0.1 esconci, ischoncia, ischoncie, ischoncio, isconce, isconci, isconcia, isconcie, isconcio, isschoncio, schoncie, schoncio, schoncissime, sconça, sconccia, sconce, sconçe, sconci, sconcia, sconcie, sconcio, sconcisimo, sconço, sconze, sconzu, scunça, scunçe, scunço, ssconcio.
0.2 V. sconciare.
0.3 Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.): 3.
0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Lett. fior., 1291 (2); Lett. lucch., 1295; Doc. prat., 1305; Doc. volt., 1322; Stat. sang., 1334; Stat. cort., a. 1345.
In testi sett.: <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>.
In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., XIII u.q. (rom.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Lett. napol., 1353; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Doc. castell., 1361-87; Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.7 1 [In senso fisico:] di aspetto disarmonico e deforme; sproporzionato. Sgraziato; trascurato, trasandato (detto anche di un movimento). Estens. Orribile (a vedersi). 1.1 Sost. Movimento inappropriato e sconveniente. 1.2 Estens. Ridotto in cattive condizioni; danneggiato, rovinato; deteriorato. 2 Fuori posto; scomposto. 2.1 [Med.] [Detto di un arto:] spostato o fatto uscire dalla sua posizione fisiologica, slogato. 2.2 [Detto di una specie di vite:] di forma ricurva. 3 [In senso morale:] non appropriato (secondo un criterio condiviso di giustezza o di decoro), sconveniente; disdicevole, deplorevole. 3.1 Che offende il pudore, indecente, osceno, vergognoso. 3.2 [Detto di un odore:] sgradevole. 4 Che arreca danno o risulta eccessivamente gravoso. 4.1 Sost. Evento o stato di cose che implica conseguenze neg. (materiali o morali) per chi lo vive, danno. Situazione di sofferenza e difficoltà, disagio. 4.2 Sost. Ostacolo, impedimento a compiere un'azione; incomodo, disturbo (arrecato da qno o qsa). 5 Che va oltre la giusta misura o il limite consentito; eccessivo, esagerato. 5.1 Fuori dalla norma, inusuale.
0.8 Irene Falini 17.12.2018.
1 [In senso fisico:] di aspetto disarmonico e deforme; sproporzionato. Sgraziato; trascurato, trasandato (detto anche di un movimento). Estens. Orribile (a vedersi).
[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 72, pag. 82.5: non faccia troppo acconci reggimenti del corpo, acciò che non paia buffone, né troppo rustichi e sconci, acciò che non paia villano.
[2] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 85.10: Anche cavalcavano cavalli sozzi troppo e sconci, e isconciamente, cioè cavalli ch'erano molto magrissimi e con grave trotto, né non aveano né sella né freno e anche zoppicavano.
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 29.107, vol. 1, pag. 501: la vostra sconcia e fastidiosa pena / di palesarvi a me non vi spaventi...
[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 30.85, vol. 1, pag. 516: S' io fossi pur di tanto ancor leggero / ch'i' potessi in cent' anni andare un' oncia, / io sarei messo già per lo sentiero, / cercando lui tra questa gente sconcia...
[5] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4 ott. 106.8, pag. 138: Leva su, racconcia / te, ch'esso non ti trovi così sconcia.
[6] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 2, pag. 285.5: isconcio andamento e portamento e adornamento dello amante...
[7] Doc. castell., 1361-87, pag. 186.38: Ite(m) àvve Giovagnuolo dala Giacopa tre porchetti magri (e) sco(n)ci (e) dèlle a esso ala meitade.
1.1 Sost. Movimento inappropriato e sconveniente.
[1] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), Intr. cap. 6, pag. 236.3: le palpebre di gi so' ocli no apra como no se convene. Lo capo no se toche spesso né faça alcuno altro scunço, perçò ch'el no se convene a l'arengatore e quelo chi è desconvignevele no po' piacere.
1.2 Estens. Ridotto in cattive condizioni; danneggiato, rovinato; deteriorato.
[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 14, pag. 65.24: Anche più è da llodare il maestro che delli sconci legni fa nave che ssi possa navicare, che quegli che degli aconci fa meglior nave.
