SCANA s.f.

0.1 scane, scanna, scanne.

0.2 Incrocio di canino e sanna (DEI s.v. scana).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

0.5 Locuz. e fras. gettare fuori la scana 1.1.

0.6 N Doc. esaustiva.

Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

0.7 1 Dente canino (di un animale). 1.1 Fras. Gettare fuori la scana: mettere i denti da animale adulto, scaltrirsi.

0.8 Rossella Mosti 04.11.2018.

1 Dente canino (di un animale).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 33.35, vol. 1, pag. 566: In picciol corso mi parieno stanchi / lo padre e ' figli, e con l'agute scane / mi parea lor veder fender li fianchi.

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 33, pag. 477.7: Qui dice el dicto conte Ugollino che, lui e figli, gli parse che fossero stanchi: con l'agute scanne che avean queste cagne li parea lor veder fendere li fianchi.

[3] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 33, 23-37, pag. 831.35: e con l'agute scane: scane sono li denti pungenti del cane, ch'elli à da ogni lato coi quali elli afferra...

1.1 Fras. Gettare fuori la scana: mettere i denti da animale adulto, scaltrirsi.

[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 154.14: Così me par che sia putto da nanna / zascuno el qual de la corte s'inpaza, / finché non à zittato fuor la scanna; / et io son un de quei a cui la toca, / che i tre ò filato e non cognosco roca.