0.1 parca, parcha, parche.
0.2 Lat. Parca (DEI s.v. parca).
0.3 Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.): 1.
0.4 In testi tosc.: Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Boccaccio, Esposizioni, 1373-74.
In testi sett.: Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 [Con rif. alla cultura classica:] ciascuna delle tre figure mitologiche che governano il destino degli uomini (dalla nascita alla morte), filandone la vita.
0.8 Elisa Guadagnini 26.01.2017.
1 [Con rif. alla cultura classica:] ciascuna delle tre figure mitologiche che governano il destino degli uomini (dalla nascita alla morte), filandone la vita.
[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 10, pag. 352.27: e già [[...]] le Parche filano a Lauso l'estreme fila... || Cfr. Verg., Aen., 815: «...extremaque Lauso / Parcae fila legunt».
[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (i), par. 62, pag. 488.31: Tullio, il quale le chiama Parche, in libro De naturis deorum, scrive queste essere state figliuole d'Erebo e della Notte [[...]] Sono, oltre a' propri nomi, chiamate queste Fate da Tullio Parche; e credo le chiami così per contrario, per ciò che esse non perdonano ad alcuno.
[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 210.6, pag. 271: Qual dextro corvo o qual mancha cornice / canti 'l mio fato, o qual Parca l'innaspe? / che sol trovo Pietà sorda com'aspe, / misero, onde sperava esser felice.
[4] f Sinibaldo da Perugia, Fedra, a. 1384 (umbr.-tosc.), Cap. 24.61, pag. 250: 'ncontro l'una e l'altra Parca / glie [[scil. a Teseo]] vennero, sgridando: «Quale ardire / t'ha fatto qui entrare, anima carca, / prima che noi t'abian dato el morire, / tagliando ei fili dela nostra rocca? || DiVo; non att. nel corpus da altra ed.
[5] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [PaoFir] madr. 6.8, pag. 270: Dunque l'amor, ch'al cor mi nacque in canto, / l'altere Parche 'l pòn privar di pianto?
[6] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.261, pag. 183: «Se 'l sire via d'Arezzo se diparte, / verso la Puglia già non porà gire, / perché la Parcha tagliate à le sarte / e levato da noy l'excelso sire, / re Lodovico, che fue d'Anjò duca / la fama cuy convien che sempre luca».