MORMORÌO s.m.

0.1 mormori, mormorii, mormorio, mormorìo, mormorío, mormorj, murmorio, murmureo, murmarie, murmuriu; f: mormoreo.

0.2 Lat. mediev. murmurerium.

0.3 Albertano volg., 1275 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Albertano volg., 1275 (fior.); f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Anche s.f. (murmarie).

0.7 1 [Detto delle acque correnti:] rumore sommesso e prolungato. 1.1 [Rif. a una corrente d'aria:] lieve sibilo. 1.2 [Rif. ad animali:] guaito (di un cane); ronzio (di un insetto). 2 [Detto di persone:] il parlare sottovoce. 2.1 Gemito sommesso. 3 Espressione di malcontento; [in partic.:] vocio confuso e prolungato di un gruppo di persone che esprimono malcontento. 3.1 Estens. Abitudine o peccato di parlare male (del prossimo o specif. di qno).

0.8 Aurelio Malandrino 12.10.2017.

1 [Detto delle acque correnti:] rumore sommesso e prolungato.

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 25, pag. 167.22: li fiumi altissimi corrono cu(m) picciolo mormorio.

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 19.11: Le quali lo padre non ricevette altrimenti, che faccino gli scogli e mormorii del mare...

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 25, pag. 435.4: trovai l'acque che si moveano con mormorio chiare infino al fondo...

[4] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. X [Phars., X, 272-331], pag. 197.10: tutte le cose triemano per l'onde, e per molto mormorio del mare lo schiumoso fiume diventa biancho con le non volontarose onde.

[5] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 20, 16-30, pag. 563.38: di pietra in pietra; e per lo perquoter delle pietre fa l'acqua tale mormorio...

1.1 [Rif. a una corrente d'aria:] sibilo.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 10, pag. 625.23: i primi raccoglimenti de' venti folti fremiscono nelle selve, e i ciechi mormorii gli ravvolgono manifestando ai marinai i futuri venti.

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 3.11: Quelli [[scil. i venti]] indignandosi, con grande mormorio del monte, fremiscono intorno a li chiostri loro. || Cfr. Verg., Aen., I, 55-56: «illi indignantes magno cum murmure montis / circum claustra fremunt».

1.2 [Rif. ad animali:] guaito (di un cane); ronzio (di un insetto).

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 36, pag. 177.20: i suoi [[scil. di un cane]] occhi, infiammati di laida rossezza, parea che della testa schizzare gli dovessero, e con doloroso mormorio [[...]] in piccolo spazio scoppiando quivi morì.

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 7, cap. 7, pag. 208.26: pognendo altri spesse volte l'orecchie all'arnie, cognoscerà, e udirà il mormorio [[scil. delle api]].

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 24, vol. 2, pag. 43.23: noi, avegna che dell'età giovane, molte cose avendo già vedute, al postutto il mormorio delle mosche non temiamo.

[4] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 9, cap. 103, vol. 3, pag. 164.11: quando [[gli alveari]] son pieni di pecchie, e vi sentiamo piccolo mormorio...

2 [Detto di persone:] il parlare sottovoce.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Elena, pag. 158.24: io dissi alcuna volta con basso, ovvero con lungo mormorio...

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 517.21: Dicesi che lli mormorii delle parole vennero alli fidati orecchi della balia...

[3] f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (umbr.-tosc.), L. XI, cap. 24, pag. 529.10: lì non sono cani che abaiano e non ci sono fere, lì non sono pecore e lì non sono arbori li quali se movono per vento, lì sono mormorei de uomini, lo quale mormoreo basso induce voluntà de dormire. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[4] Gl f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. V, cap. 20, pag. 185.36: Il mormorio, overo propiamente secundo il nostro testo parlando, il susurro della occulta parola... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

- [Rif. in partic. ai sussurri degli amanti].

[5] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 347.13: Né non restino le lusinghevoli boci e li giocondi mormorii, né le sfacciate parole tacciano in mezzo i giuochi.

[6] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 155.9: Voi, amanti, primi vedeste la fessura, e di quella faceste via di voce; e sicuramente per quella passavano le lusinghe dell'amore con piccolo mormorio.

2.1 Gemito sommesso.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 94.9: Quella, vedente con torto occhio la dia fuggente, diede piccoli mormori; e dolfesi della prosperità di Minerva...

[2] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. V [Phars., V, 141-236], pag. 81.30: la schiumosa rabbia l'uscìa per la invasata boccha, e pianti e mormorii con anxante discorrimento.

3 Espressione di malcontento; [in partic.:] vocio confuso e prolungato di un gruppo di persone che esprimono malcontento.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 12, pag. 754.18: La serocchia, veggendo queste cose e levare il mormorío, discese in mezo delle schiere e la battaglia vieta e disse...

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 147.2: Gli altri n' ebbono invidia; e 'l mormorio era per tutta la schiera.

[3] Valerio Massimo, red. V1, a. 1336 (fior.), L. 6, cap. 2, pag. 414.2: «Tacciano coloro, a li quali Italia è matrigna.» E nato di questo uno mormorìo, [[Scipione]] disse...

[4] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 119.24: Sikì per lu loru grandi murmuriu Eneas spavintatu spiyau a so patri Ankises...

[5] Guido da Pisa, Fiore di Italia, a. 1337 (pis.), cap. 33, pag. 80.8: Posto che fu lo campo in questa solitudine, nacque un grande mormorio nel campo per la fatica del cammino...

[6] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 49, pag. 203.23: Cominciossi per la corte un gran mormorio...

[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 13, vol. 1, pag. 430.24: quegli che reggeano la città di Firenze a parte ghibellina, sentendo nella città il detto subuglio e mormorio...

[8] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 77.23: nel tenpo di miser Renaldo, detto di sopra, arse el palazo de' Ranucini, e in che modo s'andasse non si seppe d'unde el fuocho si venisse, e funne in Siena un grande mormorio.

[9] Stat. fior., a. 1364, cap. 42, pag. 108.19: per le inutili e superflue expese [[...]] e mormorio e scandalo ne sogliono nascere alchuna volta...

3.1 Estens. Abitudine o peccato di parlare male (del prossimo o specif. di qno).

[1] f Cassiano volg. (A), XIII ex. (sen.), Collaz. V, cap. 15, pag. 87v.9: dela superbia nasce el dispregio, la invidia, la inobedientia, la bastemia, il mormorio e 'l conte[n]dere. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 28.22: l'umilitade è propriamente madre d'ubbidienza, e la nudrisce e guarda ch'ella non si corrompa nè per vana gloria nè per trestizia, nè per mormorìo...

[3] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 2, pag. 10.5: per l'amore di Cristo, amiamo e nostri prossimi come noi medesimi, guardandoci da ogni mormorio di prossimo...

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X, 8, pag. 685.33: Quali stati, quai meriti, quali avanzi avrebbon fatto Gisippo non curar di perdere i suoi parenti e quei di Sofronia, non curar de' disonesti mormorii del popolazzo...

[5] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 105, pag. 281.4: i Giudei l' adomandavano il dì della festa, e dicevano: Dove è quegli? E molto mormorio era di lui nella turba.

[6] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 119, pag. 160.7: la humilitati est propriamenti matri di obedientia et la nutrica et guardala ki illa non si corrumpa nì per vanagloria nì per tristitia nì per mormoriu nì per propriu sennu...

- S.f.

[7] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 190.40: Sia muto al disinore, sordo alle murmarie, cieco alla vanità...