0.1 remota, remote, remoti, remotissima, remotissimi, remotissimo, remoto, remotu, remuoto, rimocto, rimota, rimote, rimoti, rimotissimi, rimotissimo, rimoto, rimotu.
0.2 Lat. remotus (DELI 2 s.v. remoto).
0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 2 [10].
0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.); Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.).
In testi sett.: <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Anonimo rom., Cronica, a. 1360; Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. catan., c. 1344.
0.5 Locuz. e fras. remoto molto d'arrassu 1.4.
0.7 1 Posto a una grande distanza (reale o fig., anche definita e misurabile) da qno o qsa: lontano nello spazio. 1.1 [Detto di un luogo:] nascosto e isolato; difficilmente raggiungibile; segreto. 1.2 [Con rif. ad una persona:] che sta in disparte, che rifugge la compagnia degli altri; che vive in solitudine. 1.3 Fig. Non prossimo, non stretto (con rif. a una parentela). 1.4 Fig. [Con oggetto astratto:] distaccato da qsa. 1.5 Fig. Estraneo alla natura di qsa, diverso. 1.6 Estens. Fig. Sconfinato; imperscrutabile. 2 Lontano o molto lontano nel tempo (rif. perlopiù al passato).
0.8 Arianna Casu 06.11.2019.
1 Posto a una grande distanza (reale o fig., anche definita e misurabile) da qno o qsa: lontano nello spazio.
[1] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 5, pag. 181.12: Conviene anche che li due spazii che sono in mezzo delle due cittadi imaginate e [del]lo cerchio del mezzo, veggiano lo sole disvariatamente, secondo che sono remoti e propinqui [a] questi luoghi...
[2] Esp. Pseudo-Egidio, XIV pi.di. (tosc.), pag. 187.5: e sopra questo monte era un altro monte anche più alto del quale si vedeano cose più rimote.
[3] Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.), cap. III, 5, pag. 133.7: Ed ancor par che ssi seguiti che sse tu torrai due dì naturali che ssieno igualmente rimoti da' punti delli equinozî...
[4] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, 5, reg. 24.3, vol. 2, pag. 116: La paglia al fuoco non dar per mogliere, / e quei che vuo' tenere / da sé remoti non li rappressare, / ch'altre arde spesso e credesi scaldare.
[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 5, pag. 309.12: una saetta arse nelle pure nuvile e segnòe la via co le fiamme e, consunta, se n'andò nei venti, sì come ispesse volte trascorrono le stelle volanti e fanno una coma, remote dal cielo.
[6] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 28.51, vol. 3, pag. 464: ma nel mondo sensibile si puote / veder le volte tanto più divine, / quant' elle son dal centro più remote...
[7] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. I, cap. 1, pag. 27.1: E imperciò ke le parti del corpo di sotto, e ke dal cerebro son molto remote, ànno mestiere di sentimento e di movimento...
[8] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 4.3689, pag. 344: In mezza notte l'ora vien più fredda / Ché più remoto è il Sole e più congela...
[9] <Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.)>, c. 1, 112-129, pag. 44, col. 2.4: Si è da notare ch'el è alcune cose che se possono savere e cognoscere per razone e per scienzia umana; alcune ne sono, ch'ènno sí alte e remote da l'umano intelletto, che la nostra capacità no li pò giugnere...
[10] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 448.2: Non era Citarea molto remota dal regno di Menelao re, come fusse da contro a llei posta e poco v' era di lungi.
[11] <Ottimo, Par., a. 1334 (fior.)>, c. 29, proemio, pag. 629.29: chè alcuna volta è più vicino al centro, alcuna volta più remoto...
[12] Reg. milizie, 1337 (fior.>lucch.), pag. 548.27: Salvo che questo non si extenda ad quelli soldati li quali fosseno in longi parti, et remote a cinquanta millia dalla cittade di Firenze...
[13] Boccaccio, Trattatello (Chig.), 1359/62, pag. 129.16: si dimostrò i Fiorentini tanto essere dal cognoscimento della scienzia rimoti, che fra loro niuna distinzion fosse da un vilissimo calzolaio ad un solenne poeta.
[14] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 34, pag. 496.26: Questa è quella terra la qual è rimota dal mare, la qual non è abitata tuta...
[15] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 31, 112-129, pag. 821.33: Ma guarda i cerchi; cioè delle sedie, che dette sono essere intorno in forma di rosa, fin al più remoto; cioè infine a quello, che è più dilungi.
[16] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 266, pag. 280.28: E sapi che la colloquintida, la quale nasce in li luogi alti, remoti da le aque, sè più forte e de meiore operatiom cha quella, la qualle è piena de aqua e apresso le aque.
- [Con rif. ad una distanza verticale].
[17] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 34.127, vol. 1, pag. 597: Luogo è là giù da Belzebù remoto / tanto quanto la tomba si distende...
[18] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 32, 109-123, pag. 793.28: Da quil confine; cioè da quella altessa dell'aire, che più è rimoto; cioè che è più su...
1.1 [Detto di un luogo:] nascosto e isolato; difficilmente raggiungibile; segreto.
