LINGUA s.f.

0.1 lenga, lenge, lenghua, lenghue, lengoa, lengu', lengua, léngua, lengue, linga, linggua, linghua, linghue, lingu', lingua, lingue, lingui, llingua.

0.2 Lat. lingua (DELI 2 s.v. lingua).

0.3 Glossario di Monza, X: 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Lett. lucch., 1297; Lett. sen., XIII u.v.; Simintendi, a. 1333 (prat.); f Laude di Sansepolcro (1) , XIV pm. (ssep.); Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Glossario di Monza, X; Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.); Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); a Omelia padov., XIII s.q.; Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.); Memoriali bologn., 1279-1300 (1288); Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.); Auliver, XIV c. s.d. (trevis.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Columba da Vinchio, XIV (piem.); Poes. an. savon., XIV.

In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Bosone da Gubbio, Duo lumi, p. 1321 (eugub.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Manfredino, a. 1328 (perug.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Stat. perug., 1342; Stat. castell., XIV pm.; Stat. Montecassino, XIV (luc.); Destr. de Troya, XIV (napol.); a Apologhi reat., XIV; Gloss. lat.-eugub., XIV sm.; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Formula di confessione sic., XIII; Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. a lingua 1; arte della lingua 2.10; avere la lingua sciolta 2.7.1.1; avere lingua 2, 2.11; avere troppa lingua 2.13.1; avere una buona lingua 2.8; cambiare lingua 2.9; con lingua 1; correggere la lingua 2.4; costringere la lingua 2.4; di doppia lingua 1; disciogliere la lingua 2.7; discorso di lingua 2; dislegare la lingua 2.7; domare la lingua 2.4; dono delle lingue 3; lingua bovina 1.7; lingua cervina 1.8; lingua del cuore 1.6; lingua di fiamma 1.4; lingua di fuoco 1.4; lingua di serpente 1.11; lingua di sì 3.1.2; lingua di terra 1.2.1; lingua di vipera e di serpente 1; lingua d'oco 3.1.1; lingua d'uomo 1.6; lingua ericina 1.9; lingua forcuta 2.2; lingua investita 1.5; lingua ircina 1.7.1; lingua materna 3.2; lingua mortale 1.6; lingua rivestita 1.5; lingua sciolta 2.7.1; lingua serpentina 1.10; lingua tagliente 2.2; lingua umana 1.6; lingua vestita 1.5; lingua volgare 3.1; mala lingua 2.2; mordersi la lingua 1; morire con lingua 2.12; morire senza lingua 2.12 ; mozzare la lingua 2.5; mutare lingua 2.9; parlare con due lingue 1; peccato della lingua 2; peccati della lingua 2; per lingua 1; perdere la lingua 2.6; perdere l'uso della lingua 2.6.1; porre freno alla lingua 2.4; raffrenare la lingua 2.4; restringere la lingua 2.4; rifrenare la lingua 2.4; ritenere la lingua 2.4; sciogliere la lingua 2.7; sentire lingua 2.11.1; slegare la lingua 2.7; sostenere la lingua 2.4; togliere la lingua 2.5.1; trascorrimento di lingua 2.

0.6 N L'es. del Libro della cura delle malattie, cit. a partire da Crusca (3) e passato a TB e GDLI, potrebbe essere un falso del Redi: cfr. Volpi, Le falsificazioni, pp. 73-76.

0.7 1 [Anat.] Nell'uomo e negli animali, organo muscolare del gusto e del tatto posto all'interno della bocca, che partecipa alla masticazione e deglutizione del cibo; negli esseri umani, ha una funzione essenziale nell'articolazione del linguaggio. Anche in contesto fig. 1.1 [Prov.] La lingua non ha osso ma fa rompere il dosso. 1.2 Fig. Porzione di terra di forma stretta e allungata (una penisola nell'es.). 1.3 Fig. Oggetto di forma stretta e allungata. 1.4 Fig. Lingua di fuoco, lingua di fiamma: fiamma, falda di fuoco (partic. rif. alle fiammelle della Pentecoste). 1.5 [Gastr.] Lingua vestita, investita, rivestita: lingua animale cosparsa all'esterno di ingredienti. 1.6 Sinedd. [Rif. alla facoltà di esprimere un pensiero attraverso la parola (per lo più con un verbo di dire, di cui la lingua è soggetto) (anche in opposizione all'operazione dello scrivere)]. 1.7[Bot.] Locuz. nom. Lingua bovina: lo stesso che buglossa o borragine. 1.8 [Bot.] Locuz. nom. Lingua cervina: specie di felce con proprietà officinali (Phyllitis scolopendrium). 1.9[Bot.] Locuz. nom. Lingua ericina: altro nome della piantaggine. 1.10 [Bot.] Locuz. nom. Lingua serpentina: lo stesso che erba luccia. 1.11 Locuz. nom. Lingua di serpente: escrescenza dura posta sul capo di alcune specie di serpenti, corno. 2 Facoltà di espressione e comunicazione del pensiero attraverso la parola (anche scritta); loquela. In partic., rif. ai modi e ai contenuti del discorso (anche in contesto fig.). 2.1 [Rif. al verso degli uccelli]. 2.2 [Con un aggettivo che specifica il modo e l'intenzione della loquela o di chi parla]. 2.3 [Prov.]. 2.4 Fras. Correggere, costringere, domare, raffrenare (rifrenare), restringere, ritenere,sostenere la lingua, porre freno alla lingua: moderare il tono o il contenuto di un discorso; evitare di parlare, tacere. 2.5 Fras. Mozzare la lingua: far tacere qno, togliergli la facoltà di parlare. 2.6 Perdere la lingua: perdere la facoltà della parola. 2.7 Fras. Disciogliere,sciogliere la lingua; dislegare, slegare la lingua: acquisire la capacità di parlare; diventare eloquente. 2.8 Fras. Avere una buona lingua: parlare in modo schietto (in senso ironico). 2.9 Fras. Cambiare, mutare lingua: dire cose diverse su qno o qsa, a seconda della situazione. 2.10 Arte oratoria; capacità di comporre discorsi o testi. 2.11 Fras. Avere lingua: avere notizia, conoscere per sentito dire. 2.12 Fras. Morire con / senza lingua: morire avendo / non avendo fatto testamento. 2.13 Eccesso, intemperanza nel parlare. 3 Sistema di comunicazione verbale proprio di una comunità, idioma (anche con indicazione della varietà). 3.1 Lingua volgare (gen. contrapposta al latino): idioma del popolo, della gente comune. 3.2 Lingua materna: lingua che si apprende nell'infanzia. 3.3 Linguaggio proprio di una dottrina, di un genere letterario; stile. 4 Nome, appellativo.

0.8 Zeno Verlato 11.09.2014.

1 [Anat.] Nell'uomo e negli animali, organo muscolare del gusto e del tatto posto all'interno della bocca, che partecipa alla masticazione e deglutizione del cibo; negli esseri umani, ha una funzione essenziale nell'articolazione del linguaggio. Anche in contesto fig.

