IDÈA s.f.

0.1 idea, idee, ydea, ydee, ydëe.

0.2 Lat. idea (DELI 2 s.v. idea).

0.3 Dante, Convivio, 1304-7: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7; Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); f De le questioim de Boecio, XIV sm. (gen.).

In testi mediani e merid.: Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Filos.] [Secondo la filosofia platonica:] forma pura a cui fanno capo tutte le manifestazioni reali di un oggetto. 2 Raffigurazione della mente.

0.8 Elisa Guadagnini 25.01.2017.

1 [Filos.] [Secondo la filosofia platonica:] forma pura a cui fanno capo tutte le manifestazioni reali di un oggetto.

[1] Gl Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 4, pag. 81.6: Altri furono, sì come Plato, [[...]] che puosero [[...]] tante Intelligenze [[...]] quante sono le spezie delle cose (cioè le maniere delle cose [[...]]). E volsero che [[...]] queste fossero generatrici dell' altre cose ed essempli, ciascuna della sua spezie; e chiamale Plato 'idee', che tanto è a dire quanto forme e nature universali.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 13.53, vol. 3, pag. 210: Ciò che non more e ciò che può morire / non è se non splendor di quella idea / che partorisce, amando, il nostro Sire...

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 2, 43-57, pag. 60, col. 2.19: Donna mi chiamò. D. [[...]] ymagina che questo so intelletto abia soa ydea in celo, la quale ello appella «Lucia» e gintile, zoè chiara e nobele...

[4] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 28, 40-57, pag. 623, col. 1.10: alora intenderavi eo quisti circuli esser uno exempiare, una idea del mundo...

[5] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 386.6, pag. 236: Socrates crette del bene radice / ydëe separate et absolute, / en onni menbro et atto e senso imbute...

[6] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 2.30, pag. 42: da indi 'nnanzi pura tutta mea / la sua scriptura senz' alcun errore / la qual del ver quasi è formale ydea.

[7] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 6, pag. 53r.15: tutte le creature preterite, presenti e future usorono, usano e useranno ciaschuna nel suo essere per lo suo modo nella sapientia increata realiter ragione di diverse mellodie nelle proprie idee organizzando, tutte in una harmonia concordandosi.

[8] Gl Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 2, pag. 19.11: Dante [[...]] immagina che questo suo intelletto abbia sua Idea in Cielo, cioè forma ed esemplo, dalla quale s'informa e procede; la quale Idea appella Lucia...

[9] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 315.12: Ciò che non muore, ciò sono le sustanzie separate e li Angeli; e ciò che puote morire, ciò sono queste cose materiali; non sono se none uno splendore, cioè un raggio che procede da quella idea, cioè essemplare forma, la quale Idio amando, cioè per propia caritade, produce.

[10] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), Inf. c. 2, pag. 450.25: Lucia [[...]] si stava coll' anticha Rachele, che ci è a singnificare la vita contemplativa, della quale Lucia sì come idea et exemplo intende che ongni esser procede...

[11] Ottimo (terza red.), a. 1340 (fior.), pag. 166.10: Et alcuno vuole che ella [[scil. Lucia]] o la prima fosse una ydea et exemplo del suo intelletto.

[12] Gl Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 58, pag. 126.23: La terza maniera sono le cose, che sono propiamente, le qua' sono sanza numero, ma elle son fuori della nostra veduta, questa si è una maniera di cose, che mette Platone, perocché fu solo egli, che prima la trovò, e nominolla idea, all'essemplo della quale, si fanno tutte le cose, che sono. Queste sono immortali, incorruttibili, e immutabili. [[...]] Platone [[...]] dice, che idea si è essemplo perpetuo delle cose, che si fanno per natura.

[13] Petrarca, T.F. III, 1371, 7, pag. 571: Ivi vidi colui che pose idea / ne la mente divina...

[14] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 10, vol. 2, pag. 189.26: Et criiu ki nulla autra cosa fu da sì, nè coeterna a Deu, nè prima materia, nè primu exemplu, nè eterna ydea, nè chaos, ka sulu Deu esti primo primum...

[14] Gl f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. VII, cap. 28, vol. 3, pag. 137.16: dice sé avere compreso per molti indizi nelle statue, l'uno significare il cielo, l'altro la terra, e l'altro li esempli delle cose, le quali Platone chiama idee... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[15] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 10, 1-12, pag. 308.24: nella mente divina è l'idea, cioè la forma di tutte le cose create e che sono a creare, e l'esemplare onde si formano tutte le cose...

[16] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 13, 49-66, pag. 394.38: Non è se non splendor di quella idea: idea è forma, o vero ragione stabile et incommutabile de le cose che non sono anco formate, e per questo è eterna l'idea e sempre à sè in uno medesimo modo, perchè si contiene ne la divina mente e non nasce e non muore...

[17] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 129, Ss. Proto e Giacinto, vol. 3, pag. 1139.14: gli argomenti d'Aristotile, e l'idea di Platone, e gli ammonimenti di Socrate [[...]] in questa sentenzia si raccoglie...

[18] f De le questioim de Boecio, XIV sm. (gen.), L. V, cap. 3b, pag. 94.29: Platom mete le idee per sì da li corpi... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

2 Raffigurazione della mente.

[1] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 5.12, pag. 698: Ma ella coi van pensier se fa un'idea; / ma la natura 'l dà, ch'el gioven faccia, / en ne la sua età, cosa che i piaccia.