[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 119.1: Sì che allora si partìo con aliquanti discepoli e andonne in uno luogo campestro e remoto da le genti per potere meglio studiare...
[2] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. III, cap. 33, pag. 317.30: se lla voglia del mangiare le tocca, ch'ella si creda poter satiare [[...]] e sempre vorrebe mangiare in luoghi remoti e molti ascosi, e molto volentieri suole mangiare non ad ora.
[3] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 2, cap. 11, pag. 53.5: et eciamdeu sapia et canoschìa lj cosj li qualj si fachìano in remoti lochi, pugnamu chi illu non che fussj presente.
[4] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 27.207, pag. 182: Che quando avien c' alchuna volta in camera / Co llui o in loco segreto o rimoto / A mangiar si trovi, / Però c' allor si vol eser con fidanza / Maggior di quei ch' a servir son chiamati...
[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri (ed. Lagomarsini), 1315/21 (sen.), L. 3, pag. 257.2: [3] Anco poniamo le mense chiuse d'arbori intorno e d'ombre orribili in luogo secreto, remoto, sotto uno scoglio di pietra cavato, e riponiamo il fuoco alli altari...
[6] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Paolo, cap. 1, pag. 87.4: Lo quale udendo la grande persecuzione contro alli cristiani in quelle contrade, andossene in una villa molto rimota, e quivi stava occulto ed in segreto.
[7] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 12, cap. 6, pag. 83v.9: Et per potersi l' huomo tutto a questo exercitio convertire ogni corporale operatione si sbandisce e ogni compagnia humana s' abandona cercando luoghi disertissimi e remoti...
[8] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 521.30: e la tua fama per veridica relazione crescie dalle terre rimote.
[9] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 25.1, pag. 89: E 'n certo loco remoto ed oscuro, / come imposto gli fu, la donna attese...
[10] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 3, pag. 363.2: mi piacque qui di finire la mia fuga e di pigliare questo luogo per etterno essilio: e ancora mi parve solingo e rimoto molto...
[11] Stat. catan., c. 1344, cap. 6, pag. 35.30: urdinamu ki chasquidunu diia stari la matina fina a la hura di lu maniari oy in la chella oy in altru locu remotu...
1.1.1 Sost. [Con rif. ad un animale].
[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 4, pag. 58.13: Et, odi, lo serpente suole stare in delle caverne, et in remoto.
[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 38, pag. 45.9: La cella, e la stazione dell'api si faccia presso alla cella del fattoio dell'olio, o presso in alcuna secreta parte dell'orto; e sia chiusa, e quadrata, in luogo caldo, e remoto da vento...
1.2 [Con rif. ad una persona:] che sta in disparte, che rifugge la compagnia degli altri; che vive in solitudine.
[1] Garzo, S. Chiara, XIII sm. (fior.>pis.), 51, pag. 19: Un giorno stava rimota / et in oration devota, / aspectando quella dota / ch'ell'avëa domandata.
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 7.46, vol. 2, pag. 110: Anime sono a destra qua remote...
[3] De amicitia volg., red. B, a. 1330 (fior.), cap. 34, pag. 89.32: Ora che diroe io degli studii che noi facciavamo sempre in conoscere e in provedere le cose ch'erano da fare, per le quali spesse volte dimoravamo rimoti dalla veduta della gente...
[4] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 3, pag. 660.30: Stare e abitare remoto dalle genti e da tutti domestici...
[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 27, pag. 132.34: lo tegnir silencio e parlar pocho o niente, lo star remoto e solitario da la çente...
[6] Anonimo rom., Cronica, a. 1360, cap. 1, pag. 5.19: «Mentre che sto occupato a scrivere queste cose, so' remoto e non veggo le crudelitati le quale per tanti tiempi la nostra citate hao vedute».
1.3 Fig. Non prossimo, non stretto (con rif. a una parentela).
[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 34, pag. 247.35: Intorno ali altri tuoi amici puoi notare che, avegna che elli siano molti pió che li amici deli tuoi nimici, non sono cotali come li loro, imperò che li loro sono necessarii et prosimani, li tuoi sono remoti et cungnati teco di lungitana parentessa...
[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 32, pag. 275.13: Lo quale, insembla co la regina Tarase soa mollere, lo receppe voluntiary, non obstante che fosse a lloro assay remoto de parentato...
1.4 Fig. [Con oggetto astratto:] distaccato da qsa.
[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 9, pag. 225.32: lo buono lectore dè essere umile et piano et ma[n]sueto, da tucti li mali et volontà inlicite a postucto rimocto, et dè essere amevile et studioso...
[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 19.1890, pag. 242: Gli occhi umani, quando sono irati, / Accecan l'alma del giusto vedere, / Remota stando da gli atti beati.
[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), canz. 5.46, pag. 19: Il vertüoso fiume / è assegnato per sua vera dote / e da le sue belleççe son rimote / tut'altre cose che vallore e pregio, / ch'a cotal roba si convien tal fregio.
[4] <Ottimo, Par., a. 1334 (fior.)>, c. 26, pag. 577.13: Ed avvegna che Dionisio dica, che Dio sopra essenzialmente sia remoto da ogni abito, movimento, fantasia, opinione, e nome...
