GRAVEZZA s.f.

0.1 graveça, gravecca, gravecça, graveçca, graveçça, gravecçe, graveççe, graveçe, gravecza, gravecze, gravessa, gravesse, graveza, graveze, gravezza, gravezze, graviça, gravice, gravicza, graviczi, graviza, gravizi.

0.2 Da grave.

0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 6.1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Lett. lucch., 1295 (2); Lett. sen., XIII u.v.; Stat. pist., 1313; Simintendi, a. 1333 (prat.); Lett. volt., 1348-53; Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Stat. venez., 1344; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Doc. ver., 1375 (4); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. tod., 1305 (?); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Doc. orviet., 1334; Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); f Bagni di Pozzuoli, c. 1340 (napol.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Doc. orviet., 1339-68, [1353]; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Stat. catan., c. 1344.

0.5 Nota la rara variante morfologica gravezze, solidale al tipo che continua la V declinazione lat. (cfr. Rohlfs, § 355) in f Bagni di Pozzuoli, c. 1340 (napol.), XI De Subvenit Egris, 191, pag. 46: «se leva graveçe de podagra».

Locuz. e fras. avere a gravezza 5.1.2; essere a gravezza 7.1; essere gravezza 5.1.1; fare gravezza 6.1; tenere a gravezze 7.2; tenere in gravezza 5.1.2.

0.7 1 Peso, spinta di particolare intensità esercitata da un corpo (anche in contesti fig. e con valore metaf.). Estens. Corpo che ha un peso notevole. 1.1 [Con rif. all'aria:] densità. 1.2 Proprietà di ciò che è pesante. 2 Senso di disagio e di affaticamento fisico (derivato in partic. dal sostenere forti pesi); spossatezza del corpo, stanchezza. 2.1 Estens. Fatica, sforzo, disagio. 2.2 Torpore e insensibilità del corpo, pesantezza delle membra; ottundimento dei sensi. 2.3 Senso di oppressione o di sofferenza nell'organismo. Estens. Stato di salute malfermo. 2.4 Fig. [Rif. alla lingua:] impacciamento (nel parlare). 3 Sgradevolezza, carattere che suscita ripulsa, tedio o altre sensazioni neg. 4 Asprezza, severità. 5 Afflizione dell'animo, ambascia. Estens. Condizione di tristezza o di infelicità. 5.1 Risentimento, dispiacere causato da un vissuto neg. 5.2 Stato d'animo di inquietudine e di preoccupazione. 6 Azione o evento che danneggia qno (spec. ingiustamente). 6.1 Ciò che danneggia o è difficile da sopportare. 7 [Dir.] Imposizione pecuniaria da parte di un'autorità. 7.1 Fras. Essere a gravezza: essere imposto; essere tassato. 7.2 Fras. Tenere a gravezze: assoggettare a tributi. 8 Carattere di ciò che assume rilievo per i suoi effetti neg. 8.1 [Con rif. a colpe o peccati:] rilevanza dovuta al forte grado di negatività morale. 8.2 Carattere insalubre. 9 Contegno improntato a serietà e austerità. 9.1 [Con rif. a un detto o a un discorso:] solennità di forma e contenuto. 10 [Prob. per errore di traduzione:] massa, spessore, rigonfiamento.

0.8 Marco Maggiore 20.01.2017.

1 Peso, spinta di particolare intensità esercitata da un corpo (anche in contesti fig. e con valore metaf.). Estens. Corpo che ha un peso notevole.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 18.14: se quel corpo è mal disposto e compressionato di mali homori, la anima per gravezza del corpo perde la conoscenza delle cose, sì che appena puote discernere bene da male...

[2] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 8.11, pag. 37: ch'elle [[scil. le macine]] non hanno fondo, ma stranezza / hanno di peso, sì che lo palmento / n'andria giù in perfondo per gravezza, / ché di piombo è ciascun loro reggimento.

[3] Giovanni Campulu, c. 1315 (mess.), L. 4, cap. 23, pag. 147.2: quasi pir zo trimau la terra, comu non putissi sustiniri la graviza di la sanctitati de killu abbati mortu.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 32.74, vol. 1, pag. 552: E mentre ch'andavamo inver' lo mezzo / al quale ogne gravezza si rauna, / e io tremava ne l'etterno rezzo...

