MUDA s.f.

0.1 muda, mude, muta.

0.2 Da mudare.

0.3 Fiore, XIII u.q. (fior.): 2.1.

0.4 In testi tosc.: Fiore, XIII u.q. (fior.); Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.).

0.5 Nota la forma con dentale sorda rifatta su mutare, att. solo in Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), in cui occorre anche muda.

Locuz. e fras. di muda 1.1, 2.1; porre in muda 2; tenere in muda 2.

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

0.7 1 Rinnovamento annuale delle penne degli uccelli. 1.1 Locuz. agg. Di muda: che ha rinnovato le penne. 1.2 Fig. Cambiamento. 2 Estens. Luogo angusto in cui si rinchiudono gli uccelli durante il periodo del rinnovamento annuale delle penne. 2.1 Locuz. agg. Di muda: tenuto a ingrassare (in tale luogo). 2.2 Estens. [Nella Commedia dantesca:] luogo angusto in cui si rinchiudono le persone; prigione.

0.8 Luca Morlino 10.05.2016.

1 Rinnovamento annuale delle penne degli uccelli.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 9, pag. 99.6: li grandi uccelli rapaci [[...]] alcune fiate prendono mal vizio; ma nella muda lo lasciano, e megliorano le penne...

[2] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 31, pag. 292.2: li grandi ucelli [[...]] prendono alcuno rio vitio, con tutto ciò che elli lo perdono ala muda, là dove elli non mudano et melliorano penne et abito...

1.1 Locuz. agg. Di muda: che ha rinnovato le penne.

[1] Novellino, p. 1315 (fior.), 64, pag. 270.3: E poneasi uno sparviere di muda in su una asta...

1.2 Fig. Cambiamento.

[1] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 86.5, pag. 631: Ma veramente chi la prima muda / dar te se crede, chiamat' è più vano / e fuor del senno, però che luntano / da l' entelletto l' opera sua nuda.

2 Luogo angusto in cui si rinchiudono gli uccelli durante il periodo del rinnovamento annuale delle penne.

[1] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), Explicit, pag. 98.19: Signiore, voi avete un figliuolo, il quale è così mio come vostro, e può ben esser che voi non avrete già mai più niuno; sarà egli sempre rinchiuso in muda?

[2] Cura uccelli di ratto, XIV in. (tosc.), pag. 25.11: Se vuoli mudare alcuno uccello in penna bianca, tiello al sereno ed alla pioggia e al vento; e togli della polvere della pipia, e dagline dopo 'l pasto ogne die due danari peso: e poni nella muda una asse ampia, e ponvi suso dell' arena del fiume.

[3] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 33, 23-37, pag. 830.35: muda è luogo chiuso ove si tengono li uccelli a mudare...

[4] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 12, pag. 29.23: e per questo modo se mutarà , e non lo movere de la muta desfine che non fie bene compiute le penne; e quando lo lievi di muta, no lo tenere in alcuno modo a lo sole çoè a lo calore...

- Porre, tenere in muda.

[5] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 74, pag. 108.17: E quivi tiene lo Grande Kane di molte fatte bestie, cioè cerbi, dani e cavriuoli, per dare mangiare a' gerfalchi e a' falconi ch'egli tiene i· muda: in quello lugo egli v'à bene CC gerfalchi.

[6] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 10, cap. 11, vol. 3, pag. 220.32: E presso a mezzo Febbraio porrai il falcone in muda...

[7] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 13, pag. 30.12: Anco quando voi mutare tosto lo sparvero, ponlo in muda in calendi di marzo, e dalli bene beccare...

- [In contesto fig., con allusione oscena].

[8] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 5.11, pag. 698: Così è questa crudel de pietà nuda, / più che non fu al suo tempo Medea: / ch'el mio sparvier ha ucciso ne la muda.

2.1 Locuz. agg. Di muda: tenuto a ingrassare (in tale luogo).

[1] ? Fiore, XIII u.q. (fior.), 125.10, pag. 252: O gran cappon' di muda be· nodriti / O paperi novelli o coniglietti. || Tra i commentatori è meno comune l'ipotesi che equivalga a 1.1. Cfr. almeno ED s.v. muda.

2.2 Estens. [Nella Commedia dantesca:] luogo angusto in cui si rinchiudono le persone; prigione.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 33.22, vol. 1, pag. 563: Breve pertugio dentro da la Muda, / la qual per me ha 'l titol de la fame, / e che conviene ancor ch'altrui si chiuda...

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 33, 1-9, pag. 767, col. 2.20: fa l'A. conto di un conte Ugolino e de quatro soi figliuoli e nipote, li quai feno metere in una torre, la quale è appellada «torre della muda», e tenneli multi dí, diandoli cibo a zornata.

[3] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 33, 23-37, pag. 830.36: muda chiama l'autore quella torre, o forse perché così era chiamata perché vi si tenessono l'aquile del Comune a mudare, o per transunzione che vi fu rinchiuso il conte e li figliuoli, come li uccelli nella muda...

- Fig. [Detto del mondo terreno in contrapposizione al regno dei cieli].

[4] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 6, 27.3, pag. 78: E cavalcando el re per questa muda / con molti cavalier a presso, sìe / con du' scontrossi, c'avevan per druda / madonna Povertà e altresìe / eran remiti gran penetenzieri...