0.1 tedi, tedî, tedia, tedio, teio.
0.2 Lat. taedium (DELI 2 s.v. tedio).
0.3 Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.): 1.2.
0.4 In testi tosc.: Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.); f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Poes. an. pis., XIV in. (?) (2); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.).
In testi sett.: Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.); Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.).
In testi mediani e merid.: Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).
0.5 Anche plur. neutro (tedia), att. unica in Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), dettata da esigenze di rima.
Locuz. e fras. avere in tedio 1.1; dare tedio 1.2; essere in tedio 1.3; essere tedio 2; fare tedio 1.4, 1.7.1; tedio d'animo 1.8; tedio di cuore 1.8; tedio di mente 1.8; venire a tedio 1.5; venire in tedio 1.5, 1.6.
0.7 1 Senso di noia, disgusto, stanchezza e contrarietà (di norma dettato dalla ripetizione monotona della stessa attività o dall'assenza di attività). 1.1 Locuz. verb. Avere in tedio: provare un senso di stanchezza, disgusto o repulsione (per qsa). 1.2 Locuz. verb. Dare tedio: suscitare un senso di stanchezza, disgusto o repulsione. 1.3 Locuz. verb. Essere in tedio: lo stesso che dare tedio. 1.4 Locuz. verb. Fare tedio: lo stesso che dare tedio. 1.5 Locuz. verb. Venire a, in tedio: lo stesso che dare tedio. 1.6 Locuz. verb. Venire in tedio: lo stesso che avere in tedio. 1.7 Turbamento del benessere fisico o della tranquillità spirituale; grave afflizione fisica o morale; pena, tormento. 1.8 [In partic. come iperonimo di accidia]. Tedio d'animo, di cuore, di mente. 2 Realtà o situazione che reca un senso di noia, disgusto e repulsione (di norma dettato dalla ripetizione monotona della stessa attività o dall'assenza di attività).
0.8 Diego Dotto 07.12.2016.
1 Senso di noia, disgusto, stanchezza e contrarietà (di norma dettato dalla ripetizione monotona della stessa attività o dall'assenza di attività). || Spesso in dittol. con fastidio o (r)increscimento.
[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 1, cap. 1, pag. 138.14: Et s(an)c(t)o Gregorio dice «In assidua tentatione el diavolo tenta acciò ke per tedio (et) increscimento almeno vencha».
[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 78, pag. 379.11: Fa questo il demonio per allassarti, ché ss'aiuta di non finare mai, ché tti vuole vincere per tedio...
[3] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 257.12: Molte amarono quello che si cansa e odiarono lo importuno; tu, soprastando più lenamente, togli il tedio e increscimento di te. || Cfr. Ov., Ars am., I, 718: «taedia tolle tui».
[4] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Malco, cap. 1, pag. 191.36: volendo per suo esempro excitare a sollecitudine le menti pigre, incominciaimi a dolere e portare con tedio la mia servitudine per disiderio della vita del munistero...
[5] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 9, cap. 5, pag. 638.17: Per tedio di costumi e de li ornamenti di Macedonia, prese vestimento et abito di Persia.
[6] f Deca quarta, a. 1346 (fior.), [I.6], vol. 5, pag. 24.25: perocché gli uomini di propria volontà e per la lunghezza e per la gravezza delle guerre erano da tedio e dalle fatiche de' pericoli quasi stanchi... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Liv., XXXI, 6, 3: «taedio periculorum laborumque».
[7] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 7, cap. 49, pag. 277.2: Egli i combattenti confortando parimente, e andando d' intorno, sostenne pericoli, egli li stanchi e ricusanti per tedio e per fatica, ora pregando e ora gastigando raccese... || Cfr. Liv., XXVII, 49, 3: «taedio et labore».
[8] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 94, vol. 2, pag. 121.9: E con questo si facea tanto amare da lloro, che no· lli bisognava guardia per alcuno sospetto, e il tedio dell'ozio delli assediati mitigava con alcuno diletto ed esercizio...
- [Con rif. cristiano alla vanità di ogni attività umana].
[9] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 43, pag. 203.5: È un altro pianto di devozione, quando l' uomo piange per desiderio del paradiso e per tedio del mondo.
[10] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 91, S. Maria Maddalena, vol. 2, pag. 801.13: ché dice in uno suo trattato che Maria Maddalena, dopo l'Ascensione di Cristo, per l'ardore de la carità di Cristo e per lo tedio ch'ella avea, non volea mai vedere uomo...