[1] Gl Glossario di Monza, X, pag. 41.14: linga: glosa...

[2] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1224, pag. 68: Molto pregava lo Divès / A Laçaro qe 'l secorrés / E 'l ded menore se muiàs / E la lengua li refredàs / Qe molt era destruta et arsa...

[3] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 202.7: san Grigorio [[...]] fecelo disepellire e trovò che tutto era tornato in terra se non s'erano l'ossa e la lingua...

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 169, pag. 201: Li misri pur d'angustia le lengu' se mangiaran / E De nostro segnor fortment blastemaran...

[5] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 18, pag. 214.7: conciosiacosaché la natura abbia ordinata la bocca e la lingua a mangiare ed a favellare, l'uomo non dî fare l'uno e l'altro ad un'otta...

[6] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 14, pag. 307.9: non si trovò il suo corpo in neuna parte magagnato, se non che era ignuda, e la lingua avea un poco cambiata.

[7] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 1, pag. 3.10: la vertù che diede Idio a l'uomo nella lingua di sapere favellare è la cagion perché avanza tutte le bestie...

[8] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 117.6, pag. 197: sordo son quando li sono al viso, / e muto a lei parlare, e non batto / lingua né polso, sì sono conquiso...

[9] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 17b, pag. 106.5: qualunque fiata esso vapore se congiunge con la saliva [[...]], entra per quella spongiosa carne la quale ène in sommità de la lengua, rende sapore a lo spirto k'è innel nervo dentro...

[10] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 16.21, pag. 498: Se lingua ciascun membro / del corpo si facesse, / vostre belleze non porian contare...

[11] Poes. an. urbin., XIII, 21.68, pag. 584: O dolçe pranço et o dulçe cena / quando el ventre deiuna e la lengua s'affrena, / lo stomaco è vòito e nno sente pena...

[12] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 5, pag. 45.5: E quando tu vorrai sapere di terra dolce, tu ne metterai un poco in uno vasello con acqua dolce, e poi l'asseggerai con la lingua, e saprai s'ella è dolce o amara...

[13] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 40, pag. 61.9: La volpe [[...]] quando ella ave fame sì ssi lorda tutta e vassene in uno campo e ponsi riverta in terra e chava fuore la lingua e sta cussì acconcia...

[14] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 34, pag. 248.28: E Dogodius ferì uno cavaliere che avea nome Cierteas di Marine, e fesseli lo capo e la lingua per mezzo.

[15] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 75.8, pag. 193: chi se poria tenere / di non bagnarsi la lingua e 'l palato?

[16] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 75.10: due bestie molto fiere e molto sozze, e avevano le lingue vermiglie come fuoco...

[17] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), 728, pag. 40: Or se ne ven la mala bestia, / Avrì la gola, levà la testa / E ven corando a Margarita, / Sovra so co' ge mis la lengua / E en la tera la porta e 'nfrega...

[18] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 211.5: Lyo patricio privà Iustinian del regno, e abiandolo privado quello del naso e dela lengua, elo lu mandà in bando a Tersona.

[19] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 1, pag. 5.7: E però ad esso [[convivio]] non s'assetti alcuno male de' suoi organi disposto, però che né denti né lingua ha né palato...

[20] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 36, cap. 8, par. 5, pag. 519.11: Non credere a' lodatori tuoi [[...]], i quali, quando per adulazione t' avranno lusingato [[...]], vedrai dopo te [[...]] stendere la lingua come cane per lo caldo.

[21] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 19, pag. 150.18: Unde diciamo che, avegna che Dio non abbia bocca e lingua, overo voce, a parlare...

[22] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Rubriche, pag. 35.26: Capitol de la infirmità de la lengua.

[23] Libro pietre preziose, XIV in. (fior.), pag. 314.13: E s' ella si trita, e spargesi in su li occhi et in su la fronte, sì guerisce et iscaccia il dolore de la lingua.

[24] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 3, pag. 150.8: Dela natura dela linghua. La lingua sì è fatta di diversa natura e di diversa matera, sì come di charne e di nerbi...

[25] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 244.10: S'io avesse diece bocche e altretante lingue, no mi basterebbono a dire le maladette arti delle meretrici.

[26] Novellino, p. 1315 (fior.), 69, pag. 288.3: trovaro che tutto era tornato alla terra, salvo che l'ossa e la lingua...

[27] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 17.75, vol. 1, pag. 286: Qui distorse la bocca e di fuor trasse / la lingua, come bue che 'l naso lecchi.

[28] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 110, pag. 365.41: perché tu possi vivere [[...]] sanza desiderare di mangiare lingue d'uccelli d'Affrica chiamati Feniconteri...

[29] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 508.31: Le lingue de costoro sono sì legate con forti ami e forte corde che guay non trano nè bene se possono udire...

[30] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 42, pag. 59.40: et se la condepnagione non pagasse infra dì X, siali tagliata la lingua.

[31] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.6.1, pag. 171: Ben mi conosco aver la lingua balba / per produr simel parole...

[32] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 178.9: Quegli vuole dire più cose: ma la lingua subitamente fue divisa in due parti...

[33] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 32, pag. 115.20: kisti episcupi cussì claramente parlavanu poy senza lingua, comu parlavanu avanti avendu la lingua...

[34] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 35, pag. 792.10: La voce era già venuta nella lingua per chiamare i servi...

[35] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 21, par. 1, vol. 2, pag. 58.20: E se la dicta pena pagare non poderà, la mano e la lengua glie facciano mocçare, sì ke giammaie non parle.

[36] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 27, pag. 32.19: Nasce alle galline talvolta pipita [[...]], e fascia la punta della lingua a loro...

[37] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 285.35: hec lingua, gue, la lingua e il linguaggio.

[38] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 23.93, pag. 69: E lassa!, ché sì il cuore ancor mi scoppa, / quando ricordo il gran distruggimento / di Claudio, che al dir la lingua aggroppa.

[39] Ingiurie lucch., 1330-84, 233 [1370], pag. 66.15: El co(n)viene che io ti chavi la lingua de gola...

[40] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 125.41, pag. 165: Come fanciul ch'a pena / volge la lingua et snoda, / che dir non sa...

[41] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 2, pag. 4.12: E sì è questa scorça grossa stiptica, e ol legno e le foie mordica la lengua.

[42] Poes. an. perug., XIV (2), 1.12, pag. 11: perdut'òn le guancie el colore, / la lengua non sente sapore.

[43] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 68, pag. 182.14: Lo male della lengua adevè p(er) paricchie accasciuni...

- Fras. Parlare con due lingue: esprimersi in modo volutamente ambiguo, parlare falsamente.

[44] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 363, pag. 574: Quel non è bon amigo qe parla con doi lengue / e va menand sofismi e briga con loseng[h]e.

- Locuz agg. Di doppia lingua: ambiguo, mendace.

[45] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 136.85, pag. 546: Omo de doja lengua fui, / chi lusenga dà primer, / ti presente, e poi te fer...