[5] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 6.23: Sopra questi [[scil. venti]] puose lo fermamento del cielo che non hae gravezza, nè alcuna cosa del fastidio della terra...

[6] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 6, pag. 620.20: Considera l'angelica natura, creata sanza corpo e sanza veruna gravezza e sanza corruzione...

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 2, vol. 1, pag. 113.18: e standu da supra unu di quilli Magi et premendulu per graviza di so corpu in unu locu obscuru...

[8] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), tenz. 14, 2.7, pag. 800: E con teco parlando, a tanto esgorgo: / che con deletto porteria sul tergo / onne gravezza, sì al tuo voler m' ergo...

- Fig.

[9] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 400.8: Nelle quali cappe significa per lo piombo, la gravezza e viltade della loro coscienza spirituale, ricoperta di fuori con lisci[a]ta bellezza d'onestà...

1.1 [Con rif. all'aria:] densità.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. II, pt. 3, cap. 3d, pag. 76.7: dove è 'l vento, [[...]] è mestieri che ssia aiere spesso e grave, e per la graveza fiere lungo la terra e non molto ad alto.

1.2 Proprietà di ciò che è pesante.

[1] <a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.)>, L. 3, cap. 21, vol. 1, pag. 281.22: se tre parti di spelda con la quarta parte di fave si mischi, della soperchievole gravezza delle fave, e della molta leggerezza della spelda si fa pane assai bello e buono...

2 Senso di disagio e di affaticamento fisico (derivato in partic. dal sostenere forti pesi); spossatezza del corpo, stanchezza.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 4, pag. 43.4: Ed ancora un' altra cagione perchè le legioni sono menomate è, che chi ha maggior gravezza in portare più arme, maggiormente non è riguiderdonato...

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, introduzione, pag. 9.12: Questo orrido cominciamento vi fia non altramenti che a' camminanti una montagna aspra e erta, presso alla quale un bellissimo piano e dilettevole sia reposto, il quale tanto più viene lor piacevole quanto maggiore è stata del salire e dello smontare la gravezza.

[3] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 50, Annunciazione, vol. 2, pag. 430.16: cioè perch'ella fue primitiera di verginità, produttiva sanza corrompimento, gravida sanza gravezza e partorente sanza dolore.

- [Anche con rif. al peso della vecchiaia].

[4] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 7, vol. 2, pag. 94.13: Eaco medesimo, tardo pella gravezza del tempo, uscì fuori a lui; e domandollo per che cagione era venuto.

2.1 Estens. Fatica, sforzo, disagio.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 27.61, pag. 100: Non mi fue con gravezza / lo dolze acordamento / ch'ag[g]io co la mia donna...

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 5, pag. 19.9: Questo comandamento pare contra natura, e pare impossibile e di somma gravezza: contra natura pare ch'io ami il nemico mio.

[3] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 5, pag. 21.1: s'elli non è subietto in ciascuna condizione, sempre con fatica e con gravezza procede nel suo servigio e rade volte quello continua...

[4] Lett. volt., 1348-53, pag. 208.22: E non bisognava che voi in ciò prendesti questa faticha e graveça, nè a noi conducerci de ciò a piato o questione con messer Nastocio...

[5] A. Pucci, Reina, a. 1388 (fior.), II, ott. 39.8, pag. 254: la festa e l'allegrezza / fu tal, che a dire mi sare' gravezza.

2.2 Torpore e insensibilità del corpo, pesantezza delle membra; ottundimento dei sensi.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 221.15: Chi non ha udita l'acqua Salmace, e' laghi d'Etiopia? gli quali chiunche assaggia, od egli impazza, od egli sostiene maraviglioso sonno per gravezza.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 18, proemio, pag. 406.8: Beatrice il remosse dalla gravezza di quella imaginativa, e redusselo alla persecuzione di questa opera...

[3] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 55.20: Veleni de la terça generatione uccidono per loro freddeça, siccome fa l'oppio, et ciò si conosce per graveçça di sonno, et per turbamento de la memoria et de la ragione...

[4] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 50.8, pag. 321: Di star in orazion tutti li prega: / la gravezza del sonno ciò far nega.

[5] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 10, pag. 583.18: e, pir kistu minari di li gambi, li nervi, ki eranu facti pigri pir li homuri ki cursinu, la loru graviza perdinu sikí lu cavallu premi beni supra li petri...

