MÀSCHERA s.f.

0.1 mascare, maschare, maschera, maschere.

0.2 Lat. mediev. mascara (Nocentini s.v. maschera).

0.3 Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.); Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362; Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Oggetto che ricopre del tutto o parzialmente il viso e la testa, che rappresenta gen. un volto antropomorfo o zoomorfo e che si indossa per trasformare il proprio aspetto (specif. durante una festa o, se rif. ai tempi antichi, una rappresentazione teatrale). 1.1 [Nei commenti danteschi, come glossa di larva].

0.8 Elisa Guadagnini 26.01.2017.

1 Oggetto che ricopre del tutto o parzialmente il viso e la testa, che rappresenta gen. un volto antropomorfo o zoomorfo e che si indossa per trasformare il proprio aspetto (specif. durante una festa o, se rif. ai tempi antichi, una rappresentazione teatrale).

[1] Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 194, pag. 878.20: Erano i teatri i luoghi dove i poeti ricetavano dinanzi al populo loro libri con maschere e drappi ric[c]hissimi ornati, sì come inanzi è scritto nel capitolo de' poeti.

[2] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 56, gl. d, pag. 35.9: li giocolari incominciarono a contrafare allora le viziose persone facendo certi atti con le maschere sanza paura, perché non erano conosciuti.

[3] f Chiose a Valerio Massimo (D - L. I-V), c. 1346 (tosc.), chiosa y [II.4.4], pag. 40r.3: [Livio poeta] [[...]] Cominciò sopra le favole greche a fare li giuochi de la scena [[...]] e egli facea gl'atti coperto d'una maschera. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[4] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 53, pag. 690.19: Onde sappi che «teatro» era uno palagio, là ove si raunava il popolo di Roma, e ivi venia il poeta vestito di porpora con una maschera per celare il viso e recitava e leggeva alcuno suo libro...

[5] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 71.31: E i signori Nove feceno fare festa otto dì continui, e giostre e balli e molte maschare e schutubrini.

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, 2, pag. 283.8: e messagli una catena in gola e una maschera in capo...

1.1 [Nei commenti danteschi, come glossa di larva]. || Cfr. ad es. Uguccione da Pisa, Derivationes, s.v. larva: «Hec larva -e, simulacrum quod terret, quod vulgo solet dici mascara, quod apponitur faciei ad terrendos pueros...».

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 665.18: Così mi si cambiaro ec.; però che le faville erano Angeli, e li fiori anime beate. E dice, che così li si permutarono, come gente stata sotto maschere, che sono veste colle quali si copre il vestito in tal modo, che altro pare, e altro è: e parea fiume, ed era candida rosa...

[2] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 666.5: Poi, come gente stata sotto larve ec., cioè maschere.

[3] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 30, pag. 690.11: E dattene l'altore questa comperazione: quando l'uomo àne al volto una maschera e poi la si leva dal volto, rimane nella sua propria forma, così diciendo: Poi, chome giente stata sotto larve.

[4] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 15, 127-138, pag. 359.20: Se tu avessi cento larve; cioè mascare, che si metteno a la faccia quelli che si volliono camuffare, o vero contraffare...

[5] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 30, 82-96, pag. 795.33: come gente stata sotto larve; cioè sotto mascare: larva è vocabulo grammaticale, che significa vesta contrafatta, come si vestono li omini, che non vogliono essere cognosciuti...