- Fig. Lingua di vipera e di serpente: bugiardo.

[46] Epist. di lu nostru Signuri, XIV sm. (?) (sic.), pag. 86.15: Et vui, miseri, ancora acuminzastivu a fari mali. O 'niqui et lingua di viperi et di serpenti, generacioni pessima!

- Locuz. avv. A / con / per lingua: a parole, a voce.

[47] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 2.53, pag. 32: sacciatelo per singa / zo ch'eo no dico a linga, / quando voi mi vedite...

[48] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 150.2: e molte cose mette inn iscritta le quali si temerebbe e non saprebbe dire a lingua in presenzia...

[49] Re Enzo, S'eo trovasse, a. 1272 (tosc.), 59, pag. 159: La vertute ch'ill'ave / d'auciderme e guarire, / a lingua dir non l'auso...

[50] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 3.68, pag. 34: sserìa fèro / poterlo a lingua alcun sì divizare...

[51] Terino da Castelfior., XIII sm. (tosc.), canz. 1.47, pag. 140: perch'io non voglio a lingua adimandare / quello ond'io son voglioso...

[52] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 369, vol. 1, pag. 262.31: se alcuno de la sua corte per lengua o vero scrittura o vero volontà d'alcuna certa persona elegere ad officio avarà pregato loro...

[53] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 518, vol. 1, pag. 324.15: se alcuno de la sua corte con lengua, o vero scrittura, o vero lusenga d'alcuna certa persona elegere ad officio pregarà essi...

[54] Stat. fior., 1334, L. I, cap. 69, pag. 251.19: se alcuno o alcuni compagni, o maestri d' alcuna compagnia dell'Arte di Calemala proponessono o dicesse[ro] a lingua o per scrictura...

[55] Lett. volt., 1348-53, pag. 173.29: intendiamo mandare costà domane a risponderti a lingua più pienamente ala tua lectera...

[56] Stat. sen., 1356-68, cap. 42, pag. 17.8: ciascheduno della decta arte sia tenuto di tenere in segreto ogni credentia che gli fusse inposta dal rectore della decta arte a lengua overo per iscriptura o per lo messo...

- Fras. Mordersi la lingua: frenare la parola, tacere.

[57] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 10.13, pag. 52: Alor non par che la lingua si morda, / né ciò mai vi mostrò Guido né Dante.

1.1 [Prov.] La lingua non ha osso ma fa rompere il dosso.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 2, pag. 180.8: Et anche il proverbio dice: che la lingua non à osso, ma fa rompere lo dosso.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 2: et in proverbio si dice: la li(n)gua no(n)n à ossa ma sì fa ronp(er)e le malvagie ossa...

[3] a Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 118.1: La lengua non à osso, ma fa rompare el dosso.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 47.51, pag. 276: la lengua no à [os]so / e par cossa monto mole, / ma sì fa rompir lo dosso / per usar mate parole.

[5] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 84, pag. 128.8: La lingua non à osso, ma ella fa ronpere il dosso.

[6] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [JacBol] madr. 18.7, pag. 44: «La lingua non ha osso, / ma spesse volte fa romper lo dosso».

1.2 Fig. Porzione di terra di forma stretta e allungata (una penisola nell'es.).

[1] f Lucano volg. (ed. Marinoni), 1330/40 (prat.), L. II, cap. [vv. 610-627], pag. 117.9: Uno stretto lato d'Italia che già costringe sé in sottile parte, produce questa piccola lingua nel mare, la quale chiude l'acque del mare Adriano con piegate corna.

1.2.1 Lingua di terra.

[1] f Fatti de' Romani (H+R), 1313 (fior.), [Luc. II] (R) 20, pag. 313.9: la città siede insù una lingua di terra che si lancia in mare, e in quella lingua di terra hae altresì come due corna... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.3 Fig. Oggetto di forma stretta e allungata.

[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 2, pag. 128.26: Ma nella lingua della bilancia, né nel appicchagnolo non ae neuna [[stella]].

[2] Doc. tosc., a. 1362-65, pag. 250.23: I pruova con più lingue et con I diaspro di sopra...

1.4 Fig. Lingua di fuoco, lingua di fiamma: fiamma, falda di fuoco (partic. rif. alle fiammelle della Pentecoste).

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 18, pag. 39.25: sì como se mostra quando lo nostro signore infiammò li apostoli del spiritu sancto, in ispetie di lenguede fuoco...

[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 2, pag. 43.15: Lo demonio vidde che Dio avea parlato per le lingue dei profeti et delli appostoli, quando mandoe loro le linguedi fuoco da cielo.

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 33, pag. 160.21: La fornaxa ardeva et era tropo accesa e vegne for una lengua de fiama...

[4] Columba da Vinchio, XIV (piem.), lauda, 45, pag. 99: Prega la Virgina lo salvaor, / de cel ge manda lo so ardor, / lenge de fogo cum grande amor...

[5] Poes. an. savon., XIV, 1.58, pag. 16: Spirito sancto amoroso / lengue de fogo sì descese / e li discipuli tuti accese...

1.5 [Gastr.] Lingua vestita, investita, rivestita: lingua animale cosparsa all'esterno di ingredienti.

[1] a Doc. fior., 1359-63, pag. 120.33: la sera per una lingua rinvestita di porcho cotta dal'oste per messer l'abate che tornò di fuori che avavamo cenato

[2] Stat. lucch., 1362, cap. 19, pag. 96.32: E in delle dicte du' viande non si conti raviuoli [[...]] nè salsiccie, nè carne salata, nè lingue investite, nè inductali...

[3] Stat. lucch., 1362, cap. 19, pag. 97.2: In della qual cena non si possa dare se non du' maniere di viande, in delle quali non s' intenda erbe o formaggio o giuncata o ricotto o salsiccie o carne salata o lingue vestite o inductali...

1.6 Sinedd. [Rif. alla facoltà di esprimere un pensiero attraverso la parola (per lo più con un verbo di dire, di cui la lingua è soggetto) (anche in opposizione all'operazione dello scrivere)].

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 1.20, pag. 12: Lo meo 'namoramento / non pò parire in detto, / ma sì com'eo lo sento / cor no lo penseria né diria lingua...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 74.5: Non sia donque la lingua pronta a parlare né la mano presta alla penna...

[3] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 126.11: Diogene diceva: «Da la coscienza muove lo male che parla la lingua».

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 2: disp(er)da Dio le labbra piene di dolori e la lingua maldicente.

[5] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 281, pag. 110: Se tut le lengu' dei homini k'il mond se pon trovar, / De quelle pen grandissime prendessen a parlar...

[6] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 2, pag. 163.6: li pensieri verreano meno de poterli pensare, e le lengue verreano meno de poterli narrare...

[7] Memoriali bologn., 1279-1300, (1288) [Giacomo da Lentini] 26.20, pag. 49: <E> lo meo innamoramento / non pò parere in ditto, / cusí com'eo lo sento / core no ·l pensaria né diria lenga...

