NOVERCA s.f.

1 Nuova moglie del padre, lo stesso che matrigna.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 17.47, vol. 3, pag. 282: Qual si partio Ipolito d'Atene / per la spietata e perfida noverca, / tal di Fiorenza partir ti convene.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 24.71, pag. 324: Segue un altro Adoardo, il cui destino / tal fu che la noverca sua con fraude / morir lo fece e tolsegli il domino.

[3] Maramauro, Canz., p. 1374/78 (napol.>tosc./sett.), 2.49, pag. 196: et l'altra scelerata che recerca / come crudel novercha, / sença vergogna et sença alcun pensare, / Ypolito per far sua voglia satia, / vedi che di dolor anchor si stratia.

[4] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, a. 1384 (umbr.-tosc.), Cap. 12.203, pag. 154: le madre ucidon la prole difusa / del ventre lor; delle noverche taccio, / però che 'n me non cade loro accusa. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed. Cfr. Sen., Phaedra, 558: «taceo nouercas».

[5] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 17, 46-57, pag. 500.39: e perfida noverca; cioè per la matrigna sua Fedra [[...]] noverca è vocabulo grammaticale, e viene a dire matrigna, che lo dovea amare come figliuolo e richiedere a le cose oneste...

- [In contesto fig., per indicare chi si pone come un nemico o un avversario nei confronti di qno].

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 16.59, vol. 3, pag. 264: Se la gente ch'al mondo più traligna / non fosse stata a Cesare noverca, / ma come madre a suo figlio benigna, / tal fatto è fiorentino e cambia e merca, / che si sarebbe vòlto a Simifonti, / là dove andava l'avolo a la cerca...

[7] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 16, 58-72, pag. 474.1: Non fusse stata a Cesari noverca; cioè non fusse stata aspra allo imperadore di Roma, come è la matrigna al figliastro...