RAGAZZO s.m.

0.1 rachasi, ragaççi, ragaçço, ragaççu, ragaçi, ragacio, ragassi, ragasso, ragazi, ragazo, ragazzi, ragazzo, raghazo, raghazzo, reaçço, regaci, regazzi, rigazo, rragazo.

0.2 Ar. raqqaz (DELI 2 s.v. ragazzo).

0.3 Doc. sen., 1277-82: 1.

0.4 In testi tosc.: Doc. sen., 1277-82; Quad. F. de' Cavalcanti, 1290-1324 (fior.), [1300]; Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.).

In testi sett.: Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, a. 1360; Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

In testi sic.: Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. ragazzo della stalla 1; ragazzo di stalla 1.

0.7 1 Addetto a mansioni umili, di solito svolte in giovane età, come quella di servo, di mozzo, di sguattero, di corriere o di valletto.

0.8 Sara Natale 28.04.2018.

1 Addetto a mansioni umili, di solito svolte in giovane età, come quella di servo, di mozzo, di sguattero, di corriere o di valletto.

[1] Doc. sen., 1277-82, pag. 454.3: Ancho XVIII den. nel dì a uno ragazo ch' andò chon Tigo a Fiorenza.

[2] Quad. F. de' Cavalcanti, 1290-1324 (fior.), [1300], pag. 14.20: Die XXIJ di ma(r)zo mi ma(n)dò il Papa da Cholle i· raghazo, (e) p(re)sta'gli due fior. d'oro.

[3] Immanuel Romano, XIII/XIV (tosc.), 5.52, pag. 324: E qui faconieri, - maestri e scudieri, / ragazzi e corrieri, - ciascun per sé andare.

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 23.32: e disiderare di cuore sanza infignimento di esser tenuto per vile e per ragazzo, e villanamente trattato...

[5] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 559, vol. 1, pag. 350.7: conciò sia cosa che sotto la detta Biccherna sieno le stalle de la podestà, et dimorino li ragazi ine...

[6] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 7, 8.71, vol. 3, pag. 96: Fornisci bene e forte / freni e le selle accorte, / e per quegli buon' ragaçi, / né menar dietro paçi.

[7] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 12, cap. 1.33, pag. 302: Guardisi da sergienti e da ragazzi...

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 29.77, vol. 1, pag. 498: e non vidi già mai menare stregghia / a ragazzo aspettato dal segnorso...

[9] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 89, pag. 51.14: imperciò che incontanente caccioe del campo tutti li vili ragazi e vietoe che li mangiari cotti non si vendessero in palese e non sostenne che alcuno servo fosse nella schiera o bestia da soma a servigio de' kavalieri, acciò ch'elli medesimi portassero l'armi loro.

[10] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 45.2: et ancora se tuolle da puocho in qua J sacho che tolle li rachasi, lo qual sacho sono ben 1/3 de soma de tuta la nave.

[11] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 20, pag. 165.1: parole più ingiuriose, e villane, che non direbbe uno sgherro a un suo ragazzo.

[12] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 6, vol. 1, pag. 415.1: per dispregio, a lloro ragazzi che menavano i cavagli a l'acqua faceano spregiare, e dire onta e villania...

[13] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 15.8, pag. 435: ché veggio Lucca mia castel di Pisa, / e' signor fatti servi de' ragazzi.

[14] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), III, ott. 5.3, pag. 40: Quivi era gente di vil condizione, / bigliocchi, portatori e beccamorti, / ragazzi che facean nuovo sermone, / streghie sonando e pannatoi ritorti...

[15] Legg. S. Giuliano, XIV m. (tosc.), pag. 249.15: E tutto solo montò a cavallo; e cavalca verso suo palagio: e questo malvagio valletto li trottava di drieto a guisa d' uno ragazzo.

[16] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 4, pag. 542.22: le vile persone chi sieno tenute agli vili ministerij, come sono i mulateri, asenari e coloro chi portano le legne per lo fuocho e li cochi e li ragaççi e li altri simigliveli...

[17] Anonimo Rom., Cronica, a. 1360, cap. 26, pag. 223.11: A ciò respuse lo legato e disse: «Bene se vederao che miei prieiti serraco più valorosi che llo profietto con suoi regazzi».

[18] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 8, pag. 146.2: tutte quelle cose faccendo che a fante o a ragazzo possono appartenere.

[19] Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 114, pag. 152.20: et dexiderari di cori sença fingimentu di essiri tinutu per vili et per ragaççu et vilime[n]ti tractatu...

[20] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 98.4: Hic scutifer id est lo ragaçço.

- Locuz. nom. Ragazzo della/di stalla: addetto al lavoro nella stalla.

[21] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 14, pag. 121.17: Lo papa è più servo che non è lo ragassodella stalla, però che quelli àe ad guardare un chavallo et la stalla, ma lo papa àe ad aver provedentiam l ad tutto 'l mondo...

[22] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 8, pag. 37.19: e gli so' fanti e famigli e regacide stalla...

[23] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 59, vol. 1, pag. 112.13: voleno di salaro le fanti, femine rozze e sanza essere ausate a servigio, e ' ragazzidella stalla, il meno dodici fiorini l'anno, e i più esperti XVIII e XXIIII...