[8] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 21, pag. 42.8: quivi la lingua isfrenatamente favella...

[9] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 8 parr. 8-11.6, pag. 30: Morte villana, di pietà nemica [[...]], / di te blasmar la lingua s'affatica.

[10] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 20, pag. 258.27: volendo dare piò che cor d'omo non pò desiderare, nè cheder lingua...

[11] Lett. lucch., 1297, pag. 38.27: p(er)ché noi potessemo sapere chiaro lo nosso fatto p(er) abattere molte lingue che pa(r)lano ischo(n)cio i(n) nosso cho(n)trario...

[12] Poes. an. urbin., XIII, 24.43, pag. 592: In quel k'à decto la lengua mia / non ç'à pensato la mente mia, / et imperçò la bocca mia / orato à sença valore.

[13] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 7.139, pag. 88: Clama lengua e core: / «Amore, amore, amore!»...

[14] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 246, pag. 636: ké 'l canto è tanto bello [[...]], / ke cor no 'l pò pensar né lengua proferir...

[15] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 6.110, pag. 116: Trame de corpa e d'arror, / chi de justixia e' segnor, / per che mea lenga preiche / le toe aveerie esser drite.

[16] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 22.39, vol. 1, pag. 260: Ben fa lingua che tace, / sença dimanda, sempre quando serve...

[17] Gl Chiose interl. a Eneide compil. (L. I-IV), 1316/17 (fior.), pag. 13v.2: la boce [interl. lingua]... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[18] Auliver, XIV c. s.d. (trevis.), 52: Auliver dis ch'esser pò tart l'acorger, / ver' che l'om def for lengua et ovra sporger.

[19] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 20, pag. 205.30: La lingua gridava, e il cuore ardeva d' ira...

[20] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 159.9: E pognamo che con volgare materno facto, non perciò sia spregiato, ché latino mai mia lingua non apprese...

[21] f Laude di Sansepolcro (1) , XIV pm. (ssep.), 5.40: Da lo dolçore - che sente, èn tanta, / lengua né cor[e] - no'l pò dire tanta... || LirIO; non att. nel corpus da altra ed.

[22] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 18, par. 2, vol. 2, pag. 41.29: Et cui cum cori dubita et cum lingua nega, hereticus est...

- La persona, in quanto essere dotato di parola.

[23] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 2.36, pag. 42: Essendo 'l mondo di malitia pingue, / quando correvan mille con trecento / anni secondo le cristiane lingue...

[24] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 3, pag. 23.19: Provedea Iddio nel mio cospetto sempre [[...]], acciocch' io non mi commuova: e però lo cuore mio è dilatato, e la lingua mia si rallegrò...

- Lingua d'uomo, lingua umana.

[25] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 2.6, pag. 8: Greve mi sembra, donna, a lo ver dire, / che linguad' omo o pensiero di core / o guardo d' occhi possan ben ciausire / o sì nomar com' è vostro laudore...

[26] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 9, pag. 60.1: unde ène lo diletto così picciolo, e la penetenza così grande, che lingua d' uomo no lo sae divisare...

[27] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 93.7: Ma quanta buona ventura e groria questi aveano, lingua umana non 'l potrebe dire...

[28] Simone Fidati, Regola, a. 1348 (tosc.), pt. III, pag. 241.7: E sappi [[...]] che più imparerai orando divotamente, che non ti potria insegnare veruna lingua umana...

[29] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 89.4, pag. 634: poi che i servizii fai tal ch' alcun maggio / per léngua d' om contar non se poria...

- Lingua mortale.

[30] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 10, pag. 16.16: là mi furo dimostrato a discoverto i sagreti donde santo Paolo disse che nulla lingua mortale no gli dé discoprire.

- Lingua del cuore: pensiero intimo, puro, prima di essere espresso in parole.

[31] Tomaso da Faenza (ed. Zaccagnini), XIII sm. (tosc./faent.), 6.4, pag. 234: Ancor ch'io senta a ciascun manifesto / quanto vostro valor, donna, sormonti / e ogn'altro passi più là oltre i monti, / ciò che la linguadel cor tene in presto...

[32] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 3, pag. 9.1: E apreso sì gli dee dire in tale maniera che egli le dica de la lingua del cuore sì che quela de la bocca no parli...

1.6.1 [Prov.].

[1] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 322, pag. 307: Orecchie dé udire, / se lingua vuol dire.

[2] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 460, pag. 311: Viso presente / fa lingua tacente.

[3] a Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 105.10: Altro à l'uomo nel cuore ke ne la lengua.

[4] a Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 107.19: Boccha sença lengua çucha risomelglia.

[5] a Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 110.4: Capo sença lengua çucha risomelglia.

1.7 [Bot.] Locuz. nom. Lingua bovina: lo stesso che buglossa o borragine.

[1] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 490, pag. 486.13: Anche è un'erba che somiglia a linguabovina; chi la pigliasse e pestasse, e traesene il sugo, e pigliasse la banbagia e ponessela agli orecchi due volte o tre il dì da mattina, insino in XV dì, udirebe chiaramente.

[2] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 102, pag. 67.20: [3] Pigla marrobiu blancu e linguaboina et insuncza di vaca et miscala forti insembla...

[3] a Maestro Bartolomeo, Chirurgia di Ruggero da Parma volg., XIV (tosc.), [L. 3, cap. 7], pag. 272.3: togli salvia salvatica et domestica, lanciuola, centinerbia [[...]] et lingua bovina...

[4] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 102.6: Hec buglossa, se id est la lenguabuvina.

1.7.1 [Bot.] Locuz. nom. Lingua ircina: lo stesso che buglossa o borragine (variante selvatica).

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 353, pag. 392.24: Unde l'è algun cendere, in lo qualle vençe la parte stipticha, como è in quello che se fa de rovere e de lo arbore del mastexe e de quella pianta, la qualle se chiama lingua yrcina, in tanto che cum quisti cendere asè fiè sì se restrençe el fluxo de sangue de le nare.

1.8 [Bot.] Locuz. nom. Lingua cervina: specie di felce con proprietà officinali (Phyllitis scolopendrium).

[1] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 28, pag. 39.2: [1] Contra opilacioni di ficatu di materia cauda pigla lingua chirvina, arrivogli chichiri...

[2] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 30, pag. 41.6: [2] Item pigla la linguachervina: data ad biviri cum vinu fina ' trenta iorni...

1.9 [Bot.] Locuz. nom. Lingua ericina: altro nome della piantaggine.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 6, cap. 91, pag. 311.14: La Piantaggine, le quale per altro nome è detta Lingua ericina o petacciuola, è fredda e secca...

1.10 [Bot.] Locuz. nom. Lingua serpentina: lo stesso che erba luccia.

[1] f Libro della cura delle malattie: Cogli un buono mazzetto di foglie di linguaserpentina. || Crusca (3).