1.1 Locuz. verb. Avere in tedio: provare un senso di stanchezza, disgusto o repulsione (per qsa).
[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 125.26: Ma poi la infelice Dido spaventata da' fati desidera la morte, ed à in tedio di raguardare il cielo. || Cfr. Aen., IV, 451: «taedet caeli convexa tueri».
1.2 Locuz. verb. Dare tedio: suscitare un senso di stanchezza, disgusto o repulsione.
[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 3, capp. 5-8, pag. 49.17: E così sono manifeste brevemente le quattro dote del corpo, lassando le rasgioni e provando per auctorità de santi temendo k'a voi non desse tedio a udire.
[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 8, pag. 36.27: nel primo boccone ti diletti, nel secondo meno, nel terzo meno, nel quarto meno; e così a quel di dietro non ti fa diletto, e se più mangi, sì tti dà tedio.
[3] Poes. an. pis., XIV in. (?) (2), 47, pag. 75: Così faceva piovere [e grondare] / con artificii grandi d'alto ingegno, / i qua', per non dar tedio, laso stare / e alla storia nostra mi rivegno.
[4] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 73.23: e anco vi fu morto due altri chavalieri de' quai non metto el nome per non dar tedio alla detta cronaca...
[5] F Lett. comm., 1383-1389 (tosc.), [1383]: Altro no(n) so che a dire t'abia, se no(n) darti tedio. || Hayez, Andrea di Bartolomeo, p. 263.
1.3 Locuz. verb. Essere in tedio: lo stesso che dare tedio.
[1] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. IV, cap. 2, pag. 61v.8: che non solamente ci sentissimo inaridire per questi cotai sentimenti, ma etiamdio la cella ci fusse in orrore et la lectione in tedio... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[2] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 47, pag. 141.27: intanto che non ò potuto immaginare che neuna cosa ti possa partire da lui, e che per solo suo amore ogni cosa del mondo ti sia in odio e tedio...
1.4 Locuz. verb. Fare tedio: lo stesso che dare tedio.
[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 8, pag. 36.20: Non possono patire né sostenere i mondani la pace, fa loro tedio e fastidio, e dilettansi di portare arme.
[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 8, pag. 37.8: Se dicessi de' santi: 'Or istanno sempre pur fermi?' dico che possono sedere e stare ritti, e andare e stare, e quello stare ritto o sedere non fa mai rincrescimento né tedio.
[3] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 291.13: Sconvenevole cosa è che li liberi uomini e nobili facciano tedio di sé. || Cfr. Ov., Ars am., II, 530: «taedia ferre sui».
[4] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 774, pag. 50: E poi ch'io no me vezo altro remedio, / de vaten via, che 'l to dolor repara / le plaghe mie e fame asai plu tedio.
[5] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 35.26, pag. 303: O Ariconne crudo, / vieni a sbranar le mie misere menbra, / che mi fan tedio più ch'ogni altra cosa!
1.5 Locuz. verb. Venire a, in tedio: lo stesso che dare tedio.
[1] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1372/73] lett. 7, pag. 36.8: Verràvi in tedio e abominatione el mondo e ogni sua operatione, nella memoria di questo sangue...
[2] F Lett. comm., 1396 (tosc.): E tutto ho fatto per bene; e massimamente perché ogni cosa di questa vita, che altre ha in abbondanza, subito viene a tedio e a fastidio... || Guasti, Lapo Mazzei, vol. II, p. 182.
1.6 Locuz. verb. Venire in tedio: lo stesso che avere in tedio.
[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 9, pag. 119.16: Ma quando appaiono gli mali angioli, vengono con volti laidi e crudeli, e generano pessimi e disonesti pensieri, facendo strepiti o salti o reggimenti di garzoni dissoluti, o di ladroni, per l'apparizione de' quali incontanente è l'anima spaventata, ed il corpo irrigidisce, e viene l'uomo in tedio e confusione e paura e pessimi voleri.
[2] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 16, pag. 646.30: onde l'anima potrebbe venire in desperazione e in molto tedio di non orare...
1.7 Turbamento del benessere fisico o della tranquillità spirituale; grave afflizione fisica o morale; pena, tormento.
[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 172, vol. 2, pag. 305.11: che essi huomini et persone passare et tornare non possono da esso palazo senza tedio et graveza loro...
[2] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 15.29, pag. 185: fra due ladroni ·l tieni per gran tedio: / di tal disnore lo chuore abbo inn erra».
[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Paolo, cap. 1, pag. 85.11: trovò nuovi e disusati tormenti, nelli quali tardi e' morissero, e con tedio si tormentassero...
