SUBLIME agg./s.m.

0.1 soblime, soblimi, sollima, sollimo, sublima, sublime, sublimi, sublimo, subrimo.

0.2 Lat. sublimis (DELI 2 s.v. sublime).

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.3.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Dante, Commedia, a. 1321; Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).

In testi sett.: <Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.)>; Enrico Dandolo, Cron. Venexia, 1360-62 (venez.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Nota le varianti sollima e sollimo.

0.7 1 Di valore superiore all'ordinario, eccelso. 1.1 Che eccelle per qualità e doti intellettuali. 1.2 [Con rif. a un'onorificenza o a una carica politica o ecclesiastica:] al vertice o in alto grado in una scala gerarchica. 1.3 [Come attributo divino, rif. a Dio, alla Vergine, agli angeli:] eccelso, sommo. 1.4 [Detto di un componimento, dei suoi contenuti e dello stile, secondo la teoria degli stili antica e medievale:] in stile elevato, o proprio dello stile elevato. 2 [Con rif. al volo di un uccello:] alto, elevato. 3 [Med.] [Con rif. a un medicinale:] che ha effetti benefici della massima efficacia (sulla salute dell'organismo o delle sue parti).

0.8 Giuseppe Zarra 19.02.2019.

1 Di valore superiore all'ordinario, eccelso.

[1] f Jacopone, XIII ui.di.: Eletta fosti prima (o Vergine) Che tu venissi al mondo; / Della virtù sublima Tu n'avesti in abbondo. || TB s.v. sublime.

[2] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 51-60, pag. 45.7: E da queste passammo alle divine, delle quali appena le particelle estreme si possono da' più sublimi ingegni comprendere, tanto d' eccellenzia trapassano gl' intelletti de' mortali.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, conclusione, pag. 258.28: altri furono di più sublime e migliore e più vero intelletto, del quale al presente recitar non accade.

1.1 Che eccelle per qualità e doti intellettuali.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, pag. 5.24: in che tempo questo chiaro e sublime autore fiorì; per che cagione questo libro compuose...

[2] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 62.5: così ad un' ora con l' uno gli savi esercita e con l' altro gli semplici riconforta, e ha in publico donde li pargoletti nutrichi, e in occulto serva quello onde essa le menti de' sublimi intenditori con ammirazione tenga sospese.

1.2 [Con rif. a un'onorificenza o a una carica politica o ecclesiastica:] al vertice o in alto grado in una scala gerarchica.

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 18, pag. 725.36: pensando che elli di colui tenga il nome che da Gaio Julio quinto ritenne il monarcale uficio sublime...

[2] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 13, pag. 250.3: Alcuni stimano per iscienzia potere in sublime onorificenzia pervenire...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VII (i), par. 40, pag. 390.8: e il cardinalato di Roma è il più alto e il più sublime grado, appresso il papa, che sia nella Chiesa.

[4] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 26, comp. 3.8, pag. 71: E quando 'l fue discieso in la parte ima, / in Archadia passò subitamente, / dove Licaon, tiranno spiaçente, / tenea del regno la sedia sublima.

- [Come titolo onorifico].

[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 204.33, pag. 238: Ruberto conte, che d'Artese stimo, / fu il secondo, e 'l terzo Alafrante / di Lanzona e Pittier<i> conte sublimo.

1.3 [Come attributo divino, rif. a Dio, alla Vergine, agli angeli:] eccelso, sommo.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 8, pag. 207.22: E anco potaremmo dire per rascione che Deo altissimo, soblime e grande è sopra tutte le cose e sopra tutte le casioni, lo quale regge e mantene lo mondo.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 2.13, pag. 6: Seconno questa rima - tu èi la vergen prima, / sopre l'altre sollima...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 28.102, vol. 3, pag. 469: Così veloci seguono i suoi vimi, / per somigliarsi al punto quanto ponno; / e posson quanto a veder son soblimi.

[4] Gl <Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.)>, c. 28, 97-114, pag. 631, col. 1.11: Sublimi. Tant'è come elti.

[5] f Felice da Massa Marittima, Fanciullezza di Gesù, a. 1386 (sen.), ott. 54.4, pag. 206: i' dico di Maria, Virgo sublima, / come Iesù per modi assai diversi / ristorò noi ne la grazia prima. || Corpus OVI.

[6] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 28, 97-114, pag. 747.37: E posson; cioè assimilliarsi al punto, quanto a veder son soblimi; cioè quanto sono alti a vedere e cognoscere Iddio, tanto sono ardenti in amore...

1.3.1 [In contesto fig., con rif. al Paradiso].

[1] Enrico Dandolo, Cron. Venexia, 1360-62 (venez.), pag. 263.9: Et de là, per mandamento de miser sen Piero apostolo, suo maistro, andò a Roma et poi in Alexandria, dove ricevè passion di morte, per la qual el aquistò sublime seggio in cielo.

[2] Boccaccio, Argomenti, 1353/72 (?), Par., 148, pag. 255: Appresso poi in piú sublimi scanni / Francesco ed Agostino e Benedetto, / e quei che trapassâr ne' teneri anni, / vede...

1.4[Detto di un componimento, dei suoi contenuti e dello stile, secondo la teoria degli stili antica e medievale:] in stile elevato, o proprio dello stile elevato.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus, par. 19, pag. 5.5: quello che della presente opera dire non si può, per ciò che, quantunque in volgare scritto sia, nel quale pare che comunichino le feminette, egli è nondimeno ornato e leggiadro e sublime, delle quali cose nulla sente il volgare delle femine.

[2] Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 1, 1-6, pag. 10.15: Et è qui da notare che ne la prima cantica usò l'autore infimo stilo, in questa seconda usò lo mezzano, e ne la terza usò lo sublime.

2 [Con rif. al volo di un uccello:] alto, elevato.

[1] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 8.19, pag. 26: Era 'l girfalco in parte più sublima / di quella assai, e, riferita lei, / la pinse in parte vie troppo più ima...

3 [Med.] [Con rif. a un medicinale:] che ha effetti benefici della massima efficacia (sulla salute dell'organismo o delle sue parti).

[1] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 6, col. 2.6: è medicina sublima a ongni dolore d'occhi secondo Mesue.

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 277, pag. 297.26: Alchançi scrive che la mumia è la più sublime medexina contra el spudo del sangue.