[2] <f Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV pm. (fior.)>, L. 9, cap. 30, vol. 3, pag. 73.19: Fannosi ancora molte altre lesioni nel dosso del cavallo per lo predetto gravamento della sconcia sella... || Corpus OVI.
[3] Doc. castell., 1361-87, pag. 172.24: disse che la sua parte dela palgla che Castraçça avea al Poggio valeva octo ancontani (e) io così gli desse se la palgla no(n) era sco(n)cia, altrame(n)te no(n) ne fosse te(n)uto...
[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 36, terz. 5, vol. 2, pag. 133: Morinne appresso Ferrarin de' Bronci, / e seguitol Pigel de' Portinari, / ed altri ne camparo molto sconci.
[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 31, pag. 264.13: Enea [[...]] supplicao devotamente a li Grieci che allo manco le devessero concedere e graciosamente donare quelle XXII nave le quale portao Paris in Grecia, cha erano multo sconze et aveano gran mestiede de reparatione...
1.2.1 Estens. [Con rif. alle caratteristiche fisiche di un territorio:] dissestato; malagevole, scomodo.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 19.131, vol. 1, pag. 328: Quivi soavemente spuose il carco, / soave per lo scoglio sconcio ed erto / che sarebbe a le capre duro varco.
[2] Stat. pis./sard., a. 1327, L. 4, cap. 109, pag. 291.35: i(n) q(ue)llo luogo p(er) lo quali la via fosse sconccia, no(n) ave(n)do facto raco(n)ciare l'altra via da lato...
[3] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 92, par. 1, vol. 2, pag. 450.7: e la via per la quale se va per la porta de la Conca [[...]] sia troppo sconcia e non commoda aglie passante e andante per la dicta via...
[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 34, 55-69, pag. 857.11: la via era lunga e 'l cammino malvagio, e già era alta mattina; e descrive lo luogo quivi, dove erano, ch'era oscuro et avea mala via e sconcia.
1.2.2 Estens. [Rif. a una città:] devastato, distrutto.
[1] St. de Troia e de Roma Amb., XIII u.q. (rom.), pag. 137.14: En quello medesmo tempo tre nobili consoli de Roma fecero Aremmino e Benevento appresso dove fo la prima citade e fecero Cretonia in Apulia, ke modo ene sconça. || Cfr. Liber Yst. Rom., p. 136: «dirupta».
[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 26, pag. 7: Sey anni stette sconcia, sì como trovo scripto, / Né casa vi remase, né pesele, né ticto...
[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 86, pag. 414.5: negli organi, se pur uno cannone v'è, che stea male o sconcio, tutti gli altri guasta.
[2] Jacopo Passavanti, Tratt. sogni, c. 1355 (fior.), pag. 332.16: Quando indolenzirà il capo o 'l collo o altro membro per tenerlo torto e sconcio...
[3] F Dini, Mascalcia, 1352-59 (fior.): lla sella la quale porrai adosso al chavallo, overo mulo o asino, ch'ella non sia troppo grande né troppo picchola, imperò che se fosse troppo grande istarebbe ischoncia e non piana né ferma in sul dosso... || Boano-Bertoldi-Vitale Brovarone, p. 143.
2.1 [Med.] [Detto di un arto:] spostato o fatto uscire dalla sua posizione fisiologica, slogato.
[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 15, pag. 126.16: Come dunque sarebbe stolto chi volesse innanzi sempre tenere il braccio sconcio, e vivere in continua pena, che sentir solo il dolore del racconciarlo...
[2] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 104, pag. 342.36: Se alcuno si rompe una gamba, o sconciasi alcun membro, egli non monta in sul carro, né 'n sulla nave, anzi si fa venire il medico per risaldare quello, ch'è rotto, o per rimettere nel suo luogo quel che è isconcio.
2.1.1 [Med.] Sost. Arto slogato.
[1] F Dini, Mascalcia, 1352-59 (fior.): E tu chon ambedue i piedi sali in su la gamba agravandoti forte per più volte anzi che restia, per lo quale agravamento suole lo schoncio tornare in suo locho. || Boano-Bertoldi-Vitale Brovarone, p. 127.
