LUCIDARE v.

0.1 lucidò; f: lucidar.

0.2 Lat. lucidare (DELI 2 s.v. lucido).

0.3 Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.): 1.1.

0.4 Att. unica nel corpus.

0.6 N L'es. di Giordano da Pisa cit. a partire da Crusca (3) e passato a TB e GDLI, potrebbe essere un falso del Redi: cfr. Volpi, Le falsificazioni, pp. 88-90.

0.7 1 Rendere lucente, conferire splendore e bellezza (in contesto fig.). 1.1 Fig. [Con rif. ai principi di una disciplina o ai contenuti di un'opera:] rendere chiaro, illustrare.

0.8 Cosimo Burgassi 09.09.2016.

1 Rendere lucente, conferire splendore e bellezza (in contesto fig.).

[1] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, a. 1384 (umbr.-tosc.), Cap. 5.8, pag. 66: si mai dolceza vi fo nel benegno / fonte Castalio lucidar ei crine, / secondate el mio dir, si ve par degno. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

1.1 Fig. [Con rif. ai principi di una disciplina o ai contenuti di un'opera:] rendere chiaro, illustrare.

[1] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 4, pag. 156.4: Questo è Aristotile, el qual esso vidde nel più alto loco [[...]] Esso compillò e lucidò tuta la loica e tuta la naturale filosofia in multi libri, e la morale partita in 4 parte.

[2] f Giordano da Pisa, Prediche (Redi): Colle sue scritture lucidò, e fece chiaro il Vangelo. || Crusca (3) s.v. lucidare.