LAUREA s.f.

0.1 laurea, lauree.

0.2 Lat. laurea (DELI 2 s.v. laurea).

0.3 f Giordano da Pisa, Avventuale fior., 1304-1305 (pis.>fior.): 1; Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.): 1.

0.4 In testi tosc.: Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.); Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.).

0.7 1 Serto di foglie d'alloro, a forma di corona, conferito come emblema di distinzione o di trionfo e di fama eterna (anche in contesto fig.).

0.8 Giulio Vaccaro 27.03.2020.

1 Serto di foglie d'alloro, a forma di corona, conferito come emblema di distinzione o di trionfo e di fama eterna (anche in contesto fig.).

[1] f Giordano da Pisa, Avventuale fior., 1304-1305 (pis.>fior.), 16, pag. 255.19: tanto è a dire Stefano in lingua greca, quanto in latino corona, overo coronato. Stefanii, così dicono i Greci, sì come si dice di sa· Lorenzo, ch'ebe uno medesimo nome in significazione come sancto Stefano, ché Lorenzo si viene da laurea. || Corpus OVI.

[2] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 142.5: Te prego, o poeta; sia con noi la tua laurea del verso e Naso trovator de l' aiuto medicinale...

[3] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 7, cap. 37, pag. 258.12: L' ordine delle vergini seguivano i decemviri coronati di lauree e pretestati.

[4] Boccaccio, Trattatello (Chig.), 1359/62, pag. 143.14: era non senza cagione il nostro Dante, sì come merito poeta, di questa laurea disioso.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, conclusione, pag. 256.4: conoscendo la reina che il termine della sua signoria era venuto, levatasi la laurea di capo, quella assai piacevolmente pose sopra la testa a Filostrato...

[6] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XV, par. 94, pag. 685.3: per dire del divin poeta Virgilio, il cui ingegno fu di tanta eccellenzia, che, essendo egli figliuolo d'un lutifigolo, con pari consentimento di tutto il Senato di Roma, il quale allora alle cose mondane soprastava, fu di quella medesima laurea onorato che Ottavian Cesare, di tutto il mondo imperadore.

[7] Francesco da Buti, Inf., 1385/94 (pis.>fior.), Proemio, pag. 10.5: niuna volta fu laureato, perché aspettava d'avere la laurea della poesi nella città propia...

[8] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 21, 76-102, pag. 509.20: coronavansi a quel tempo li Poeti co la mortella; avale si coronano col lauro, unde si chiama la corona poetica laurea.