0.1 lisignollo, llosenga, llosengandome, llosengarela, losegnati, losénchili, losenga, losengando, losengandole, losengandoli, losengane, losengao, losengar, losengare, losengarelle, losengasse, losengasseno, losengava, losengna, losengò, losengua, losinga, losinghi, loxenga, loxengar-la, lusenga, lusengar, lusengare, lusengate, lusengatu, lusengava, lusenghare, lusinga, lusingala, lusingalo, lusingando, lusingandola, lusingandoli, lusingandolo, lusingandulu, lusingano, lusingante, lusinganti, lusingar, lusingare, lusingargli, lusingari, lusingarla, lusingârli, lusingarlo, lusingasse, lusingassero, lusingassono, lusingata, lusingatelo, lusingati, lusingato, lusingava, lusingavala, lusingavalo, lusingavano, lusingavi, lusingha, lusinghano, lusinghare, lusinghato, lusinghavano, lusinghe, lusingherà , lusingherai, lusingheran, lusingheranno, lusingheratti, lusingherebbe, lusingheresti, lusinghi, lusinghiamo, lusinghò, lusingiare, lusingo, lusingò, lusingoe, lusingolli, luxengar, luzinga, luzingare.
0.2 Da lusinga.
0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 3.1.
0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Albertano volg., 1275 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.).
In testi sett.: Legg. S. Caterina ver., XIV in.; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Poes. an. bergam., p. 1340; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.
In testi mediani e merid.: Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Poes. an. urbin., XIII; a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.7 1 Ricercare la fiducia o il favore di qno mediante atteggiamenti, parole o gesti che simulano affetto o stima, in partic. per sedurlo o conseguire un risultato. 2 Lodare in maniera falsa e servile, lo stesso che adulare. 3 Recare piacere all'animo o ai sensi mediante atteggiamenti, parole o gesti affettuosi. 3.1 Viziare. 3.2 Rendere omaggio (a una divinità o a un'autorità). 3.3 Conciliare (il sonno). 4 Ammonire. 5 Invocare in modo accorato.
0.8 Laura Ingallinella 23.07.2015.
1 Ricercare la fiducia o il favore di qno mediante atteggiamenti, parole o gesti che simulano affetto o stima, in partic. per sedurlo o conseguire un risultato.
[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 213.2: Menalo a la iustizia e lusingalo per la via e minaccialo, sì ch'elli parli.
[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 2, pag. 75.1: E questa gente ignara e dura, predicando lo profeta e losengando e dicendo a loro cose fore de rascione, emperciò che non conosciaréno rascione, e mostrando a loro lo suo mostro e lo suo miraculo, e losengando e predicando a loro maravellie, so' ramollati e spaventati e 'ndubititi...
[3] Poes. an. urbin., XIII, 22.28, pag. 586: tu rumpisti la catena / cun ki l'antico serpente / gia pillando - e pper onnia losengando, / ké li revorria».
[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 11, vol. 3, pag. 247.5: Lo maestro disse: Però si dee ciascuno provedere e guardare dalle false parole, e di falsità, ch'egli non sa che di ciò addiviene, ch'elli sono sì come il dolce suono del sufolo che lusinga l'uccello tanto ch'egli cade preso.
[5] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 1083, pag. 292: l' emperaor la loxenga e fage gran careçe, / molto g' enpromete de darli gran richeçe...
[6] Filippo da Santa Croce, Deca prima di Tito Livio, 1323 (fior.), L. 1, cap. 9, vol. 1, pag. 21.4: E sopra ciò ciascuno riconfortava benignamente la sua, e lusingavala il più dolcemente ch'egli sapea, la qual cosa, sopra tutte le altre, è possente a piegar l'animo della femina...
[7] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Fedra, pag. 34.24: Già non bisognerà che tu vegni a me di notte o per tempo oscuro: sanza ingegno ti saranno aperti gli usci paterni, e non ti converrae lusingare o ingannare li guardiani con doni o con promessioni.
[8] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 910, pag. 386, col. 1: da quisto amore may / no me revocarai, / nè tanto me losinghi / che con toi parol me prindi; / nè tanto me menacci / che martoriu me facci.
[9] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, cap. 2, pag. 48.14: Ragione è del mare ora con agguagliata bonaccia lusingare, e or con discorrimenti e tempeste spaurire.
[10] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 52.13, pag. 550: s'Amor non l'assicura, ch'ogni cosa / lusinga e vince, e può far, sì è dotto, / una selvaggia fera esser pietosa.
[11] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 31, pag. 262.14: Ma tu, che profiecto ay facto a quisto exiercito nuostro, ché non ay prode nén vertute a ffare nullo bene né mostrare cavallaria de gran signore commo te tiene, se non cha say gabare la gente e losengarelle con chesse toy fallace e viciose parole?
2 Lodare in maniera falsa e servile, lo stesso che adulare.
[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 18, pag. 127.8: Et no(n) ti lasciare lusingare, nela quale cosa è agievole essere i(n)ga(n)nato, ke noi pe(n)siamo essere tali kente noi siamo laudati.
[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 15, pag. 257.14: La quinta cosa si è, che nel consiglio l'uomo non vi die dire cosa che piaccia ad altrui per lusinga, ma dire la verità, perciò che molti lusingando ei signori e li amici, lor fanno ispesso fiaccare il collo...
[3] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 250, pag. 333: c'a mme incressce tua voce, / ke losenga lu core / et infiecça clamore / de lotam pucçulente».
[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 52, pag. 282.17: Elli non li andava niente tenendo nè lusingando, per ben che non li vedesse, sì come solevano, in amore di sè: sempre si metteva tra loro arditamente, e parlava a loro signorilmente, sì che elli li metteva in pace o per amore o per timore.
