INFAME agg./s.m.

0.1 enfame, infame, infami, 'nfami.

0.2 Lat. infamis (DELI 2 s.v. infame).

0.3 Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.): 1.

0.4 In testi tosc.: Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Stat. fior., c. 1324; a Lucano volg., 1330/1340 (prat.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Gravemente macchiato nell'onore o nella dignità; che non merita la stima e la considerazione pubblica, fatto oggetto di disprezzo; [in partic.:] respinto dalla società, abietto. 1.1 Sost. 1.2 [Con rif. a un sogg. inanimato o astratto:] che attrae il disprezzo e il biasimo, turpe. 2 Che conferisce disonore e ignominia.

0.8 Cosimo Burgassi 15.06.2016.

1Gravemente macchiato nell'onore o nella dignità; che non merita la stima e la considerazione pubblica, fatto oggetto di disprezzo; [in partic.:] respinto dalla società, abietto.

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 23, pag. 181.32: Ben sai tu! Anco non è alcuno infame quando è dampnato per infame et ad infamia etiandio in della terra sua quanto ad tutti, però che forse alcuni reputano quella sententia ingiusta, unde non è appo coloro infamato.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 5, vol. 1, pag. 47.24: Anco exbandiamo li credenti, ricettatori, difenditori et favoratori de li eretici, et statuimo che se poscia che ciascuno di cotali sarà notato di scomunicatione, contendarà sodisfare infra l'anno; d'alora inanzi per essa ragione sia fatto infame, et non sia amesso a publichi officî o vero consèlli...

[3] Stat. pis., 1321, cap. 111, pag. 289.13: Et nullo de la corte soctoposto, di quinde co' lui comunichi u marchegi in alcuna cosa, socto pena tolere a ciascuno contrafacente, arbitrio dei dicti consuli; et perpetuo infame abiasi a la dicta corte, et subditi de la corte.

[4] Stat. fior., c. 1324, cap. 92, pag. 118.23: Podestà, Capitano, ed altri qualunque officiali, Notaio di Priori e di Gonfalonieri, [[...]] che contra alle predette cose venisse, facesse, overo non oservasse le sopradette cose per questo medesimo fatto sieno infami e privati da loro officio e reggimento.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 2, vol. 2, pag. 66.1: Ca, con zò sia cosa que issu Cato fussi iudici contra unu senaturi culpivili et infami, lu quali era accusatu... || Cfr. Val. Max., VI, 2, 5: «nocentem et infamem».

[6] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 14, par. 1, vol. 1, pag. 373.7: Atantoché le predicte cose non s'entendano en coloro egl quagle fossero condannate per falsetade overo fossero overo fossero sute enfame.

[7] Ceffi, Dicerie, XIV pm. (fior.), cap. 18, pag. 44.3: E certo, quando l'officiale si truova colpevole, quasi pure una volta ne' tempi, si puote prosumere ch'egli sia infame e sospetto per molte altre.

[8] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 13.13: alla perfine, essendo eccitati due tribuni della plebe Sp. e L. Carvilii, conciò fosse cosa che essi vedessero la cosa malvagia e infame, in ducentomila danari di rame condannarono M. Postumio. || Cfr. Liv., XXV, 3, 13: «invisam infamemque cernerent».

[9] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 25.24: E alla pudicizia delle donne non bisogna d'essere presa più che una volta, a fare sé infame e i mariti dolorosi in perpetuo.

[10] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 61, vol. 1, pag. 398.24: A ser Francesco di ser Rosso notaio di grande autorità, ch'aveva proccurato questo uficio, fu portata una carta d'una [di]chiarigione d'uno Ghiandone di Machiavelli condannato, uomo infame e di mala condizione...

[11] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 29, pag. 182.4: Contempra con quante villanie è sospeso tra l'infami ladroni, con quanta violensa con aspri chiovi è in nella croce fermato...

1.1 Sost.

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 23, pag. 182.2: Ma la pena della infamia, la quale Dio impone ai peccatori, è universale però che ad tutti quelli del mondo saranno dampnati li 'nfami, che saranno giudicati da Dio, et ciascuno lo saprà et ciascuno li arae per infamati.

1.2 [Con rif. a un sogg. inanimato o astratto:] che attrae il disprezzo e il biasimo, turpe.

[1] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 41, pag. 27.7: Attela fu una cittade in Campagna, i cui cittadini facevano li giuochi scenichi troppo luxuriosamente, onde furono accusati da' Capovani in Roma e elli si comparirono e temperarono sì li loro giuochi ch'elli perderono il grande biasimo per lo quale elli erano infami e non degni d'onore.

[2] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. VII [Phars., VII, 385-459], pag. 130.2: Io non vorrei ch'ella fosse stata conosciuta da' nostri popoli acciò che tu, Roma, da prima fondata dal mancho volare dello avoltoio, e che Romolo co[m]pieo le mura con infame pianto, fossi stata serva insino alle ruine di Tessalia. || Cfr. Lucano, Phars., VII, 438: «Romulus infami conplevit moenia luco».

2 Che conferisce disonore e ignominia.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XI, par. 38, pag. 546.33: Lot con la famiglia sua poi uscì dalla città [[...]] lasciando nondimeno, in detestabile memoria di sé, questo infame sopranome a tutti coloro li quali in vizio contro natura peccano.