1.11 Locuz. nom. Lingua di serpente: escrescenza dura posta sul capo di alcune specie di serpenti, corno.

[1] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 56.21: consilglo voi ke facciate sempre stare in vostra mensa alcuno corno di serpente, lo quale èe appellato volgarmente Lingua di serpente, perciò che, se ' presenti cibi o beveraggi sono velenosi, quel cotale corno diventa humido.

2 Facoltà di espressione e comunicazione del pensiero attraverso la parola (anche scritta); loquela. In partic., rif. ai modi e ai contenuti del discorso (anche in contesto fig.).

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 21, pag. 561: De la lengua voi' dir alò primeramente, / per quel q'ela nos plu a gran part de la cente.

[2] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 61.10: Mai enpermordeçò eu aprovarai que caosa sea la toa lengua e la toa fe', et en qual parte lo to ençegno abia volontade de trarmi.

[3] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 108, pag. 422: col chor nì co la lengua n' i consentire...

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 49, pag. 160.5: quegli che gastiga l'uomo truova magior grazia appo lui, che cului che inganna per losinghe de la lingua.

[5] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 268, pag. 185: linguascrittura / non seria soficente / a dir compiutamente / le bellezze ch'avea...

[6] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore. inc.: di qua(n)ta dilessione la mia paternale carità ami la tua soctoposta filiasione a pena te lo potrei dire u co· lingua manifestare.

[7] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 28 parr. 1-3, pag. 123.4: non sarebbe sufficiente la mia lingua a trattare come si converrebbe di ciò...

[8] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 38.99, pag. 106: Lingue parlanti inique hai fatte mute, / e mute parlatrici e a bon trattando.

[9] Formula di confessione sic., XIII, pag. 300.16: Spitzialimenti diku mia kulpa di l' ordinu satzard(a)tali chi mali l' agiu asservatu, e l' ori chi mali l' agiu ditti e kku poku rivirentzia e dduvitzioni, chi la linggua labora e llu kori non ura...

[10] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 434.13: O redina di sapiensia, presta e adirissa la lingua mia, di che prestare e adirissare altrui possa!

[11] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 514, pag. 867: questa ce par gram meraveglia / che Tibaldello à ditto cum soa lengua».

[12] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 5, pag. 20.30: Il nuocere co la lingua e fare male altrui s'è in molti modi...

[13] f Fatti de' Romani (H+R), 1313 (fior.), [Sal. Cat.] (H) 15, pag. 90.25: queli i quali si nutricavano di mano e di lingua, ciò è ispergiurando e spargendo sangue de' loro cittadini... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[14] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 6.63, vol. 3, pag. 91: Quel che fé poi ch'elli uscì di Ravenna / e saltò Rubicon, fu di tal volo, / che nol seguiteria lingua né penna.

[15] Bosone da Gubbio, Duo lumi, p. 1321 (eugub.), 6, pag. 321: Pianga la tua del bel viso giocondo, / in cui tua lingua tanto ben dicea...

[16] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Fedra, pag. 32.5: Amore pur mi sforza di scrivere quello che la lingua parlare non osa.

[17] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 273, pag. 378, col. 1: Nello sou dire tenea / la manera ch'avea / Virgilio nel parlare [[...]], / cha Deo era con ella / in lengua et in favella.

[18] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 2, pag. 610.24: Ancora cotidianamente cademo con la lingua in ogni generazione de' mali parlari...

[19] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 5, pag. 67.11: nè mai la sua lingua si saziava di vilaneggiarlo.

[20] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 8, vol. 3, pag. 317.3: Bettone [[...]] era [[...]] colla piggiore lingua ch'uomo di Firenze...

[21] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 56, vol. 1, pag. 212.10: egli non avea la lingua presta a ben dire la sua ragione e la sua volontà.

[22] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 373, pag. 83: Sorsene gran questione et opera bructa et rea, / Che dire no llo posso tucto per lengua mea.

- Fras. Avere lingua: aver l'uso della parola.

[23] Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.), 22, pag. 56.9: "No ài-tu lengoa? Favela, ch'ancoi te nasca lo vermo can!"...

- Fras. Discorso, trascorrimento di lingua: errore, leggerezza nel parlare.

[24] Stat. castell., XIV pm., pag. 212.28: quale in alcuno die non cautamente giurarà per trascurimento de lengua secondo k' addivenire sole en molto parlare...

[25] Stat. fior., 1354, cap. 39, pag. 33.11: e se caso avenisse [[...]] che questa compagnia [[...]] ordinasse o facesse o per ignoranza o per discorso di lingua...

- Peccato, peccati della lingua: colpe contro Dio o la morale religiosa commesse nel parlare.

[26] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 36 proemio, pag. 497.25: Nell' ultimo luogo tra' vizj è da dire de' peccati della lingua...

[27] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 109.38: e molti mali avvengono per male lingue, siccom'i' ho divisato nel trattato de' vizj, là ov'io parlai del peccato della lingua...

[28] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 5, pag. 667.17: Poscia confessi le peccata della lingua, le quali sono di molte generazioni...

[29] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 2, pag. 18.3: escetto li peccati della lingua, de' quali dicemmo di sopra, pur quanto all' opere dico, che se ne commettono infiniti mali...

[30] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la biastema, vol. 1, pag. 118.17: Ora avemo X peccay de la lengua, donde lo primer sy è ocioxitae, la derera biastemar.

[31] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 59, pag. 67.24: Cui voli sapiri et pensari li peccati di la lingua, conveni ki sapia pisari et contrapisari la parolla, quali est et dundi illa nasci et ki mali illa fa...

[32] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 69, pag. 81.30: Ora havimu nui contatu dechi maineri di lu peccatu di la lingua, di li quali la prima est ociositati, et la ultima est biastima

2.1 [Rif. al verso degli uccelli].

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 3, pag. 88.12: O generato in Troja, interpreto degli Dei [[...]], il quale senti e conosci le stelle e le lengue delli uccelli... || Cfr. Verg., Aen., III, 370: «volucrum linguas».

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 10, pag. 326.12: Asilas, interpreto delli uomini e delli Dei, dal quale sono conosciute l'enteriora delle bestie, e le stelle del cielo, e le lingue degli uccelli... || Cfr. Verg., Aen., X, 177: «linguae volucrum».

2.2 [Con un aggettivo che specifica il modo e l'intenzione della loquela o di chi parla].

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 96, pag. 564: Salterio ni vïola ni strimento no ave / Davìd, sì fose dolce com'è lengua soave.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 2, pag. 181.7: Quello che piue dà male, et odia Domenedio [è] la lingua mendacie e che semina discordia intra fratelli...

[3] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 120.10: Cominciamento d'amistade è ben parlare. Cominciamento d'inimistade è la lingua villana.

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio musce cum formica.269, pag. 98: Quand hav dig la formiga con söa lengua argudha...

[5] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 55.10, pag. 165: Ed è stagion, che 'l senbrante è non bello, / ed altra, che la lengua è non villana.

[6] Poes. an. urbin., XIII, 24.71, pag. 593: La mia lengua vitïosa / de mal dir no [à] avuta posa...