[2] F Dini, Mascalcia, 1352-59 (fior.): E a pocho a pocho il fa' ristare e fallo andare di passo; se vedi che pongha il piè pari e pocho si duole, allora è tornato lo schoncio nel luogho suo. || Boano-Bertoldi-Vitale Brovarone, p. 150.
2.2 [Detto di una specie di vite:] di forma ricurva.
[1] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 727, pag. 146: Lo sesto si è al trivelino, / Chi ben fa el foro el se gli tene, / In vide sconça e molto fine.
3 [In senso morale:] non appropriato (secondo un criterio condiviso di giustezza o di decoro), sconveniente; disdicevole, deplorevole.
[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 21, pag. 362.27: sconcia cosa è volere stare allegro tra li tristi...
[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 40, pag. 71.16: E però è così sformata e sconcia, perché isformata e sconcia cosa era a credere che nell'idole dell'oro o dell'ariento o di marmo potesse avere deità.
[3] Doc. prat., 1305, pag. 453.25: fate che -l vero si ritrovi e che si puliscano così gravi (e) esconci malefici, a cciò che lla terra di Prato abbia buono stato...
[4] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 1, pag. 6.15: certi costumi sono idonei e laudabili ad una etade che sono sconci e biasimevoli ad altra...
[5] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 77.1: per lo disordinato mangiar e bere pervertisce la persona a lussuria, e chi questo fae pecca mortalemente, e molti mali, e isconci peccati si trae dietro.
[6] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 2, pag. 610.27: nel viso, in ogni corrotto modo di male ragguardare; in audito, in ogni sconcio modo di male udire; in tatto, in ogni mal modo e sensuale de' mali toccamenti...
[7] Stat. sang., 1334, 30, pag. 132.33: ordiniamo che niuno giurato o vero sottoposto a l' arte o vero lavorente di qualunque condiçione si sia ardischa o vero presomma [[...]] alcuna cosa isconcia che sia contra l' ufficio e honore suo...
[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 51, vol. 3, pag. 112.17: i nemici temendo la stanza d'essere sorpresi, perché non erano venuti proveduti di vittuaglia, si partiro a dì VII d'agosto con isconcia levata...
- [Detto delle parole].
[9] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 21, pag. 188.5: non dicesse la femmina parole laide né villane né sconcie...
[10] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 80, pag. 324.38: Se per parole colorate o sconçe...
[11] <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>, c. 29, 22-30, pag. 688, col. 2.13: Geri si fo figliolo de Zone del Bello, lo qual recevette oltrazo da uno casado lo quale ha nome in Fiorenza i Germij, e questo ave per so riportar de parole sconze.
[12] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 19, pag. 151.5: Volevi tu che io con mio padre avessi sconce parole per quello che ancora si può ammendare?
[13] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 69, pag. 677.27: Udendo i governatori della città e lle sconcie e lle mal colorate domande...
- [Con valore avv.].
[14] Lett. lucch., 1297, pag. 38.28: abattere molte lingue che pa(r)lano ischo(n)cio i(n) nosso cho(n)trario...
[15] Lett. lucch., 1301 (3), pag. 132.31: di tutto ci risspo(n)de visiato (e) isscho(n)cio qua(n)to poe al mo(n)do.
3.1 Che offende il pudore, indecente, osceno, vergognoso.
[1] Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 190, pag. 878.4: Attendi og[g]imai al testo, onde mosse il furioso amore e però che questo che muove da l'ozio è più sconcio...
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 18.57, vol. 1, pag. 302: I' fui colui che la Ghisolabella / condussi a far la voglia del marchese, / come che suoni la sconcia novella.
[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 36, pag. 594.16: mai il mio pensiero non si distese tanto avanti ch' io sconcia cosa di Biancifiore disiassi...
[4] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 297, pag. 739.1: Qui dice che non solamente intra ' compagni lo sconcio amore cade, ma infra ' frategli e le serocchie.
[5] Comm. Rim. Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 7, pag. 624.5: quand'ella pensò d' amare il padre di sconcio amore...
[6] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 18, vol. 1, pag. 498.4: colla quale si copulò con tanta disordinata concupiscenza carnale, che molte disolute e sconce cose ne facea...
