PINGUE agg./s.m.

0.1 pingua, pingue; f: pinguo.

0.2 Lat. pinguis (DELI 2 s.v. pingue).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 3.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Grasso, ben nutrito. 1.1 Sost. Persona grassa. 1.2 Di corporatura robusta; massiccio. 2 Che produce frutti in abbondanza; fertile. 2.1 Cresciuto bene; rigoglioso. 2.2 Di dimensioni voluminose; gonfio. 3 Estens. Che abbonda di sostanze grasse; melmoso. 3.1 Estens. [Con rif. a un odore:] impregnato di sostanze grasse. 4 Fig. Fornito in grande quantità, ricco (di qsa, anche astratto). [Fig. o in contesto fig.:] ricco di espressione; facondo.

0.8 Luca Morlino 20.04.2016.

1 Grasso, ben nutrito. || I commentatori danteschi interpretano in senso letterale l'es. 4.1 [1].

[1] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 511.6: più pingue, cioè membrute...

[2] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 23, 55-69, pag. 634.21: più pingue; cioè più grasse e più abbondanti...

- In carne.

[3] F Bianco da Siena, XIV ex. (tosc.), 68.104: Posto sarà allora el vitello / Pinguo e grasso sopra'l tuo altare, / E salirà in cielo il fumo d'ello. || Bini, Laudi spirituali, p. 163.

1.1 Sost. Persona grassa.

[1] f Sommario Commedia, XIV/XV (tosc.), Purg., 3, pag. 389: Questa seconda comedía distingue / tucti peccati e vicii già comessi / in questo mondo per macro e per pingue, / e purga quelli fra rustici elessi, / e poi, mondati dalle colpe sue, / al paradiso i manda cum suo' messi. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

1.2 Di corporatura robusta; massiccio.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 29.39, pag. 419: Astisapes e Astabores altrove / e quando giro tra gente più pingue.

2 Che produce frutti in abbondanza; fertile.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 9.5, pag. 361: La fama è chiara, per queste contrade, / che la terra v'è tanto buona e pingua, / che, per un, cento vi fruttan le biade.

[2] f Antonio da Ferrara (ed. Bellucci), XIV s. e t.q. (tosc.-pad.), 77a.8, pag. 327: sol per la fama de colui ch'è morto / novellamente in su l'isola pingue, / dove mai non s'estingue / foco nascente e de Circe l'ardore. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

2.1 Cresciuto bene; rigoglioso.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 8.12, pag. 24: l'Asia questo da l'Africa distingue; / cade nel nostro mar cercando Egitto, / di cui le biade fa granate e pingue.

2.2 Di dimensioni voluminose; gonfio.

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 326, pag. 362.8: La femena ha el collore negro e le foye simele a quelle de la latuga, pingue, de forte odore, destexe su la terra.

3 Estens. Che abbonda di sostanze grasse; melmoso.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 11.70, vol. 1, pag. 184: Ma dimmi: quei de la palude pingue, / che mena il vento, e che batte la pioggia, / e che s'incontran con sì aspre lingue, / perché non dentro da la città roggia / sono ei puniti, se Dio li ha in ira?

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XI, par. 51, pag. 549.27: gli iracundi e gli accidiosi, li quali son tormentati nella palude di Stige, la quale cognomina «pingue» per la sua grasseza del loto e del fastidio il quale v'è dentro...

3.1 Estens. [Con rif. a un odore:] impregnato di sostanze grasse.

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 246, pag. 258.36: E sì ha odore leçiero e pingue.

4 Fig. Fornito in grande quantità, ricco (di qsa, anche astratto).

[1] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 2.34, pag. 42: Essendo 'l mondo di malitia pingue...

- [Con rif. a beni materiali].

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 249.20: intorno alle riviere del monte Imezio, dove era l'altare pingue della placabile Diana. || Cfr. Verg., Aen. VII, 764: «pinguis ubi et placabilis ara Dianae».

- [Con rif. a beni spirituali].

[3] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 57.7, pag. 419: Con gran diletto raguardava quelli / piè santi che l'avean fatta pingua: / el ben c' avie non potrebbe dir lingua.

4.1 [Fig. o in contesto fig.:] ricco di espressione; facondo.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 23.57, vol. 3, pag. 381: Se mo sonasser tutte quelle lingue / che Polimnïa con le suore fero / del latte lor dolcissimo più pingue, / per aiutarmi, al millesmo del vero / non si verria, cantando il santo riso / e quanto il santo aspetto facea mero...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 29.79, pag. 85: Dire non so quel duol, ch'allor discese / sopra il mio sangue, né credo sia lingua / che far potesse il gran danno palese. / Passato questo e fatta un poco pingua, / ordinò Catellina la gran giura, / la qual Sallustio par che chiar distingua.