[7] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 91.3, pag. 312: chi per Dio chiere ed ha lingua pietosa / alegramente deve essere uduto...

[8] Lett. sen., XIII u.v., pag. 49.11: [e] in questo è la nostra vettoria, che la carne ad lo spirito sie sottoposta, la lengua sie tenperata et vera, l' operatione sie iusta et santa.

[9] Lett. lucch., 1301 (3), pag. 136.16: Ora noi pare, postra ched è sì rio (e) p(er)icoloso p(er) la sua ria (e) bugiadra lingua, che voi d(e) gua(r)niate li v(ost)ri amici i(n) co(r)te...

[10] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 321.8: Che diroe io quand'elle nel loro parlare frodano alcuna lettera legittima, e la iscilinguata lingua sia costretta da la comandata boce?

[11] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 31, 1-12, pag. 661, col. 1.9: La terza cosa, tratta che omne lengua poetica ne serave povera, et insufficiente sí come aparerà...

[12] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 2.9, pag. 78: La breve lingua par più luminata, / È più leçiera a cognoscenza e grata...

[13] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 2.54, pag. 17: Tu guardi là, e forse ti diletta / il cantar che tu odi, il qual piuttosto / pianto si dovria dire in lingua retta.

[14] Comm. Rim. Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 81, pag. 621.6: unde dice «lingue sacrileghe», cioè lingue che con mal dire invulano pregio e lode...

[15] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 49.22: «E se per avventura dire vuogli quello che molti con ardita lingua soleano dire...

[16] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 28, pag. 427.14: Curio [[...]] fu omo asai di grande lengua...

[17] a Apologhi reat., XIV, 20.13, pag. 679: La golpe co la lengua desducente / leccò la vidanna de presente.

- Locuz. nom. Mala lingua: discorso calunnioso; persona calunniosa.

[18] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 22, pag. 110.17: lo resonar d'i chiovi [[...]] vorreve senpre ch'el m'inpisse le oregie ch'ele no poessan uguir le male lengue.

[19] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la biastema, vol. 1, pag. 118.20: Salamon lo mostra ap(er)tamenti che l'incomenzamento de mara lengua si è follia e a la fim si è error pessimo.

[20] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 7, pag. 110.10: Perché tra ' venditori e compratori si suole mischiare la mala lingua...

[21] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 75.8: E però noi ci dobiamo confermare co' lui, e a lui fare orazione che ci difenda da rio tradimento, e dalle male lenghue ci esaudisca.

[22] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 54, pag. 127.18: di che una mala lingua di quelli del cerchio, cominciò a dire di nuove cose della moglie...

- Fras. Lingua forcuta: (per paragone con il serpente) attitudine all'inganno; discorso ambiguo, ingannatore.

[23] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.21, pag. 76: Aio una nora astuta, - co la lenguaforcuta, / con una voce enquina, - che non ci arman vecina / che non oda 'l gridato - de lo suo morganato...

[24] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 12.5, pag. 105: Co la lengua forcuta / m' hai fatta esta feruta...

- Fras. Lingua tagliente: (per paragone anche esplicito con una lama) modo di parlare salace o maligno.

[25] Poes. an. urbin., XIII, 25.75, pag. 598: La bocca ò avuta aperta e la lenguatalgente, / de li Toi servi, Amore, so' stato mal dicente...

[26] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 25, pag. 123.9: Tulio e Virgilio con gli altri poeti chi han lengue fiorie tagliente pù cha spae de novo amolae...

[27] Petrarca, T.F. III, 1371, 29, pag. 573: Poi contendea Demostene ed Eschine: / ciascun con sì tagliente e con sì aguta / lingua ch' udendo lor querele tante / Grecia mi parve sbigottita e muta.

2.3 [Prov.].

[1] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 239, pag. 304: Lingua mendace / con Dio non ha pace.

2.4 Fras. Correggere, costringere, domare, raffrenare (rifrenare), restringere, ritenere, sostenere la lingua, porre freno alla lingua: moderare il tono o il contenuto di un discorso; evitare di parlare, tacere.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 2, pag. 181.2: Et perciò, advegna che non si possa la lingua domare compiutamente dell' uomo, almeno si dia constringere ad ciò che sia veracie e non bugiarda...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, inc.: non è alcuno che la lingua sua piename(n)te possa domare...

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 35, pag. 61.29: Vergogna è virtù per la qual [[...]] si rifrena la lingua che sozze parole o di soperchio non favelli.

[4] Disticha Catonis venez., XIII, L. 1, dist. 3, pag. 43.10: Eu enpenso esser prima vertù constrençer la lengua...

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 88.1, pag. 350: Omo che pò la sua lengua domare, / granne me pare c'aia segnoria...

[6] Fiore, XIII u.q. (fior.), 133.4, pag. 268: La vertude più sovrana / Che possa aver la criatura umana, / Sì è della sua lingua rifrenare.

[7] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), I, 3.2, pag. 130: P(er) la p(r)ima virtute no pone i(n) sua scriptura / de la lengua restrenger(e) che nde ayamo gran cura...

[8] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 36, cap. 2, par. 8, pag. 503.8: chi non raffrena la lingua, guasta la concordia.

[9] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 109.39: poni freno alla tua lingua, e guarda non la lingua ti faccia cadere dinanzi tuoi nemici...

[10] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 384.17: saratti per guadagno avere ritenuta la lingua.

[11] f Iohanni Campulu, Dialagu s. Greg., c. 1315 (calabr. centro-sett.), L. II, cap. 23, pag. 63.31: Benedictu mandau a dirj a chillj monachi: 'Corrigitivi la lingua vostra, ca si vuy non vi mindati, eu vj scomunicu'...

[12] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 26.72, vol. 1, pag. 444: «La tua preghiera è degna / di molta loda, e io però l'accetto; / ma fa che la tua linguasi sostegna.

[13] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 12.4666, pag. 398: Tristo è chi parla se non vede como / E chi non sa sua lingua raffrenare.

[14] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 2, pag. 483.2: uno di questi domandandolo perch' elli solo ristringea la sua lingua, disse: «Però che avere favellato, alcuna volta me ne pentii...

[15] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 26, pag. 102.19: Le quali donne non mutandosi dalli primi costumi nè avendo rifrenata la lingua...

[16] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 4, pag. 12.3: A sapere costrígnare la lingua, è prima et ultima virtù...

[17] Stat. pis., XIV pm., pag. 9.6: La lingua si debbia raffrenare ciascuno da giuramenti vani e maximamente da spergiuri...

[18] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 11.35, pag. 34: E chi prefettamente l' ira acquatta, / E raffrena la lingua, è netto e puro...

[19] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 27.38, pag. 166: Oh quanto è saggio l'uomo, che sa porre / freno a la lingua e a la mano ancora...

[20] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 192, pag. 293.17: per nenti combatti contra li altri peccati ki non riteni sua lingua.

[21] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [JacBol] madr. 18.1, pag. 44: Prima virtut'è constringe[r] la lingua, / cantase in Cato...

