STORDITO agg.

0.1 estordido, istordito, stordido, stordita, storditi, stordito, stordo, storduta, storduti, storduto, sturdito, sturduta, sturdute, sturduti, sturduto, sturdutu.

0.2 V. stordire.

0.3 Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.); Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.); Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.).

In testi sett.: Tristano Cors. (ed. Tagliani), XIV ex. (ven.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Anonimo rom., Cronica, a. 1360; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Nota il part. pass. forte stordo, dettato prob. da esigenze di rima.

Locuz. e fras. alla stordita 1.

0.7 1 Privo delle facoltà mentali, percettive e motorie. Psichicamente alterato, incapace di muoversi, di parlare e di reagire in modo razionale. 1.1 [Con referente astratto:] privo di sensibilità, paralizzato (?). 1.2 [Con rif. a un colpo subìto:] privo di sensi, tramortito, intontito. 1.3 Indotto in uno stato di confusione, turbamento o di stupore, attonito.

0.8 Luca Barbieri 08.10.2019.

1 Privo delle facoltà mentali, percettive e motorie. Psichicamente alterato, incapace di muoversi, di parlare e di reagire in modo razionale.

[1] Giacomo da Lentini (ed. Antonelli), c. 1230/50 (tosc.), canz. 9.25, pag. 221: Dunqua son io sturduto? / Ciò saccio certamente, / con' quelli ch'à cercato ciò che tene, / così m'è adivenuto...

[2] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 436.11: Unde, iscoltato l' aguta e loguente sua loguensia, non solamente del' udire, ma dei sensi tutti vano e stordito rimasi...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 90.127, pag. 371: Tanto calore non posso patire: / l'amor m'ha preso, non so do' me sia, / che faccio o dico non posso sentire; / como stordito sì vo per la via, / spesso trangoscio per forte languire...

[4] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 6, pag. 26.32: quando è loro besogno de dire alcuna paraula per fare di loro facti in curti o for di curte, sì gridano con tanta follìa e con tanta iracondia che rimanno sì storditi e sì dirotti che tutta la loro ragione perdeno...

[5] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 310, pag. 219.11: E i· re si giaque tramortito molto lungamente a la terra, né unque no si levò insino a tanto che fue preso che notte [[...]]. E quand'e' fu risentito si fue sì vano e sì stordito che no poté vedere punto...

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 47.7: La mulyeri di Nansimenes athenisi, disavidutamenti truvandu so fillyu et sua filya qui commitianu stupru insembla, sturduta di quilla horribili et monstruusa vista, tandu si turbau...

[7] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 137, pag. 527.4: Non si sanno fra loro accordare che fare si deggiano: i più savi, storditi dell' avvenimento, hanno perduto il saper consigliare.

[8] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 5, ott. 81.1, pag. 408: Ella si stava quasi che stordita, / né giva avanti né 'ndietro tornava; / e sì per maraviglia era invilita, / ch' ella non si movea né non parlava.

[9] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 972, pag. 223: Pure de nostra materia qui vollio sequitare. / La gente era stordita, non sapea che sse fare...

- Locuz. avv. Alla stordita: senza avere il tempo di recuperare pienamente la coscienza e la lucidità.

[10] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 7, pag. 103.7: A lo quale remore se sveglyaro li citadini che erano in uno castiello fortissimo [[...]], e cossì sveglyati a la storduta se levaro da li liecti, armarose 'mpressa, et armate co una corsa rapace descendevano da quillo castiello...

1.1 [Con referente astratto:] privo di sensibilità, paralizzato (?).

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 277.5, pag. 182: Per non usare era di polver lordo / lo core mio e di ruçine sporcho, / quando Amor gli scridò: «S'eo non torcho / la tua dureçça, ben mi terrò gordo». / E piglandolo quasi tutto stordo, / taglòlo per longo dicendo: «Eo corcho / tego custey e nel meço la inforcho, / sì che ver' me plu non ti mostri sordo».

1.2 [Con rif. a un colpo subìto:] privo di sensi, tramortito, intontito.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 15, pag. 62.26: per ciò si ferivano de' pomi de le spade nel viso, che tutti erano storditi. Quando furo rivenuti in loro memoria, tornaronsi a ferire molto aspramente...

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 219, pag. 266.24: E' si feriro tali colpi sopra li scudi, che tutti gli spezzaro e poi si smagliaro gli asberghi e si fecero piaghe grandi e maravigliose e si portaro a la terra tutti storditi.

[3] Anonimo rom., Cronica, a. 1360, cap. 26, pag. 220.26: Più prete e sassi li fioccano de sopra como fronni che cascano delli arbori lo autunno. Chi li dao, chi li promette. Stordito lo senatore per li moiti colpi, non li vastava coperirese de sotto soie arme.

[4] Tristano Cors. (ed. Tagliani), XIV ex. (ven.), cap. 8, pag. 148.12: Tristan lo fere en suo vegnire e lli dà un sì gran colpo ch'el l'abate alla terra tuto stordido...

1.2.1[Rif. a un animale].

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 12, pag. 103.9: Lo settimo lignaggio si è falcone randione, cioè lo signore e re di tutti gli uccelli, che non è niuno che osi volare appresso di lui, nè dinanzi, chè caggiono tutti storditi in tal maniera che l'uomo li puote prendere come fossero morti.

1.3Indotto in uno stato di confusione, turbamento o di stupore, attonito.

[1] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 4, cap. 32, pag. 156.13: Videndu killi de la famigla kistu malatu cussì cridari, lu qualj cridianu ki ià fussi mortu, lassaru lu plantu e stavanu tucti sturduti; et maravillandusi, fu mandatu unu garzunj a vidiri ki fussi de lu previti...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 5, vol. 1, pag. 95.22: Ca unu servu publicu, qui era Cymbru, mandatu ad aucidiri issu Mariu [[...], non fu scutiyanti di asaltarlu, ma commu cecatu per la claritati di Mariu, gitata la spata, sturdutu et pagurusu se nde fugiu.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 118, pag. 506.14: Ella udita la voce umana, stordita del sonno e di paura, si volle fuori del letto gittare e gridare e chiamare Glorizia...

[4] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 28v, pag. 129.24: Attonitus a um, idest stupefactus, sturdutu.

[5] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 64r, pag. 129.26: Consternatus a um, idest deficiens pre timore. sturdutu.

[6] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 115, pag. 380.18: Chi vedesse questa faccia più alta, e più risplendente, che non è usato tralle cose umane, non rimarebb' egli stordito? maravigliandosi, siccom'egli avesse incontrato Iddio, e pregherebbelo quetamente...

[7] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 64, vol. 2, pag. 380.11: E 'l castellano, ch'era lombardo, stordito per lo tradimento e per lo sùbito asalto, s'arendé...

[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 30, pag. 253.2: Allora li Troyani, commo ad huomini storduti, fortemente se maraviglyaro de quelle cose che cossì sobetamente adevennero in presentia loro...