[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 3, vol. 1, pag. 162.16: cussì appi lu sou animu remotu da gni avaricia oy guadagnu...
[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 1, vol. 1, pag. 13.31: ca la nostra citati non esti da cridiri que unqua avissi li ochi soy remoti da lu cultu divinu.
[7] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 73.6, pag. 102: poi lietamente con lui cominciava, / rimoto tutto da malinconia, / dolcemente a cantare in cotal guisa, / qual qui sanz'alcun mezzo si divisa...
[8] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 270, pag. 47: Iuda Scariothes vocato, / se partìo privatamente / et si andò encontenente / a li principi de li sacerdoti, / li quali stavano remoti / et pensosi de male a fare...
[9] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 57.13: E similmente avvisarono doversi [ordinar] ministri, li quali fossero sacri e, da ogni altra mondana sollecitudine rimoti, solamente a' divini servigi vacassero, per maturità...
[10] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.144, pag. 44: Vidi li scellerati sacerdoti / figliuol d'Elis con donne fra le mani / giacere a terra da vita rimoti.
[11] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), c. 4, 43-50, pag. 121.16: cioè remoti da grazia e da tormento di martìri...
- [In endiadi:] remoto molto d'arrassu.
[12] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 4, vol. 2, pag. 124.2: Quilla parti di scaltrimentu nobili et rimota multu d'arassu da ogni reprehensiuni, la opera di la quali però ca apena se purianu explicari in lingua latina, in nomu greciscu se chaminu strategemati. || Cfr. Val. Max., VII, 4, 1: «ab omni reprehensione procul remotus».
[13] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 1, vol. 2, pag. 150.8: commu homu qui altramenti era di sincerissima et purissima vita eciandeu rimotu multu d'arassu da quisti suspiciuni, issu [[scil. Lucio Scipione]] non potti resistiri a la invidia la quali habitava in li grandi supranumi di li duy frati. || Cfr. Val. Max., VIII, damn. 1: «ab hac suspicione procul remotus».
1.5 Fig. Estraneo alla natura di qsa, diverso.
[1] <Ottimo, Par., a. 1334 (fior.)>, c. 1, pag. 21.28: Elli metaforizza, però che trattando di teologia, il suo stile poetico è remoto dal trattato teologico...
[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 36, pag. 452.3: La sonça del toro e de la cavra è molto remote da la grassa del porco, perché la scalda e desecha più cha quella del porco.
1.6 Estens. Fig. Sconfinato; imperscrutabile.
[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, 5.7, vol. 2, pag. 85: Lor stilo in rime non è limitato, / c'ongnuna d'esse à remota matera, / e tal poco comprende, / e tal in più si stende.
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 20.130, vol. 3, pag. 341: O predestinazion, quanto remota / è la radice tua da quelli aspetti / che la prima cagion non veggion tota!
2 Lontano o molto lontano nel tempo (rif. perlopiù al passato).
[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 25, pag. 239.5: anco cagione proximana et remota.
[2] Esp. Pseudo-Egidio, XIV pi.di. (tosc.), pag. 193.34: La cosa è cagione rimota e de fore di questa imagine, overo simiglianza che sta dentro.
[3] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 1, pag. 2v.23: nel primo tempo è remota...
[4] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 6, pag. 192.16: Passò quel tempo appo gli vostri Padri molto dilungie e rimotissimi da' nostri temporali...
[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 9, vol. 2, pag. 95.13: dicisi que li anni di la sua adhulescencia li primi issu fu un pocu di dissolta vita, rimoti li anni per certu da peccatu di luxuria...
[6] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), Prologo, par. 2, vol. 1, pag. CIV.21: pertanto esso Giovanni non che a' prossimi principj a sua opera, ma eziandio a' rimoti ricorse, cominciando quasi dal principio dell' universo...
- Che è durato a lungo (fino al momento di cui si parla).
[7] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. X, cap. 31, pag. 935.10: Imperciò ke sse lo stato fie prociano e lo 'mfermo fie forte, sì gli si dovrae dare pur acqua d'orço, ma sse lo stato fie remoto e lungi e lo 'mfermo più debole, alcuna cosa si dee più agiungnere al suo nodrimento.
[8] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 17.3161, pag. 314: Sanguigna l'aria subito traspare / Sì che lo Sole a noi si mostra oscuro / In fin che questa pietra sia remota.
[9] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 90, col. 2.2: Et l'ottava ypostasi assimiglia alla cruscha, la quale adiviene spesse volte per la infermità della viscicha, et con questa se [[...]] in lei non apparrà calore né straneo né febrile et nonn è morta rimota né dilungata da matureçça.
- [Rif. al futuro:] che avverrà in un tempo lontano, nel futuro.
[10] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 38, pag. 127.21: Ma la cagion final rimota, cioè ad che fine ne debbon vinire, non potemo anche sapere se non per credenza e per presumptione...
[11] <Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.)>, c. 22, 61-72, pag. 494, col. 1.14: Onde cosí, çoè tal fine è remoto dalla vista di mortai.