[22] Stat. Montecassino, XIV (luc.), pag. 28.27: Lu nono gradu de la hu(m)ilitate ène si lu monacho refrena la li(n)gua de lo parlare et tenga silencio...

[23] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 26, pag. 140.13: le dite done no aveam ancora perfetamenti refrenâ la lengua.

2.5 Fras. Mozzare la lingua: far tacere qno, togliergli la facoltà di parlare.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 79.25, pag. 326: Veio un tale non-veio, che onne cosa me ride; / la lengua m' è mozata e lo pensier m'ascide...

[2] a Conte Naddo, XIV (tosc.), son IVa.14, pag. 53: E non mi dar cagion di palesare / come nelle triste opre sè involuto: / <che> me' ti sarie la tuo linguamozare!

2.5.1 Fras. Togliere la lingua a qno.

[1] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 63, pag. 177.3: Quello da cui vene tuta egualança e bene ve dia gracia de procedere in questo vostro officio sì ke voi [[...]] toglati la lengua ad omne persona, ke non possan usar né dire cosa de [re]prehensione de voi...

2.6 Fras. Perdere la lingua: perdere la facoltà della parola.

[1] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 50, pag. 690.10: Qui dice che la dea d' amore si fa scede di colui che solea essere sì bello favellatore e ora ha perduta la lingua.

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 4, cap. 4.123, pag. 106: i' son sì pien del sommo bene / Che ssi ricieve apresso di tal gratia, / Ch' i' ò perduta la lingua e lla mente...

2.6.1 Perdere l'uso della lingua: divenire muto.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 5, vol. 2, pag. 9.7: che tanta bontà di bocca non perdesse l'uso della lingua...

2.7 Fras. Disciogliere, sciogliere la lingua; dislegare, slegare la lingua: acquisire la capacità di parlare; diventare eloquente.

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 14.30, pag. 114: l' audito me se renna / e sia sciolta la mia lengua che legata fo con «Sile».

[2] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 12, cap. 6, pag. 83v.23: el quale dilecto incomincia a disciogliere la lingua in laude e gloria della increata pietà...

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 8, vol. 1, pag. 45.21: ed allora si apriranno gli occhi de' ciechi, e scioglierassi la lingua de' muti...

[4] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 23, pag. 47.21: Io, semplicissima giovine e appena potente a disciogliere la lingua nelle materiali e semplici cose tra le mie compagne...

[5] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 663, pag. 43: Oimè, chom quela bocha è fata bruta / la qual la lengua ai muti desligava...

[6] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 4, pag. 206.19: E incontanente fu sciolta la lingua sua, e parlava, benedicendo Dio.

2.7.1 Fras. Lingua sciolta: facilità, prontezza nel parlare (anche in senso negativo).

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 364.11: ad Atene non ricordevole de' beneficii la riprensione della lingua mia sciolta per licenzioso parlare non tace.

[2] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 35 [Antonio da Ferrara].52, pag. 75: Il vano intender mio, la lingua sciolta, / l'altessa del mio animo / io maladico...

2.7.1.1 Fras. Avere la lingua sciolta.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 14.27, vol. 1, pag. 227: Quella che giva 'ntorno era più molta, / e quella men che giacëa al tormento, / ma più al duolo avea la lingua sciolta.

2.8 Fras. Avere una buona lingua: parlare in modo schietto (in senso ironico).

[1] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 47.13: La Salvaggia, loro figliuola, ebbe una bonissima lingua come mai vedessi a fanciulla; malizzosa e intendente...

2.9 Fras. Cambiare, mutare lingua: dire cose diverse su qno o qsa, a seconda della situazione.

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 193.6: Molte volte i tenpi sono paragone degli uomini [[...]]. E ciò si vide in quel giorno che i Bianchi vennero alla terra, che molti cittadini mutarono lingua, abito e modi.

[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2, cap. 21, pag. 172.1: molte lingue si canbiorono in pochi giorni: molte villanie furono dette a' priori vecchi a gran torto, pur da quelli che poco innanzi gli aveano magnificati...

2.10 Arte oratoria; capacità di comporre discorsi o testi.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 46, pag. 176: par ch'aggiate la lingua / del buon Tulio romano / che fu in dir sovrano...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 11.98, vol. 2, pag. 185: Così ha tolto l'uno a l'altro Guido / la gloria de la lingua...

[3] Dicerie volgari, XIV pm. (bologn.), cap. 11, pag. 331.5: In l' oficio dela soa lengua sempre fo in dire veritàe, in loldare lo bene (et) in blaxemare lo male...

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 144.8: Moito mira papa Chimento lo bello stile della lengua de Cola.

[5] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 9, pag. 28.28: Oldando la çente la Magdalena, i se començà a meraviare de la belleça, de la sapientia e de la lengua soa...

- Arte della lingua: arte oratoria, abilità nel parlare.

[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 32, pag. 153.7: Hi se metèn a uxar l'arte de la lengua la qual solenghamente parivan d'aver in soa bailia...

2.11 Fras. Avere lingua: avere notizia, venire a conoscere per sentito dire.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 25, vol. 1, pag. 237.16: I Viniziani [[...]] avieno mandate XX loro galee armate i· Romania [[...]], de le quali i Genovesi ebbono lingua...

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 59, vol. 1, pag. 294.25: I Genovesi [[...]], mandarono a dì VII di febraio due galee a Galipoli per avere lingua di loro nimici...

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 79, vol. 1, pag. 421.19: Ed essendo giunti presso alla Loiera, ebbono lingua che l'armate de' loro nimici s'erano raccozzate insieme...

[4] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 232.9: le ghalee di Viniziani si partirono da Ghaeta perché ebbono linghua di quelle di Genovesi...

2.11.1 Sentire lingua: avere notizia.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 32, vol. 1, pag. 518.22: L'amiraglio di Genovesi avendo in Romania sentito lingua dell'armata di Viniziani...

2.12 Fras. Morire con / senza lingua: morire avendo / non avendo fatto testamento.

[1] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 23.5: Se mor co(n) lengua e dà a lo comesario so, noigla caosa no li de' eser defeso.

[2] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 23.6: Et s'ello mor sença lengua, de'lo tignir en varintisia de li miglor homini de la nave enfin q(ue) ven letere del dose p(er) dilivirarle a cui p(er)ten.

[3] Patto Aleppo, 1225 (ven.), pag. 42.7: E s'el morisse sença lengua, li Veneixi possan intrometer le soe cose e far çò ke bon li parrà.

2.13 Eccesso, intemperanza nel parlare.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 41, pag. 562: Per lengua se departe l'amor dig compagnon [[...]]. / Lengua part li fradeli, qe se vol mal da morte, / e pare da fiioli...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 47.70, pag. 188: La Scrittura en molte parte lo tacere ha commendato, / e la lengua spesse volte fa cader l'omo 'n peccato».

