0.1 ramanto, rament', ramenta, ramentagli, ramentai, ramentàli, ramentando, ramentandoglisi, ramentar, ramentare, ramentarono, ramentarsi, ramentarti, ramentasse, ramentaste, ramentate, ramentatene, ramentatevi, ramentati, ramentato, ramentavano, ramente, ramenterai, ramenterei, ramenteremo, ramenterò, ramenterolti, ramenti, ramentiate, ramentino, ramentj, ramento, ramentoe, rammenta, rammentame, rammentando, rammentandogli, rammentandoli, rammentandomi, rammentandosi, rammentare, rammentarle, rammentarlo, rammentarsi, rammentasse, rammentate, rammentati, ramméntati, rammente, rammenterà , rammenterò, rammenti, rammento, rammentò, rammentovi; f: ramentomi.
0.2 Da mente.
0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Stat. prat., 1295; f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.); Doc. volt., 1322; Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.).
In testi sett.: Doc. bologn., 1287-1330, [1289]; Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?).
In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto Vocabolario Dantesco.
0.7 1 Richiamare alla mente; ricordare (anche pron.). 1.1 Richiamare in un discorso; citare. 1.2 [Con rif. a una serie di argomenti:] elencare. 1.3 Avere a cuore; mantenere saldo nell'animo (un ideale, una virtù). 2 Far derivare; riconoscere.
0.8 Luca Morlino 09.03.2016.
1 Richiamare alla mente; ricordare (anche pron.).
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 19, pag. 255.16: Onde si suol dire: che l'endigniazione digli amanti è riteramento d'amore, perciò che l'amante, quando è irato, ramenta molte cose all'altro.
[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2617, pag. 266: E 'l frate m'ha contato, / sed io ben mi ramento, / che per orgogliamento / fallïo l'angel matto / ed Eva ruppe 'l patto...
[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 6, pag. 16.6: Ma ramenterolti, con cotali patti tra noi, che 'l ti tenghi mai sempre sì a memoria, che mai non t'esca di mente, acciò che non possi più in quella malatia ricadere.
[4] Stat. prat., 1295, pag. 448.18: et lo rectore lo debbia ram(en)tare VIIJ dì dina(n)çi di co(n)fessare (e) acco(n)ciare a cciò e disporre degnam(en)te.
[5] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. I, cap. 23, pag. 22r.20: Et ramentomi spesse volte ch'ad alcuni, che co· lagrime et con pianto domandavano d'udire di sì facto sermone... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[6] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 527, pag. 544.21: Sì ramentavano tutti e grandi sforzi ch'elli avea fatti: ellino si tenghono tutti a huniti e a vergognati di ciò che Ulixes n'è signore.
[7] Doc. volt., 1322, 7, pag. 17.29: Io vi ramentai dell'autro mese che voi provedesste sopra la scura pregione di Volterre.
[8] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 11, pag. 51.11: Salisca l' uomo su la sedia della mente sua, e faccia ragione con seco medesimo: la coscienza accusi: la memoria rammenti...
[9] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 1.112, pag. 149: Allora sono gaio, allor riformo, / qualunque onesta cosa mi talenta; / allora mi rammenta / narrarti el modo, el come, el quanto io t'amo...
- Sost.
[10] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 28, pag. 148.20: Certo tanto, che ancora m' è caro il rammentarlo.
[11] Epist. a Quinto volg., XIV (tosc.), Prosa, pag. 27.8: ma a me nello scrivere il rammentare la tua virtù è stato diletto...
1.1 Richiamare in un discorso; citare.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 10.31, vol. 3, pag. 158: Lo ministro maggior de la natura, / che del valor del ciel lo mondo imprenta / e col suo lume il tempo ne misura, / con quella parte che sù si rammenta / congiunto, si girava per le spire / in che più tosto ognora s'appresenta...
[2] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 10, pag. 343.7: La storia che ll'altore pone qui che vedesse intagliata, ch'egli qui ramenta, si fu quando Davit trasmutò l'archa santa del vecchio Testamento e trasmutolla in Gierusalemme.
1.2 [Con rif. a una serie di argomenti:] elencare.
[1] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 1, pag. 3.9: ciò è Virgilio, el quale pone come Enea fu ne lo 'nferno e nel purghatorio, e pone e ramenta e meriti de le vertù e le giusticie de' vicij.
1.3 Avere a cuore; mantenere saldo nell'animo (un ideale, una virtù).
[1] Doc. bologn., 1287-1330, [1289] 2, pag. 62.21: per deo e per madona sancta Maria, plaçave de mandare a fargli inchedere e trovare de tute queste cose per chadauno homo e chadauna femena che ramente la viritate...
[2] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 5, pag. 666.23: E poscia puoi dire al prete: «Padre, se voi altro rammentate, ciò sia in voi».
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 18.110, vol. 3, pag. 305: Quei che dipinge lì, non ha chi 'l guidi; / ma esso guida, e da lui si rammenta / quella virtù ch'è forma per li nidi.
- [Variamente interpretato nei commenti].
[2] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/94 (pis.>fior.), c. 18, 109-123, pag. 529.36: cioè conduce e governa ogni cosa nel fine suo, e da lui; cioè da Dio, si rammenta; cioè si tiene ferma, Quella virtù;