POVERAGLIA s.f.

0.1 poveraglia.

0.2 Da povero.

0.3 Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.).

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Parte più umile della popolazione.

0.8 Elisa Guadagnini 26.01.2017.

1 Parte più umile della popolazione.

[1] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 35, pag. 22.27: se la 'gnoranza della cavalleria perseverasse in dispregiare l'umile poveraglia, [[...]] elli potrebbe essere chiamato dal maligno exponitore delle virtudi... || Cfr. Val. Max., II, 3, 1: «si militaria signa [[altri mss.: militaris ignauia]] humilitatem spernere perseuerarent...».

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 57, terz. 76, vol. 3, pag. 140: sicchè alla granaglia / i poveri non potien dar di becco; / e quasi tutta l' altra poveraglia / si ridusse in Firenze, benchè caro / ci fosse grande d'ogni vettuaglia.

[3] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 9, pag. 49.10: Essenno questa terribile carestia, tutta la poveraglia de Roma, femine e uomini e zitielli, ne fuiro per le castella.