gen., p. 383: «De rixa no sei prumer».

[2] Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.), cap. 4, pag. 25.17: Ed uno altro giorno trovò dui ebrei, che rissavano insieme.

[3] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 98.3, pag. 174: Non è sublime il cielo ov'è il suo centro, / Anzi è più colmo ne l'infimo abisso, / Ove, per pace aver, guerreggio e risso...

[4] f Frontino volg., a. 1381 (bologn.), L. III, [cap. 2], pag. 58v.6: et fecero alquanti pochi aparere dala parte de' muri [[...]], con li quali alquanti usciti dele nave sença arme mostrassero de rissare... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Fr., Strat., III, 2, 10': «cum quibus e nave quidam egressi inermes simulata rixa concurrerent».

[5] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 56.14: onde, se co· mia lingua or ti punisso, / non ti maravigliar, ché tal' trivelle / ti foran senpre, poi che teco risso, / fin ch'io non veggio tua mente disporre / verso la strada ch'a la gloria corre.

1.1 Pron. Accendersi d'ira o d'indignazione nei confronti di qno.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 30.132, vol. 1, pag. 522: Ad ascoltarli er' io del tutto fisso, / quando 'l maestro mi disse: «Or pur mira, / che per poco che teco non mi risso!».

[2] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 30, 130-141, pag. 777.2: Or pur mira; tu, Dante, Che per poco è che teco non mi risso; cioè non mi corruccio.

[3] f Cino Rinuccini, XIV sm. (fior.), 28.4, pag. 142: Se già mai penso alla mia vita affisso, / quant'ella è frale e come Morte strugge / ciò che è nel mondo, e come il tempo fugge, / spesso contra di me m'adiro e risso. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.