0.1 incubi, incubo.
0.2 Lat. tardo incubus (DELI 2 s.v. incubo).
0.3 Almansore volg., XIV po.q. (fior.): 2.
0.4 In testi tosc.: Almansore volg., XIV po.q. (fior.); Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.).
0.7 1 Spirito maligno che molesta una persona durante il sonno (anche con valore attributivo). 2 Sogno opprimente.
0.8 Rossella Mosti 06.12.2019.
1 Spirito maligno che molesta una persona durante il sonno (anche con valore attributivo).
[1] Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.), cap. 88, pag. 179.6: Secondo le favole fauni furon anticamente dimonii, li quali si facevano adorare nelle selve e quivi davano risposta. E questi cotali fauni chiamavano li greci panisci, e noi latini li chiamiamo incubi, secondo che dice santo Isidoro nello ottavo libro delle etimologie. E questi cotali incubi sono quelli spiriti, che alcuna volta in forma d'uomini iaceno con le femine ed in forma di femine iaceno con li uomini.
[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 13, vol. 2, pag. 251.21: li mali chierici sono come demoni incubi, li quali sono spiriti rei, importuni alle femmine, prendendo alcun corpo fetente, come Dio permette.
[3] Jacopo Passavanti, Tratt. sogni, c. 1355 (fior.), pag. 331.14: E alcuna volta grida la persona e piagne in fra tale sogno, rammaricandosi: e chiamano alcuni questo sogno demonio, o vero incubo, dicendo ch'è uno animale a modo d'uno satiro, o come un gatto mammone, che va la notte e fa questa molestia alle genti...
[4] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 26, pag. 188.22: Fauni furono certi dimoni che si fecero adorare per le selve, i quali da' greci furo appellati 'panite' e da' latini 'incubi', e secondo Santo Ysidero questi son quelli spirti che alcuna volta giacciono colle femine e alcuna volta si pongono in sul petto dell'uomo addormentato e gravanlo sì che pare a lui affogare d'asima.
[5] f Agostino da Scarperia (?), Città di Dio, a. 1390 (tosc.), L. XV, cap. 23, vol. 6, pag. 93.16: li iddii Silvani e Fauni, li quali il vulgo chiama demoni incubi, sono stati alle femmine molto importuni, e desiderato e commesso con loro adulterio... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[1] Gl Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. IX, cap. 12 rubr., pag. 714.7: Capitolo .xij. De l'incubo, cioè quando alcuno dormendo si sente kadere adosso cosa grave.
[2] Almansore volg., XIV po.q. (fior.), L. IX, cap. 12, pag. 714.10: Quando alcuno dormendo si sente kadere adosso una cosa grave, noi diciamo allotta ke elli àe l'incubo, per la quale cosa nel suo medicamento non si dee tardare, imperciò ke questo cotal male è via al male maestro...