VÈNERE (1) s.f.

0.1 vener, venere, voneri.

0.2 Lat. Venus, Venerem (DELI 2 s.v. venere).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

0.5 Locuz. e fras. di venere 1.1; erba venere 2.

0.7 1 [Con rif. alla dea romana dell'amore:] lo stesso che lussuria. 1.1 Fig. Locuz. agg. Di venere: incline all'amore. 2 [Bot.] Locuz. nom. Erba venere: lo stesso che verbena.

0.8 Aurelio Malandrino 08.04.2019.

1 [Con rif. alla dea romana dell'amore:] lo stesso che lussuria.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 25.132, vol. 2, pag. 440: Al bosco / si tenne Diana, ed Elice caccionne / che di Venere avea sentito il tòsco.

[2] Ceffi, Pistole di Ovidio Nasone, c. 1325 (fior.), ep. 17 [Elena a Paride], pag. 598.2: Più aconcia si dimostra la tua persona all'amorosa Venere che al bataglieroso Marte.

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 274.5, pag. 179: Bachato siegui il stimolo di Venere; / occïoso putessi plu che fimo...

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 45, pag. 123.33: in brieve termine insegnate conoscer le lettere, fece loro leggere il santo libro d' Ovidio, nel quale il sommo poeta mostra come i santi fuochi di Venere si deano ne' freddi cuori con sollecitudine accendere.

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 22.45, pag. 399: Guata / questa gente bestiale e senza legge / come al piacer di Venere s'è data.

[6] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/94 (tosc.occ.), c. 25, 121-132, pag. 610.26: Che; cioè la quale Elice, di Venere; cioè de la lussuria, avea sentito 'l tosco...

- [Rif. a un animale].

[7] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (i), par. 35, pag. 26.22: gli animali sogliono per queste due cose, per lo cibo e per Venere, essere ferocissimi, e massimamente la lonza, la quale è di sua natura lussuriosissimo animale.

1.1 Fig. Locuz. agg. Di venere: incline all'amore.

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 35, pag. 799.28: Adunque, come avete udito, così di Venere diventai, la quale veggendo io sollecita ad aiutare i suoi, grandissima cagione fu a me di seguire la sua deità...

2 [Bot.] Locuz. nom. Erba venere: lo stesso che verbena.

[1] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 163, pag. 299.18: recipe la he(r)ba ch(e) se dice pannocea, et i(n) altro nome se dice herba vone(r)i, et i(n) alt(r)o nome se dice peoclame, et i(n) alt(r)o nome se dice galbe trito...