VENALE agg.

0.1 venal, venale, venali.

0.2 Lat. venalis (DELI 2 s.v. venale).

0.3 Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.): 2.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.).

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, a. 1360; f Poes. an. Oy me lascio, XIV (umbr.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Che è o può essere oggetto di commercio, destinato alla vendita. 2 Che garantisce vantaggi di natura esclusivamente materiale ed economica. 2.1 Che compie un'attività o esercita un'arte per avidità di denaro (anche fig.).

0.8 Giuseppe Zarra 26.11.2018.

1 Che è o può essere oggetto di commercio, destinato alla vendita.

[1] f Zucchero, Somme le Roi volg., XIV in.: Portano al mercato le cose venali più minute, e più vendevoli. || Crusca (4) s.v. venale.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 108, vol. 1, pag. 465.1: con ordine dava a catuno certa parte a buttino, e tutte le ruberie e prede ch'erano venali facea vendere...

[3] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), Ne 13, vol. 4, pag. 438.16: [16] E quelli di Tiro, i quali erano gentili, abitarono in essa, portando pesci e tutte le cose venali; e vendevano nel sabbato e nelli dì solenni alli figliuoli di Giuda in Ierusalem.

2 Che garantisce vantaggi di natura esclusivamente materiale ed economica.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 209.12, pag. 252: Ahi, ché non servo a Dio giustizia e patto / (e onne impeterebbi orazione!), / como voi di forzo e di savere / e d'onta, che neente è nigrettosa, / servite al mondo e dimandate avere, / e per molta leggera e venal cosa / vi date tutto e, potendo apparere, / sembra soave voi cosa noiosa!

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 9, pag. 165.7: sechondo, da parte della cosa spirituale, la quale venale si dispone...

2.1 Che compie un'attività o esercita un'arte per avidità di denaro (anche fig.).

[1] Anonimo Rom., Cronica, a. 1360, cap. 27, pag. 250.25: Disse como era ito venale anni sette, como fu in grazia de Carlo imperatore, lo cui aiutorio de prossimo aspettava.

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 128.25, pag. 175: Vano error vi lusinga: / poco vedete, et parvi veder molto, / ché 'n cor venale amor cercate o fede.

[3] f Poes. an. Oy me lascio, XIV (umbr.), 150, pag. 365: Abie hodio a le cose tenporale, / retórnate, cor meu, non gir venale; / vorrìa ad quelle de cel, che so' eternale, / tuctu te dessci. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.