INVITTO agg.

0.1 invicta, invictissimo, invitta, invitte, invitto; f: invicto, invittissima.

0.2 Lat. invictus (DELI 2 s.v. invitto).

0.3 Giunte a Restoro, XIV in. (it.sett./fior./eugub.): 2 (guasto testuale); Boccaccio, Ameto, 1341-42: 1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Ameto, 1341-42.

In testi sett.: Doc. padov., 1379 (3).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Che non conosce la sconfitta. 2 [Per guasto testuale].

0.8 Elisa Guadagnini 26.01.2017.

1 Che non conosce la sconfitta.

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 35, pag. 787.28: dà principio alla gente giulia. De' quali, della vergine sacra e di Marte, Romulo trae invitta origine...

[2] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Famae II.83, pag. 254: Poi quel buon Juda, a cui nesun pò torre / Le sue leggi paterne, invitto e franco / Come uom che per giustitia a morte corre.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 313.11, pag. 387: Ella 'l se ne portò sotterra, e 'n cielo / ove or triumpha, ornata de l'alloro / che meritò la sua invicta honestate.

[4] Doc. padov., 1379 (3), pag. 62.1: seando el dito Nicolò di Becari in le parte d(e) Boemia ay s(er)visii (e) p(ro)visione d(e)quaindrio del s(er)enissimo e invictissimo P(ri)ncipo e Segnore mes(e)r Karlo Imp(er)ador d(e) Romani (e) Re de Boemia...

[5] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. XIII, cap. 16, vol. 5, pag. 124.1: Dio [[...]] li assicura della loro immortalitade [[...]] per la sua invittissima volontade, per la quale può fare che non caschino le cose nate, nè si dissolvano le cose mischiate, ma che perseverino incorruttibilmente... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[6] f Orazione di Scipione, a. 1390 (it. mediano>fior.), Oraz. di Scipione a Fabio Massimo, pag. 166, col. 4.16: elli fu invicto e victorioso infino alla fine. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[7] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 105.4, pag. 99: Piangi, Fiorenza, piangi, poi che morte / t'ha tolto il cittadin pien di vertute / in Puglia, alta colonna di salute, / invitta, degna, vallorosa e forte.

2 [Per guasto testuale].

[1] Giunte a Restoro, XIV in. (it.sett./fior./eugub.), [10], pag. 258.7: nullo puote venire ad sapienza, se al tutto non è rimosso da le faccende umane, però che l'uomo ch'è sparato non può ricevere sapienzia. Adunque mistieri è che sia tutto racolto e invitto... || Nella predica di Giordano da Pisa riprodotta nel passo si legge: «l'uomo ch'è sparto non può ricevere sapienzia; è mistieri che sia tutto racolto e unito» (cfr. Morino, p. 258 n. 3).