2.13.1 Fras. Avere troppa lingua: parlare troppo a lungo o a sproposito.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 47, pag. 562: Con l'om ch'à tropo lengua non è bon far tençone, / q'entre 'l so tan' parlare se perd bona rasone.

3 Sistema di comunicazione verbale proprio di una comunità, idioma (anche con indicazione della varietà).

[1] a Omelia padov., XIII s.q., pag. 4.4: Betphagé in [lengua] latina fi intrepretao casa de [la boca]...

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.190, pag. 898: Ancora vi sapria insegnare [[...]], / perké le lingue in suo parlare / fonno divise...

[3] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 48, pag. 583.8: Numenculator in lengua greca, adpo noi se clama questore.

[4] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 188.19: puseli nome a la citade secundo lo nome suo Cartanda, ke ne la lengua nostra sonava citade...

[5] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1356, pag. 223: ma chi 'l vorrà trovare, / cerchi nel gran Tesoro [[...]]: / là farò grande salto / per dirle più distese / ne la lingua franzese.

[6] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 38, pag. 180.27: a rimuovere la dubitazione di costoro non solamente in Greca, ma in Latina lingua aperto l' aviamo.

[7] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), canz. 11.20, pag. 233: francesca lingua e proenzal labore / più de l'artina è bene in te...

[8] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 30.16, vol. 1, pag. 203: Tutto 'l mondo sì renfresca / lengua hebrea e francesca / e latina e gregesca...

[9] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 11.150, pag. 104: Carta mia, va' mitti banna: / Iacovon pregion te manna / en corte i Roma, che se spanna / en tribù, lengua e nazione...

[10] Cronica fior., XIII ex., pag. 127.23: dentro vi trovò uno belli[ssi]mo libro ch'avea quasi i folgli grossi come tavole, ed era iscritto di tre maniere lettere, cioè in lingua ebrea e greca e latino...

[11] a Lucidario pis., XIII ex., L. 1, quaest. 177a, pag. 67.17: li apostoli si feno meravigla che elli non sapeano se non la lingua u elli erano nati...

[12] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 196.5: Gotti, Ypogothi, Gipidi e Vandali, una lengua abiando, per nome sola mente divisi...

[13] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 71, pag. 351.4: e sono quelle lettere da llato grecesche, ch'è la più bella lingua del mondo e propria...

[14] a Jacopo da Firenze, Tract. algorismi, 1307 (fior.), Prologo, pag. 8.11: lo nostro trattato si chiama in lingua arabia Alghorismus...

[15] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 50, pag. 69.3: Quivi dimorano alquanti cristiani nestorini, che ànno loro legge e loro chiese; e ànno lingua per loro.

[16] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaest. 64, pag. 103.17: Li quey quatro contrade segondo la lengua grega in apeladi anathole...

[17] Vita di S. Petronio, 1287-1330 (bologn.), cap. 1, pag. 5.10: san Petronio [[...]] fo quello che translatò la vita di sancti padri, e scripse de lengua greca in latina...

[18] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 7, pag. 37.26: Pape Satan, tanto è a dire in lingua ebraicha quanto: maraviglia, maraviglia grande è questa.

[19] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 1, vol. 2, pag. 62.24: issa la donna in sua lingua cumandau a li Gallogreci qui lu aucidissiru.

[20] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 1, vol. 1, pag. 276.4: Questo Federigo [[...]] seppe la lingua latina, e la nostra volgare, tedesco, e francesco, greco, e saracinesco...

[21] Braccio Bracci (ed. Sarteschi), 1375-78 (tosc.), 2.12, pag. 35: la maestà maggior t' ammanta / di quel ch' i' parlerò in lingua tosca...

[22] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 873, pag. 380.16: il Vescovo di Giurino, frate minore, e Guascone di lingua...

[23] Lucidario ver., XIV, L. 1, quaest. 13, pag. 10.13: E però è-lo camado in la greçesca lingua "theos", çoè a dir Deo che tuto vé.

[24] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, parr. 130-131, pag. 91.10: purché li septe versi delo soneto sianno de lengua toscana e gli altri septe versi sianno de lengua francescha...

- Dono delle lingue: capacità di intendere e parlare idiomi diversi.

[25] Jacopo Passavanti, Tratt. sogni, c. 1355 (fior.), pag. 340.2: Iddio dà ad alcuni il dono della profezia e delle lingue.

[26] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 2, pag. 191.25: la sapienza col dono della profezia, delle lingue, del fare miracoli...

3.1 Lingua volgare (gen. contrapposta al latino): idioma del popolo, della gente comune.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 25 parr. 1-10, pag. 112.10: prima è da intendere che anticamente non erano dicitori d'amore in lingua volgare, anzi erano dicitori d'amore certi poete in lingua latina...

[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 21, pag. 391.13: Non è cosa da manifestare a lingua, lingua, dico veramente, volgare.

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), Prologo, pag. 166.20: e io poscia, ad istanzia di te, non molto lievemente, di grammatica in lingua volgare traslatai.

[4] Sette arti liberali di Seneca volg., a. 1325? (fior.), Prologo, pag. r22.10: Le quali lettere, e pistole, e ammaestramenti sono traslatate in linguavolgare per utilità...

[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 12, 28-45, pag. 336, col. 1.3: el face poesi in linguavulgare.

[6] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 18, proemio, pag. 327.16: Roffiano in linguavolgare si è una vile cosa, e abietta, e dispetta persona...

[7] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), Prologo, pag. 3.9: Secundu lu meu pocu sapiri la volsi translatari in nostra lingua vulgari...

[8] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 1, pag. 101.21: ché certamente questa opera è una cosa maravigliosa: poetezare così subtilmente in lenguavulgare così misurata...

3.1.1 Locuz. nom. Lingua d'oco: lingua provenzale.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 25 parr. 1-10, pag. 113.6: se volemo cercare in linguad' oco e in quella di , noi non troviamo cose dette anzi lo presente tempo per cento e cinquanta anni.

3.1.2 Locuz. nom. Lingua di sì: lingua italiana.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 25 parr. 1-10, pag. 113.10: E la cagione per che alquanti grossi ebbero fama di sapere dire, è che quasi fuoro li primi che dissero in linguadi .

3.2 Lingua materna: lingua che si apprende nell'infanzia.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 24, pag. 452.9: e li predetti due il più delli altri, che dicono in rima, sono edioti dell'arte rettorica, e non sanno più che lla materna lingua...

3.3 Linguaggio proprio di una dottrina, di un genere letterario; stile.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 13, pag. 24.15: I' non favello teco in lingua Stoica, ma in più bassa.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 9, pag. 572.6: Adunque la maldicola lingua de la vecchia comedia, avegna che desiderasse di ristringere la potenza de l' uomo, ampoi confessava che ne li labbri de l' uomo abitava facondia più dolce che mele...

4 Nome, appellativo.

[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 1, pag. 52.28: lo mare terruso e grande de Oceano, da lo quale recipe lengua e discurso chisto nostro mare pizolo, chi [[...]] clamasse lo mare Mediterraneo...

[u.r. 18.05.2023]