IRRITARE (1) v.

0.1 irritando, irritàronomi, irritate, irritato, irritaulu, irritorono; f: irritare, irritava.

0.2 Lat. irritare (DELI 2 s.v. irritare).

0.3 Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.): 2.

0.4 In testi tosc.: f Deca quarta, a. 1346 (fior.); Boccaccio, Esposizioni, 1373-74.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Far nascere un sentimento di forte contrarietà nell'animo di qno. Pron. Essere preso dall'ira. 1.1 [Con rif. a un animale:] eccitare alla furia, aizzare. 2 Incitare a compiere un'azione violenta e aggressiva; istigare.

0.8 Cosimo Burgassi 25.03.2015.

1 Far nascere un sentimento di forte contrarietà nell'animo di qno. Pron. Essere preso dall'ira.

[1] F Scala del Paradiso volg., XIV m. (tosc.): Ritrasse adunque la dottrina della parola, stimando che fosse meglio dannificare un poco gli amatori del bene [[...]] che irritare più e provocare a malizia que' giudici sanza ragione. || Ceruti, Scala, p. 12.

[2] f Tratt. a Demofilo volg., XIV ex. (tosc.), Cap. 6, pag. 63.32: Ben potea certo Iddio spegnere quel fuoco mandando acqua o rugiada di sopra, ma ciò fare non volle, per non irritare e provocare più la sua ira, ma permise che tanto crescesse la fiamma, quanto desiderava la crudeltà sua... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[3] F Epist. a Quinto volg. (ed. Zambrini-Lanzoni), XIV (tosc.): ma quando l'importunità o perversità d'alcuno ti commuove, che tu ti suoli sì irritare ed adirare che da tutti si desidera allora quello che manca, cioè la tua umanità. || Zambrini-Lanzoni, Opuscoli, 541. L'ed. inclusa nel corpus legge: «incitare e adirare»: cfr. Epist. a Quinto volg., XIV (tosc.), Prosa, pag. 28.5.

1.1 [Con rif. a un animale:] eccitare alla furia, aizzare.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VII (ii), par. 108, pag. 433.37: non potendo l'un dell'altro sofferire i costumi, non solamente per ogni piccola ingiuria ci adiriamo, ma come fiere salvatiche da' cacciatori e da' cani irritate, in pazo e bestial furore trascorriamo, tumultando, gridando e arabbiando.

2 Incitare a compiere un'azione violenta e aggressiva; istigare.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 4, vol. 2, pag. 44.26: Da poy que Codru sappi quistu bandu, lassau lu habitu reali et vestiusi commu homu comunali, et misisi a unu glommaru di jnimici qui andavannu per lu campu et firiu ad unu di quilli cu una falci et irritaulu a farsi aucidiri. || Cfr. Val. Max., V, 6, ext. 1: «unumque ex his falce percussum in caedem suam conpulit».

[2] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [I.5], vol. 5, pag. 23.17: A questi dì per bisogno ad irritare gli animi alla guerra furono recate le lettere da M. Aurelio legato e da M. Valerio Levino propretore... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv., XXXI, 5, 5: «Per eos dies opportune inritandis ad bellum animis».

[3] f Deca terza (B), L. I-II, XIV m. (tosc.), L. II, cap. 23, vol. 2, pag. 53.17: Hanibale dagli Arpini trapassò in Sannio, e quivi guastò i campi di Beneventani, e prese Telesia città; ed ancora con industria irritava el dittatore, se forse, acceso da tante sconze cose, da tanto disfacimento di compagni, il potesse tirare ad igual battaglia. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.; cfr. Liv., XXII, 13, 1: «inritat etiam de industria Romanum ducem».