0.1 melensa, melenzi, milensa, milensi, milenso.
0.2 Etimo incerto: forse lat. mel 'miele' e un settentr. *menso (DELI 2 s.v melenso), oppure dal prov. melessa 'melassa' (Nocentini s.v. melenso).
0.3 Castra, XIII (march.): 1.
0.4 In testi tosc.: Novellino, p. 1315 (fior.).
In testi mediani e merid.: Castra, XIII (march.).
0.5 Anche s.f. (melensa).
0.8 Chiara Murru 20.02.2017.
1 [Rif. a una persona:] che mostra scarsa acutezza e intelligenza.
[1] Castra, XIII (march.), 20, pag. 917: Leva 'nt'esso, non m'avicinare, / ou tu semplo, milenso, mamone!
[2] Novellino, p. 1315 (fior.), 62, pag. 263.3: La contessa Antica e sue camariere sì aveano un portiere milenso, et era molto grande della persona, et avea nome Baligante.
[3] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 32.64, pag. 80: Oh! quanto son sopra tutti milensi / Que' che si lascion volgere e guidare / Alle lor voglie con dolori immensi!
[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, conclusione, pag. 68.22: Filomena, alquanto per vergogna arrossata veggendosi coronata del regno e ricordandosi delle parole poco avanti dette da Pampinea, acciò che milensa non paresse ripreso l'ardire, primieramente gli ufici dati da Pampinea riconfermò...
[5] A. Pucci, Noie, a. 1388 (fior.), 130, pag. 10: A noia m'è per persona melensa / chi non se forbe la bocha e la mano, / volendo bere, ma solo a mangiar pensa.
[6] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 159.34, pag. 152: E già non me ne cale, / ché le ciuffole / buffole / e truffole / non dice chi sta cheto; / ma non fa eto / perché gli è leto, / e par milenso.
- [Rif. a un pensiero].
[7] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 7.10, pag. 21: Sempre il cattivo da vili e milensi / pensieri è vinto e tal costui è detto / quale una bestia ch'abbia cinque sensi».
[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 12.2680, pag. 289: Riguarda il fine innanzi che comenzi, / E quando offendi, perché, come e cui. / Non pensa a ciò la setta dei melenzi: / Segue il volere pur con l'ira forte, / Onde procede non pensata morte.
- Femm.
[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 10, pag. 393.3: non vorrei che tu credessi che io fossi stata una milensa, io pur non feci ciò che io avrei potuto fare...