[7] Dolcibene, a. 1368 (fior.), 123b.10, pag. 116: Il tempo vien de' ceci e de' fagiuoli / per ristorar le sconce fottiture, / che si fan spesso per aver figliuoli.
3.2 [Detto di un odore:] sgradevole.
[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 28, pag. 172.29: allor non abbi usati bagni, nè cibi agresti, nè altri cibi d'alcuno sconcio odore...
4 Che arreca danno o risulta eccessivamente gravoso.
[1] Doc. volt., 1322, 4, pag. 15.20: più altre cose sconcie m'à facte...
[2] <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>, c. 7, 1-6, pag. 200, col. 2.17: illi s'incontrino pettorigiando e dandose di grandi e sconci scontri...
[3] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 21, pag. 733.23: mi potea dire se Giunone, de' nostri matrimonii congiugnitrice, non avesse la mano ritratta con isconci accidenti dalle nostre fortune...
[4] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 158.15: scrivendo tra esse d' altre schoncissime cose adoperate e commesse contra quella Fiorenza dal comune o vero signori di Colle di Valdelsa, e altre vitiperose, diverse e tradiaboliche opere perpetrate per lo comune di Siena...
[5] Miracoli di Caterina di Iacopo, c. 1374 (fior./sen.), cap. 17, pag. 14.21: subitamente ella infermò di sconcia infermità...
[6] Morte di Tristano, a. 1375 (tosc.), st. 12.3, pag. 53: la fedita è sì sconcia - al ver dire - / che niuno promette di farlo sano...
[7] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 8, 17.7, pag. 102: de la sconcia battitura / che voi m'avete data non ho cura.
- Fras. Andare sconcio: avere un risultato neg., andare male.
[8] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 131.7, pag. 437: pescar la notte tutta: l'andò sconcia, / pesce non ebber, né libra, né oncia.
4.1 Sost. Evento o stato di cose che implica conseguenze neg. (materiali o morali) per chi lo vive, danno. Situazione di sofferenza e difficoltà, disagio.
[1] Lett. fior., 1291 (2), pag. 600.23: de la quale cosa ne siamo stati e siamo molto crucciosi pensando lo ssconcio e la briga e 'l damaggio che intervenire ne puote sì de la nostra mercatantia e sì de la moneta...
[2] De amicitia volg., red. B, a. 1330 (fior.), cap. 19, pag. 74.7: La quale [[virtude]] in tutte le buone cose e principalmente nell'amistade è tenera e acostante e arrendevole, e per li beni degl'amici si ralarga, e per li sconci si duole.
[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 4, pag. 175.16: Io non voglio né cerco di colui la morte, che già da me fu scampato e vuole la mia, né altro sconcio dimando di lui...
[4] Stat. cort., a. 1345, cap. 16, pag. 138.26: E se avenisse ke non fosse seguito a l' opera de quello ke conselliato fosse, o ke fosse detta vilania o altro scandalo conmesso per malitia, e sia sconcio de la compagnia...
[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 53, vol. 3, pag. 422.7: e valea la lega d'once XI e mezzo di fine più di libre XII a ffiorini la libra, ond'era grande isconcio a' lanaiuoli e a più altri artefici...
[6] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 22, vol. 1, pag. 43.21: questa tornata de· rre Luigi e della reina Giovanna era più tosto aspetto di guerra e di grande spesa, e sconcio del paese e della mercatantia e de' forestieri, che cominciamento di riposo...
- Locuz. prep. A sconcio di: a scapito di (qsa).
[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 17, vol. 1, pag. 294.10: a lloro parve falsa pace, e a danno e vergogna de' Cristiani, e a sconcio del racquisto della Terrasanta.
[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 14, vol. 1, pag. 434.18: messer Gianni de' Soldanieri si fece capo del popolo per montare inn istato, non guardando al fine, che dovea riuscire a sconcio di parte ghibellina e suo dammaggio...
4.2 Sost. Ostacolo, impedimento a compiere un'azione; incomodo, disturbo.
[1] Lett. lucch., 1295, pag. 14.6: Siavo chointo che chome p(er) altre let. v'avemo ma(n)dato, che voi qua(n)do avete ad andare alli nossi d'Irlanda, che qua(n)do sensa ischo(n)cio poteste farlo ...
