0.1 musi, muso, muxo.
0.2 Lat. tardo musus (DELI 2 s.v. muso).
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).
In testi sett.: <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>; f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.).
In testi mediani e merid.: Poes. an. perug., c. 1350.
0.5 Locuz. e fras. alzare il muso 1; fare di muso 1.2.3; levare il muso 1; torcere il muso 1.2.1; voltare il muso 1.2.1.
0.7 1 Parte anteriore e sporgente della testa di un animale che include il naso e la bocca. 1.1 Estens. Espressione facciale di un animale. 1.2 Estens. [In senso spregiativo:] volto umano (in partic. la parte che include il naso e la bocca). 1.3 Fig. Parte anteriore.
0.8 Irene Falini 30.11.2018.
1 Parte anteriore e sporgente della testa di un animale che include il naso e la bocca.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 3.81, vol. 2, pag. 46: Come le pecorelle escon del chiuso / a una, a due, a tre, e l'altre stanno / timidette atterrando l'occhio e 'l muso...
[2] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 32, pag. 164.18: le ranocchie gracidano e tengono pure el muso di fuore dall' acqua, e tutto l' altro busto tengono dentro nell' acqua.
[3] Poes. an. perug., c. 1350, 204, pag. 21: Messa m'avete tra rabiose porche / che qual me fier col muso e qual col dente / sì ch'io non saccio verso 'l qual mi torche.
[4] f Commento a Ars am. (D), a. 1388 (ven.), L. I, [vv. 289-94], pag. 28v.17: questo thoro [[...]] era tucto biancho como lacte, ma una sola verga sottile negra sì aveva, la qual començava dal muso et andava dentro dalle corna... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[5] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 22, 106-117, pag. 579.2: Cagnazzo a cotal motto levò il muso: muso propriamente si dice la bocca del cane, et a questo demonio fu dato di sopra la figura del cane...
[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 108, pag. 241.25: Avea il detto messer Guglielmo uno catello quasi tra botolo e bracchetto, e mai non si partiva da lui; ed essendo tra lui e tra' priori, sentì l' odore della carne salata, e andava pur col muso fiutando a uno a uno...
- [Rif. a un teschio animale].
[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 1, pag. 448.22: egli vedrebbe un teschio d'asino in su un palo di quegli della vigna: il quale quando col muso volto vedesse verso Firenze, sicuramente e senza alcun fallo la sera di notte se ne venisse a lei, e se non trovasse l'uscio aperto pianamente picchiasse tre volte e ella gli aprirebbe; e quando vedesse il muso del teschio volto verso Fiesole, non vi venisse per ciò che Gianni vi sarebbe.
- Alzare, levare il muso.
[8] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 22.106, vol. 1, pag. 374: Cagnazzo a cotal motto levò 'l muso, / crollando 'l capo, e disse...
[9] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 78.3, pag. 86: ogni serpe leva el muso...
[10] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 22, 55-63, pag. 573.38: Allora Cagnazzo levò il muso a quello motto...
[11] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 159, pag. 382.5: quando elli li dava una spronata, e' [[il cavallo]] si movea d' un pezzo, come se fosse di legno, alzando il muso verso il cielo; e sempre parea addormentato, se non quando avesse veduto una ronzina...
1.1 Estens. Espressione facciale di un animale.
[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 161, pag. 397.5: dato ordine del dipignere e fatto una gabbia alla grossa e messavi la bertuccia, fu tutt' uno. La quale, quando vedea dipignere, il muso e gli atti ch' ella facea furono cose incredibili...
1.2 Estens. [In senso spregiativo:] volto umano (in partic. la parte che include il naso e la bocca).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 18.104, vol. 1, pag. 308: Quindi sentimmo gente che si nicchia / ne l'altra bolgia e che col muso scuffa, / e sé medesma con le palme picchia.
[2] <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>, c. 17, 43-51, pag. 445, col. 1.5: Ceffo, in lingua toscana si è 'l muso...
[3] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 171-80, pag. 66.16: avvegna che non pienamente, ma assai convenevolmente informato, sia da una femmina a guisa d' un matto ora col muso e ora col dito all' altre femmine dimostrato!
[4] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 106.32, pag. 100: Se e' ci fosse monna Scoccalfuso, / vo' la conoscerete pur al muso, / ch'ella disgrigna come il diavolò.
[5] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 8.3: Per andar forte non si fa buon furto / e per far carte non si sa de corte, / né muso torto sa mangiar le torte...
1.2.1 Fras. Torcere, voltare il muso: voltarsi, allontanarsi da qno o qsa. Estens. Mostrare fastidio o sdegno per qno o qsa.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 14.48, vol. 2, pag. 231: Botoli trova poi, venendo giuso, / ringhiosi più che non chiede lor possa, / e da lor disdegnosa torce il muso.
[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 11.2598, pag. 283: Beato è quegli che volta lo muso / E mette alla sua gola il freno e il camo / A ciò che preso non sia da quest'amo.
[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 8, pag. 424.25: E quando ella andava per via sì forte le veniva del cencio, che altro che torcere il muso non faceva, quasi puzzo le venisse di chiunque vedesse o scontrasse.
1.2.2 Estens. Espressione del volto; atteggiamento (ostile).
[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 29, terz. 82, vol. 2, pag. 64: i Lucchesi col braccio Fiorentino / fer oste a Pisa con arditi musi...
1.2.3 Fras. Fare di muso: manifestare malumore, corrucciarsi.
[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 153.1: Assai si può sghignare o far de muso, / ch'a la presenza del Mastin signore / non si conosge el grande dal minore, / mo tutti eguali vanno ad un pertuso.
[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 3.89, pag. 345: E vedrai, se ben miri ai detti miei, / Anacotha nel muso del Leone / lucenti sì, che conoscer le dèi.
[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 24.81, pag. 406: La nostra via era come un fuso / diritta in vèr levante, dove il Nille / percuote Egitto e bagnalo col muso.