MAGREZZA s.f.

0.1 maccreçça, macreçça, magreça, magreçça, magressa, magreza, magrezza, magriza, magrizza.

0.2 Da magro.

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.).

In testi sett.: <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>; Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: f Bagni di Pozzuoli, c. 1340 (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.7 1 Scarsità di adipe nel corpo per costituzione o per astensione dal cibo, l'essere magro. 1.1 [Rif. ad animali]. 1.2 Estens. Povertà di nutrimenti, aridità. 1.3 Estens. Scarso rigoglio. 1.4 Scarsa disposizione intellettuale. 2 Fig. Penuria di beni, indigenza.

0.8 Giuseppe Zarra 23.10.2017.

1 Scarsità di adipe nel corpo per costituzione o per astensione dal cibo, l'essere magro.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 4, pag. 138.17: E durò due anni, e cui non uccise, di sozza magrezza l' afflisse.

[2] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 258.9: E lla magrezza sia prova dello inamorato animo, né non pensare ch'elli sia sozza cosa porre sopra li puliti capegli uno paliotto.

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 3, pag. 226.23: Il secondo die subitamente uscío delle selve una nuova forma d'uno uomo non conosciuto da noi, con ultima magrezza afflitta, e da averne misericordia per lo aspetto.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 23.39, vol. 2, pag. 393: Già era in ammirar che sì li affama, / per la cagione ancor non manifesta / di lor magrezza e di lor trista squama...

[5] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 93.16: Lo pallidore le siede nella faccia; la magrezza ee in tutto 'l corpo...

[6] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 25, pag. 466.4: e qui appare il contradio, chè qui dove sono anime sanza corpo, le quali non ricevono grassezza, nè magrezza, appare nella loro faccia tanta magrezza...

[7] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 3, pag. 60.6: Ma lu sicundu iornu vinendu, subitamenti ixiu di killu boscu una nova forma di homu non canuxuta da nui per la grandi magriza ki era in sì...

[8] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 3, pag. 98.11: Noi raguardiamo costui, al quale era orribile magrezza e palidezza...

[9] f Bagni di Pozzuoli, c. 1340 (napol.), VI De Juncaria, 92, pag. 41: Per <li> iunche, che 'nce nasceno, Juncàra si è ch[i]amato, / bagno ch'el<o> corpo rècrea, de magreça seccato... || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

[10] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 103.4: e se è rossa, simigliante a Minerva; e quella che pare male per magressa, asnella...

[11] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 96, pag. 352.11: Laonde per lo grande digiunare di non mangiare et di non bere, et sì per lo dormire che ella fae, cotanto ella diviene in tanta magreçça et in tanta debilitade che appena puote ritta istare...

[12] Arte Am. Ovid. (D), a. 1388 (ven.), L. I, pag. 501.23: Daphnis era smortido en la pegra Nays; e la magreça arguisca l'animo...

[13] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 228, pag. 241.24: non dé uxare coxe accetoxe, p(er)ché le cose acetoxe ge sotigerave li humori e faravege ancora più magreça e debilità...

- [Rif. a parti del corpo].

[14] <Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.)>, c. 23, 16-27, pag. 470, col. 2.7: Ancóra: la magreça constrenge insiemme le toneghe degl'occhi, e ficanse in la testa.

[15] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Canace, pag. 103.20: Io non so quale Dio intiepidio il mio cuore, che da indi innanzi il colore mi fuggì dalla faccia e la magrezza assottigliò le membra...

[16] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. VI [Phars., VI, 507-569], pag. 110.30: La brutta magreça tiene la sua faccia, quando lo cielo èe sereno non si lascia vedere, lo terribile volto èe gravato di pallidore infernale, ella èe caricha di non pettinati capelli.

[17] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 1, pag. 218.4: È il viso il libro e la scrittura dello stato dentro; la magrezza di fuori legge l'amaritudine dentro.

1.1 [Rif. ad animali].

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 24, pag. 290.30: E fatta la dea passar dentro, con non minore romore riserrò quelle, difendendo appena i bianchi vestimenti della dea dalle agute sanne de' bramosi cani, a' quali per magrezza ogni osso si saria potuto contare...

[2] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di la guardia..., pag. 572.1: E si [[scil. il cavallo]] esti troppu magru, pir la sua magrizza li soi forci diveninu minu et esti laidu a vidiri.

[3] Sacchetti, Lettere, XIV sm. (fior.), IV [1386], pag. 85.20: Onde a me parebbe che, considerando la natura di questo cavallo ne la sua magrezza, sia forte da dubitare quando fia rifatto e rimesso ne le pristine carni...

[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 15, pag. 145.5: [[scil. le cavalle]] né troppu mac(r)e né troppu grasse sianu, ma tengano meçu de mac(r)eçça, ma se fosseno troppu macre no illa retenerà filgiolu p(er) poco nutricamentu, voi lu filgiolu ch(e) facesse fora vile et nacquerà piccolo.

1.1.1 [Rif. alla lupa dantesca, allegoria dell'avarizia].

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 1.50, vol. 1, pag. 10: Ed una lupa, che di tutte brame / sembiava carca ne la sua magrezza, / e molte genti fé già viver grame...

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 1, pag. 95.17: [[scil. Dante]] adesso mostra essere impedito dal vitio de l'avaritia, lo quale figura in una lupa che li aparve carca de tute brame in la sua magreza e fé già molte gente vivere grame.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (i), par. 40, pag. 27.20: Le quali essere in questa lupa testimonia la magreza sua, della quale noi prosummiamo quello animale, in cui la veggiamo, esser male stato pasciuto, e per conseguente magro e indi bramoso.

[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), Proemio, pag. 14.11: et una lupa ancora, che parea carica di tutte le fami nella sua magrezza, e che molte gente fece già vivere dolenti...

1.2 Estens. Povertà di nutrimenti, aridità.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 5, pag. 10.3: Nelle terre si vuole attendere il fruttificare, e che le ghiove non sieno bianche, ovvero ignude, [[...]] nè terra creta sola, nè arene ismorte, nè ghiaia digiuna, nè magrezza di terra piena di pietruzze giallucce.

[2] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 2, cap. 13, vol. 1, pag. 166.3: E altri con innaffiamento riducono in abbondanza le terre, le quali per loro magrezza poco o niente fruttificano...

1.3 Estens. Scarso rigoglio.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 5, pag. 11.7: se gli arbuscegli ch'ella produce sono allegri, e netti, grandi, e fruttiferi, cioè peri salvatichi, e pruni rossi, e somiglianti arbusti, li quali per se medesima produce: e che non sieno rintorti, nè sterili, nè languidi di magrezza.

1.4 Fig. Scarsa disposizione intellettuale.

[1] Sette arti liberali di Seneca volg., a. 1325? (fior.), pag. XXIX.2: pregoti, che mi dica, che cosa hanno in loro liberale questi rigittatori a digiuno, il corpo de' quali è in grassezza, e l'animo in magrezza, e in tisichezza?

2 Fig. Penuria di beni, indigenza.

[1] f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. XII, pag. 511.42: E che cosa diremo noi che sia la povertade, se non una magrezza di cose temporali? || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.