2.2.1 [Con rif. a bevande o cibi:] attitudine ad affaticare l'organismo o a suscitare torpore.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 47, pag. 426.7: Il vino terrestro e grosso è contrario al sottile aquoso, onde lo stomacho grava, [[...]] l'orina non provocha e tardi al capo sale per la sua graveza e grosseza, e inperò none agevolemente inebria.

2.3 Senso di oppressione o di sofferenza nell'organismo. Estens. Stato di salute malfermo.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 5, pag. 25.3: uno cavallieri che era molto amato da uno grande signore si infermò molto fortemente, e quando lo signore che tanto l'amava intese la sua graveçça, sì [l'] andoe a visitare...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 25, pag. 231.12: Voi vi volete sottomettere a Cesare, non per travaglio d'assedio, nè per gravezza di fame, nè per altra fatiga.

[3] Cavalca, Specchio di croce, a. 1333 (pis.), cap. 25, pag. 110.4: Le predette considerazioni, le quali ci mostrano la gravezza del dolore di Cristo, ci debbono muovere ad avergli compassione...

[4] f Bagni di Pozzuoli, c. 1340 (napol.), XI De Subvenit Egris, 191, pag. 46: tucte se 'nce recreano, ne la sua acqua stando: / chà se leva graveçe de podagra, / chà se perde dolore de ciragra. || LirIO; non att. nel corpus da altre ed.

[5] Lett. volt., 1348-53, pag. 176.18: E non obstante che fusse in tanta gravecça dela persona in Casale, gli ançiani di Pisa gli feceno mandare comandando ch'egli dovesse andare a certi confini a llui per ogni ragione molto impossibili...

[6] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 55.22: et ciò si conosce [[...]] per turbamento de la memoria et de la ragione, freddo et graveçça di pecto con angoscia...

[7] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 19, pag. 24.34: E provoca la urina e li menstrui e resolve le inflacion. E induxe graveça de cavo. E çoa al polmon e al figò e a le rene.

[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 71, pag. 187.22: l'occhi greve, lu capo dimisso, et g(ra)veça de tucto lu corpo, (e) la tussa, defectu de appetitu et spetialem(en)te de bive(re)...

- [In partic. con rif. agli occhi:] sensazione di debolezza che impedisce di tenere le palpebre aperte.

[9] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 2, pag. 4.32: e vale propiamente ad ongne vitio del capo per frigilitade e a graveçça d'occhi e ad ogne oscuritade...

[10] Quatro partite del corpo, 1310 (fior.), pag. 244.13: Quando nel capo si racoglie alquno soperchio sì avràe li ochi tenebrosi e osquri, e graveza nelle ciglia overo perqussione nele tenpie...

[11] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 46, col. 2.6: Alla graveçça delle palpebre per ventositade grossa che ssi chiama acubitus e alcuna volta sente quasi come fosse rena o polvere nelli occhi.

2.4 Fig. [Rif. alla lingua:] impacciamento (nel parlare).

[1] Quatro partite del corpo, 1310 (fior.), pag. 244.25: e se in esso [[scil. petto]] si raguna soperchio per ofendere, sì tti ne potrai avedere per questi segni, cioè: graveza nella lingua, falso e grosso apetito, nela boca e nelo stomaco sentire lo cibo acierbo...

3 Sgradevolezza, carattere che suscita ripulsa, tedio o altre sensazioni neg.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1619, pag. 232: E 'l detto sia soave, / e guarda non sia grave / in dir ne' reggimenti, / ché non puo' a le genti / far più gravosa noia: / consiglio che si moia / chi spiace per gravezza, / ché mai non si ne svezza...

4 Asprezza, severità.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 23, cap. 4, par. 11, pag. 375.24: La divina ira con lento grado va alla sua vendetta, ma la sua tardità compensa per gravezza di tormento.

[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 11, pag. 184.6: non guardandomi dalla presenza della mia balia, con voce oltre alla donnesca gravezza rabbiosa e con pianto oltre ad ogni altro grandissimo così dissi...

5 Afflizione dell'animo, ambascia. Estens. Condizione di tristezza o di infelicità.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 6, pag. 304.3: cosa è vile ad cului ad cui è troppo caro 'l corpo, et questo è gravezza e pena de l'animo.

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 25, pag. 303.5: se gravessa v'è ed èvi amore, non dire puòsi gravessa. Amore, di sua propia natura, onni grave alleva e onni amaro adolsa.