[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 49.20: in locu di lu ordini supernu di li denti, appi unu ossu stisu ygualimenti; nì era laydu a vidiri, nè a lu usari no ndi sentia nullu sconzu.
[3] Stat. prat., 1319-50, cap. 9, pag. 19.31: ciascuno di questa nostra Compagnia [[...]] sia tenuto e pregato di visitare lo luogo e la chiesa de' nostri Frati all' officio et alle prediche et alle messe, quando puote, sanza suo sconcio...
[4] Lett. volt., 1348-53, pag. 200.28: mandiamo questo nostro fante proprio, per non dare impedimento nè sconcio a' vostri facti, ne' quali se per li nostri troppo v'impediamo e affaniamo, preghiamvi che ci perdoniate...
[5] Lett. napol., 1353, pag. 123.16: P(re)gove, madama, p(er) l'amor de Dio, che de chilli dinare che eo agio vostri, che si no(n) vi fusse troppo sco(n)ço, che mi 'ndi i(m)pristiti una unça a buono re(n)dere...
[6] Poes. an. tosc., XIV (2), 61.4, pag. 365: Amico mio, da po' che per tuo aconcio / io t'ò servito sì ccome tu sai, / que' denaruzzi ch'io ti prestai / deh, fa che li ab[b]ia se non t'è di sconcio.
[7] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 222, pag. 576.22: de' denari disse che gliene potea prestare ventimila, sanza alcuno sconcio...
5 Che va oltre la giusta misura o il limite consentito; eccessivo, esagerato.
[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 22, cap. 2, par. 8, pag. 353.12: Non sono io spenditore sconcio, ma questa città richiede grandi spese.
[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 2, pag. 42.28: queste cose s'induceno per concupiscentia sconcia delle cose del mondo.
[3] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 1.51, pag. 38: Catone il driza poscia per la piana / piagia de l'oriente verso 'l monte / ov' ogni sconcia alteza si rappiana...
[4] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 12, pag. 707.36: la bocca della quale, non distesa in isconcia grandezza...
[5] Cronica di Lucca, c. 1357 (lucch.), pag. 192.2: E questo anno chiaciò lo lacho di Masa Cucori per lo isconcio fredo, et poi fu sconcisimo caldo, che isteo messi otto, che non piove.
[6] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 6, vol. 1, pag. 479.14: E questa medesima pestilenzia di grilli nel seguente anno accupò l'isola di Cipri per sì sconcio modo, che ' campi e le strade n'erano pieni...
[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 3, pag. 86.34: avendo dimenticato a qual partito gli avesse lo sconcio spendere altra volta recati...
[8] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 24, pag. 447.6: questo avenne loro per lo schoncio mangiare e bere, cioè per questo vizio di ghola.
[9] ? f Stat. lucch., 1376, L. I, cap. 15, pag. 39.17: Et se alcuno de dicti misuratori troverà alcuna fractura o stracciatura o altro difecto sconcio in alcuno delli predicti panni in quel dì che comperati o misurati fusseno...|| Corpus OVI.
- Sost.
[10] ? f Stat. lucch., 1376, L. IV, cap. 6, pag. 132.8: Statuimo et ordiniamo che qualunqua persona compererà testoio del quale in pacto sia dovere cavare alcuna quantità, quella quantità di cavato, et etiando lo sconcio, dal dì che 'l testoio li serà venuto a bottegha infra quindici dì poi che arà avuta tucta la quantità del testoio di che mercato avesse facto, sia tenuto lo tracto et lo sconcio aver renduto. || Corpus OVI.
5.1 Fuori dalla norma, inusuale.
[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 8, vol. 3, pag. 316.15: All'uscita di giugno fece fare una sconcia giustizia, che a uno Bettone Cini da Campi [[...]] fece cavare la lingua infino allo strozzule e con essa inanzi in su una lancia per diligione mandandolo per la terra, e poi pintone fuori a' confini a Pesero...
[2] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 7, 100-108, pag. 216.3: per una via diversa; cioè sconcia e ria.