[5] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), I, 26.5, pag. 196: Chi te losenga e s(er)ve de parole / d'esse la paga cha rason lo vole.
[6] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 20, pag. 23.22: E pertanto elo vete de sovra da si uno alocho et encontenente elo s' enclinà enver queli ke tanto lo losengava e dise con gran dolor: «Io vostro dio sì morò.»
[7] Dante, Rime, a. 1321, 42.7, pag. 147: La sua sentenzia non richiede fretta / né luogo di romor né da giullare; / anzi si vuol più volte lusingare / prima che 'n intelletto altrui si metta.
[8] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4 ott. 142.4, pag. 148: lusingheratti, e farà ch'onorata / sarai da' Greci, ed el v'è riverito, / sì com'io 'ntendo, e molto v'è pregiata / la sua virtù; per che, non sanza noia, / temo che tu giammai non torni in Troia.
[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 3, vol. 2, pag. 76.6: Ma li Attenisi condanpnaru a pena capitali Trigonara, lu quali in lu officiu di la salutaciuni avia lusengatu a Dariu salutandulu segundu la custuma di quilla genti...
- Sost.
[10] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), son. 7.3, pag. 724: Molto m'è viso che ssia da blasmare / chi puote e non tener vuol buona via, / e cchi più crede un falso lusingare / ch'un dolce amaestrar di cortesia...
3 Recare piacere all'animo o ai sensi mediante atteggiamenti, parole o gesti affettuosi.
[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 269.8: Usa di lusingarla dolcemente e usale parole che dilettino a' suoi orecchi, acciò che quella s'allegri, quando tu giugni a llei.
[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 10, vol. 2, pag. 236.3: e ecco l'albero, che c' era bisogno, ci lusinga colla sua ombra; e 'l cespuglio ci dà lo letto: e mi piace di riposarmi teco in su questa terra.
[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 26, pag. 293.11: Egli stette più giorni sanza alcuno riposo, pieno di sollecite cure. Egli alcuna volta imaginava: «Ora è Fileno davanti alla mia Biancifiore e lusingala: ma perché la lusingherebbe egli, ch' ella l' ama oltra misura?».
[4] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 11, pag. 100.4: Onde se è ingiuriato, anche aggiunge di essere più, se è corretto sì ne ringrazia, se è provocato tace, se è esasperato ed offeso, sì serve, e lusinga...
[5] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 26, pag. 752.28: E venne chi trovò mille modi, con nuove vivande, da lusingare la non sazievole gola...
[6] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 141, S. Girolamo, vol. 3, pag. 1243.9: Allora il leone cominciò andare discorrendo per lo monasterio, com'era usato, e gittandosi in terra a' piedi di ciascuno frate, e lusingando con la coda, domandava quasi perdonanza de la colpa, la quale non avea commessa.
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 23, pag. 273.20: Et non de' troppo lusingare la moglie tua, nè troppo lodarla, nè mordacemente gastigare con sozze parole...
[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 16: Luzinga figliuolo (et) arai paura di lui; giuoca co(n) lui, elli ti darà tristitia...
3.2 Rendere omaggio (a una divinità o a un'autorità).
[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 3, pag. 430.8: Li Ateniesi uccisero con tormento capitale Timagora, però che nel salutare avea lusingato Dario re alla costuma di quella gente...
[1] Dante, Rime, a. 1321, 49.79, pag. 187: Maladetta tua culla / che lusingò cotanti sonni invano; / maladetto lo tuo perduto pane, / che non si perde al cane.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 7, pag. 217.19: i quali pensano che sieno più gravi le battiture del padre, che gl' incendi de' nemici; e chiamano più acerbo Iddio lusingando e ammonendo e redimendo, che il Diavolo che perseguita, domina e uccide.
[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 11, cap. 9, par. 7, pag. 233.17: La santa Scrittura ogni altra scienzia e dottrina sanza niuna comparazione trapassa, in quanto vere cose predica, alla celestiale patria chiama, da' terreni disiderj muta il cuore a' sovrani, con detti oscuri dà che fare a' savj, con parole umili lusinga i parvoli...
[1] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 14.48, pag. 531: e llosenga la morte / ke pur un poco te ce lassi gire; / poi, se 'nçe vol venire, / non déli fare amor né ammistança.
[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 4, cap. 6, par. 7, pag. 111.12: «Voi trattate tuttodì di maritare la Joanna, ed ella tuttora ve ne lusinga; ma io v' inprometto, che se voi la maritate prima di me, ch' io me n' andrò col primo cavaliere che mmi vorrà».
[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 175.10: Ma Venus ch'ebbe misericordia della nepote faticata indegnamente, così lusingoe lo suo zio...
[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 24, pag. 456.21: Elli discrive qui un secondo arbore di pome; e appiè d' essa li peccatori gulosi ed affamati più stavano e porgevano le mani, e lusingavano ch' elli inchinasse e porgesse a lloro delli suoi frutti...
[5] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 7, pag. 87.15: tanto lusingò Ati il padre, che contra sua volontà il vi mandò.
[6] Poes. an. bergam., p. 1340, 9, pag. 22: «A confesarte al preyto? Lo losengasse, / elle soe companie se a la mess'i anasse!».
[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 18, pag. 85.2: Et lu in persona se muasse de robe e se stravestisse a moho d'un reaçço e vegnisse a star in stalla consego e a pregar-la e a loxengar-la ch'ela voglia esser soa e ch'el la vol far regina da corona?
[8] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 1.16, pag. 39: chiamo, priego, lusingo la morte, / come divota, dolce e cara amica, / che non mi sia nimica, / ma vegni a me, com' a sua propia cosa.
[u.r. 24.12.2020]