0.1 rapreço, reprezi, repriçi, repruzo, ripreçi, ripreço, ripreggio, ripregio, riprezi,, riprezo, riprezzi, riprezzo, ripriçi.
0.2 Da brezza nella forma primitiva prezza (Nocentini s.v. ribrezzo).
0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.1.
0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: Gasparo da Verona, XIV (ver.).
In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).
N L'att. in Jacopo della Lana è cit. dantesca.
0.5 La forma repruzo reca traccia di un'evoluzione dissimilativa della vocale tonica. Nota ripreggio in Gasparo da Verona, XIV (ver.) (cit. in 1.1) in rima con pareggio.
Locuz. e fras. avere a ribrezzo 1.2; avere ribrezzo 1.2; prendere ribrezzo 1.1.
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Brivido provocato dalla febbre o dal freddo. 1.1 Locuz. verb. Prendere riprezzo: essere in preda ai brividi (per il freddo e per la paura). 1.2 Fig. Sentimento di forte disgusto, raccapriccio. Locuz. verb. Avere ribrezzo, a ribrezzo: coonsiderare qsa con disprezzo, averne raccapriccio o vergogna.
0.8 Cosimo Burgassi; Mariafrancesca Giuliani 01.12.2022.
1 Brivido provocato dalla febbre o dal freddo.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 17.85, vol. 1, pag. 287: Qual è colui che sì presso ha 'l riprezzo / de la quartana, c'ha già l'unghie smorte, / e triema tutto pur guardando 'l rezzo, / tal divenn' io a le parole porte...
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 32.71, vol. 1, pag. 552: Poscia vid' io mille visi cagnazzi / fatti per freddo; onde mi vien riprezzo, / e verrà sempre, de' gelati guazzi.
[3] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. IX, cap. 71, pag. 803.18: L'apostema ke ssi fae ne le reni o ne la vescicha acompagna febbre mescolata ke no è di molto grande calore, kolla qual è aricciamento di peli, e repriçi, e rigore, e spesse volte urinare…
[4] Gl Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 32, 67-72, pag. 757, col. 1.12: Riprezzo, zoè: 'tremolazo'...
[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 7.61, pag. 22: Onde allora un riprezzo / tal mi prese, qual fa talora il verno / a chi sta fermo e mal vestito al rezzo.
[6] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 32, 67-72, pag. 814.6: ecco che lo dichiara; onde mi vien riprezzo; cioè arricciamento di freddo a ricordarmene...
1.1 Locuz. verb. Prendere riprezzo: essere in preda ai brividi (per il freddo e per la paura).
[1] Gasparo da Verona, XIV (ver.), 4b.1, pag. 17: Quando doi gran noachier prende ripreggio, / et se consilian per grand'agonia, / l'è pur chiar segno che nova albasia / vegian in l'aire adversa al suo pareggio.
1.2 Fig. Sentimento di forte disgusto, raccapriccio. Locuz. verb. Avere ribrezzo, a ribrezzo: considerare qsa con disprezzo, averne raccapriccio o vergogna.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 23, pag. 341.2: facea loro bisogno di bere, prese l' ossa delle capita degli uomini, essendo ancora piene di capegli e sanguinose, trattone fuori il cervello, con disiderio e sanza riprezzo, ovvero capriccio, come fossero veragi vaselli da bere, usavano...
[2] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 14.31, pag. 39: Però che più si vede concordare / Con libertà, ch' è la virtù di mezzo, / La qual con modo consiste in donare, / E quella di ciò far non ha riprezzo...
[3] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 32, pag. 469.15: gli ne venne riprezo, idest schiffo.
[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 19, terz. 13, vol. 1, pag. 215: E poi fu fatto di ciascun duo pezzi, / ed io per me ancora n' ho riprezzo, / perchè allevati fur con molti vezzi.
[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 7, pag. 105.11: E da mo' te prometto de te ricipire per mia cara muglyere e vivere e morire perpetuamente con tico, sotto pacto e fermeze de legittimo matrimonio, secundo che se observa inde la nostra usanza. E no llo dive avere a repruzo se ay permutato chillo tuo pizolo riamme con cutanta nuostri ampli e grande riamme…