0.1 monstri, monstro, monstru, mostri, mostro; f: monstruo, mostruo.
0.2 Lat. monstrum (DELI 2 s.v. mostro).
0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.
0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).
In testi sett.: Elucidario, XIV in. (mil.); Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.
In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.7 1 Creatura che presenta caratteristiche fisiche abnormi (per eccesso o difetto di elementi anatomici, per la loro posizione anormale) o che si compone di elementi anatomici normalmente pertinenti a esseri distinti. 1.1 Fig. Creatura straordinaria, che si distingue dalla norma per le sue qualità (pos. o neg.). 1.2 [Generic.:] evento o stato di cose del tutto fuori dall'ordinario.
0.8 Elisa Guadagnini 26.01.2017.
1 Creatura che presenta caratteristiche fisiche abnormi (per eccesso o difetto di elementi anatomici, per la loro posizione anormale) o che si compone di elementi anatomici normalmente pertinenti a esseri distinti.
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 4, pag. 8.35: E 'l sagittario è desegnato parte omo e parte bestia [[...]] e significò li mostri e le cose monstruose, e li miracoli e le maravellie...
[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaest. 30, pag. 193.25: E se alchuna fiada illi apareno, zo fi [[...]] per semonire, sì como del papa Benedicto in forma d'un mostro maravelioxo, lo chò del quale e la choa era sì como d'aseno, e lo mezudo sì com de orso...
[3] Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 188, pag. 877.11: Tornato Ercule [[...]] di combattere con Gerione, il quale era uno mostro cioè tre corpi sotto una testa...
[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 32.147, vol. 2, pag. 565: Le prime eran cornute come bue, / ma le quattro un sol corno avean per fronte: / simile mostro visto ancor non fue.
[5] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 104.11: in meço delo desender dela vale iera uno mostro tanto oribele e forte che quanti 'de andava tuti 'lo meteva a morte...
[6] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 25, 46-66, pag. 604, col. 2.24: questo mostro fatto di predicti dui animai non era absolute né l'uno né l'altro; e sí cum'era deverso in figura, e cussí era in colore...
[7] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 33, 31-45, pag. 719, col. 1.23: la Chesia per le richeçe divene mostro. E nota che 'mostro' si è animale defettivo secondo i ordini degl'organi della soa spezia.
[8] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 6.37, pag. 61: Gerione [[...]] Questo monstro che faccia humana tene / et di serpente tutto l'altro 'mbusto / et che post'è sovra l'octave pene, / mostra lo 'nganno...
[9] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 32, pag. 576.8: e viene il mostro o da difetto, o da soperchio di natura...
[10] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 208.27: Inde è la generazione delli uomini e delle bestie, e la vita delli uccelli, e i mostri i quali aduce il mare sotto la marmorea pianura. || Cfr. Verg. Aen., VI, 729: «... et quae marmoreo fert monstra sub aequore pontus».
[11] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 8, ott. 102.7, pag. 530: Andromeda fu sola liberata / da Perseo, quando l' ebbe sanza inganno, / e esso al monstro s' oppose marino, / poi fu atato dal coro divino.
[12] Gl f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa b [III.5.1], pag. 81r.19: «Monstro» è propiamente quando alcuna cosa si fa contro al corso della natura, e sia in soperchio, e sia in diffetto, come se alcuno nascesse con vi dita o con iiii° nella mano. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[13] Gl f Chiose a Accursu di Cremona, XIV m. (mess.), chiosa 412, vol. 2, pag. 222.1: [monstru] Cosa snaturata. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[14] Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.), L. III, pag. 535.13: Le Serene era mostri de mar, le quali cum sonora vose detien çascune nave reçevude.
[15] Gl f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. III, [vv. 311-14], pag. 99r.33: «Monstro» sì è quello che vien fuor dall'usado corso dela natura, como era quelle Serene... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[16] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 33, 31-45, pag. 813.22: mostro è cosa che viene contra l'uso de la natura...
[17] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 160.18: In questo tiempo nella citate de Roma nato fu uno mostro. Nella contrada de Camigliano de una femina pedonessa nacque uno infante muorto, lo quale avea doi capora, quattro mano, quattro piedi, como fussino doi appiccati dallo pietto.
- Estens. [Rif. a un frutto deforme].
[18] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 19, 136-148, pag. 443, col. 1.7: Bozze. Si è proprio fructo monstruoso, onde boçachioni li monstri delle susine o ver prugne.
1.1 Fig. Creatura straordinaria, che si distingue dalla norma per le sue qualità (pos. o neg.).
[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 5, vol. 1, pag. 125.1: Ca qui cosa esti pluy semelyanti a monstru ca Scipio, filyu di lu superiuri Africanu? || Cfr. Val. Max., III, 5, 1: «Quid enim monstro similius quam superioris Africani filius Scipio...».
[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 347.5, pag. 430: Donna che lieta col Principio nostro / ti stai [[...]] o de le donne altero et raro mostro, / or nel volto di Lui che tutto vede / vedi 'l mio amore, et quella pura fede / per ch'io tante versai lagrime e 'nchiostro...
1.2 [Generic.:] evento o stato di cose del tutto fuori dall'ordinario.
[1] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 4, cap. 15, vol. 1, pag. 385.14: Questa cosa non pur solamente dee essere tenuta a misfatto, ma a mostro e miracolo.