[4] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 23, pag. 102.9: Cristo in quella sera per forte immaginazione della morte incominciò a impaurire, e ad essere tristo; e per tedio sudò quasi goccie di sangue.
[5] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 141.2, pag. 344: Quando Pilato udì così parlare / in sé aveva doloroso tedio / veggendo che Iesù non può scampare / e co' Giuder li val nessun remedio...
[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 12.54, pag. 288: E come quel che volentier si spedia / del suo cammin, Vetur, Chitan e Nu / passai con gran fatica e con gran tedia.
1.7.1 Estens. Azione o circostanza che nuoce all'integrità di qsa. Locuz. verb. Fare tedio.
[1] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 255, pag. 114: E se in la fossa l' aqua gemesse, / Sichè tropo humidita paresse, / Fagli alora de venciglie / Un letto, che tutto el fondo pigli, / E gettali po' su terra un poco, / Che poco li bisogna o li fa loco; / [[...]] / E questo si è mo' lo rimedio / Quando umidità li fa tedio.
1.8 [In partic. come iperonimo di accidia]. Tedio d'animo, di cuore, di mente.
[1] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. V, cap. 2, pag. 75r.20: lo sexto accidia, ciò è anxietade o tediodi quore... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Cass., Conl., V, 2: «acedia, id est anxietas seu taedium cordis».
[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 130.5: Accidia è un fastidio, e tedio d'animo...
[3] Sam Gregorio in vorgà , XIV m. (lig.), L. 4, cap. 59, pag. 286.26: parseme esse' gravao d' un tedio de mente e non me parea nì ben vegià', nì bem dormì'...
[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 7, 115-126, pag. 218.39: Accidia è tedio del bene interno, ovvero accidia è torpore d'animo negligente di cominciare le buone cose...
[5] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 2, pag. 32.28: Pigliando egli in mano sinistra il manipulo che è guazi sudario, forbe il sudore de la mente, iscaccia il tedio de l'animo, discorre per dentro, afrettati...
2 Realtà o situazione che reca un senso di noia, disgusto e repulsione (di norma dettato dalla ripetizione monotona della stessa attività o dall'assenza di attività).
[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 19, pag. 192.1: Detto del moltoloquio è da dire della mormoratione, la quale è tedio e inchrescimento d'alchuna filicità del prossimo chon mormorità di vocie manifestato con iscusa di zelo chomune overo spetiale.
[2] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 9.158, pag. 517: E pperò nello 'nferno ò facto nido, / ove bacto li denti, plango e strido / e pponto de reposo non aquido: / ben pare ke li bacta teio e ssido.
[3] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 280.4: neuna cosa c'è maggiore che l'usanza, la quale usanza, infino che tu la pigli, non schifa[re] alcuno tedio. || Cfr. Ov., Ars am., II, 346: «taedia nulla fuge».
[4] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), 6.115, pag. 37: E non pensi fuggir chi ora scampa: / ché 'l ciel forma la vampa / de la qual dubbio più che d'altro tedio.
- [Con rif. cristiano alla vanità di ogni attività umana].
[5] Sennuccio dal Bene, a. 1349 (fior.), 12.163, pag. 59: O alme sante, in ciel a Dio dilette, / per bene usare i piedi / per quella via onde virtù s'acquista, / e per orar colle ginocchia a terra, / quanto godete d'esser benedette / fora de' mondan tedi, / liete e contente a quella dolce vista, / ch'al virtuoso porta mai non serra!
- Essere tedio: essere causa di molestia o dispiacere.
[6] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 62, pag. 311.33: a mmano a mmano quello che gli era diletto gli sarà tedio, e nogli piacerà, e nollo diletterà.
[7] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 18, cap. 2, par. 4, pag. 307.2: Sanza amici ogni pensiero sarebbe tedio, e ogni operazione fatica, e ogni terra peregrinaggio, e ogni vita tormento...
[8] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 11, pag. 125.13: per la qual cosa tanta moltitudine correva a lui e di sani e d'infermi, che gli era grande tedio.
[9] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 14, pag. 64.22: Ancora il peccatore è in continuo pericolo di cadere nell' inferno; e in questa vita medesima è pena e tedio il peccatore a sè medesimo...
[10] f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), L. XI, allegoria A, pag. 511.16: Custui uno dì andò a sonare in uno monte, dove contemplava el corso d'una stella, e quando li era troppo tedio lu studio, per tranquillare tempo, sonava la cetira. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.