[3] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 37.40, pag. 547: ed io piango e sospiro / e pato gran martiro: / aspet[t]ando alegreza / vivo con gran graveza.

[4] Lett. sen., XIII u.v., pag. 48.27: Inpercioché la nostra natura è debile e 'nferma et da le vanità del mondo riceve molta graveçça, è bisogno che spessamente sia sollecetata et confortata acciò che non perisca...

[5] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 121-30, pag. 58.6: Maravigliom' io di te che ne domandi, con ciò sia cosa che io sappia che tu non una volta, ma molte già dimorato ci sii, quantunque forse non con quella gravezza che ci dimori al presente - .

[6] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 27.81, pag. 80: in ne la Spagna Viriato apparve / ch'assai mi fe' sentire al cuor gravezza.

[7] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 50.20, pag. 67: l'avaro zappador l'arme riprende, / et con parole et con alpestri note / ogni gravezza del suo petto sgombra...

5.1 Risentimento, dispiacere causato da un vissuto neg.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 12, pag. 29.3: elle si recherebbero questi fatti fortemente a gravezza, e sceverrebbersi da te, e partirebberti da' buoni...

5.1.1 Fras. Essere gravezza: dispiacere, rincrescere (a qno).

[1] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 2.14, pag. 29: ed Amor m'ha dato di sé contezza, / sì ca cciò dir per voi non m'è gravezza.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 36.68, pag. 131: Anema, si tu pense ne lo gaudio beato, / non te sirìa graveza guardarte dal peccato...

[3] Stat. tod., 1305 (?), pag. 286.24: si degano tucti quigli de la nostra casa dicere per l'anema del decto morto XXV p. con eternam et chi no gli dicerà fra octo dìne et fossegli graveçça el dire, che dega pagare IIJ d(enari)...

5.1.2 [In frasi neg.:] fras. Avere a gravezza, tenere in gravezza: rammaricarsi (di qsa).

[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 37.41, pag. 547: In graveza non tegno / tut[t]o il male ch'io sento; / l'agio per te più fino, / ch'io mi coso tuo servo / e contento mi tegno...

[2] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 33, pag. 99.9: E ben saço e cognosco [[...]] k'eo, facendo Raxone, per la quale lo mundo se rege, aio facto a desplacere ad altri. Et eo li prego ke per honor de lor non l'abiano a graveça.

5.2 Stato d'animo di inquietudine e di preoccupazione.

[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 12, pag. 126.22: vedendo Antonio che molti avevano gravezza di lui e sollecitudine di mandarli che vivere...

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, Proemio, pag. 4.26: Essi, se alcuna malinconia o gravezza di pensieri gli affligge, hanno molti modi da alleggiare o da passar quello...

6 Azione o evento che danneggia qno (spec. ingiustamente).

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 1, pag. 282.14: ei cavalieri debbono intendere [[...]] a contrastare a quelle persone che alle vedove ed alli orfani ed all'altre somiglianti persone vogliono fare noia o gravezza di tòllar lor il loro bene e 'l loro onore.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 9, pag. 41.21: se tuttodì ricevessero le 'ngiurie e le gravezze, e avessero a portare quello che avete voi, forse che cadrebbono come voi.

[3] Microzibaldone pis., XIII/XIV, 3, pag. 197.21: rimovendo al postutto ogna ingiuria e gravessa facta nel tuo regno, nulla faccendo diferentia in dele persone né in dei gradi degli omini...

[4] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 818, pag. 53: O Eva, dis'io, qual ofensione / avisti dal mio fio, o qual graveza, / che tu fusti de soa morte chasone?

[5] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 186.25: Ancora lo mio Boezio, pericolato per vane cagioni, sostenne molte gravezze nella carciere di Pavia.

6.1 Ciò che danneggia o è difficile da sopportare.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 17 (66), pag. 242.18: Se dala n(ost)ra parte ve(n)isse i(n)iuria o offesa p(er) la quale li n(ost)ri cidadini devesseno po(r)tare graveça, da sustine(re) serave patiente m(en)te.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 14: Sigurtà è no(n) dubbitare le gravesse apparecchiate a venire u che sono vicine ale cose apparecchiate (et) comi(n)ciate.

[3] Lett. lucch., 1295 (2), pag. 22.9: Ancho mandiamo a lLabruccio che ffatto lo chointo che ssia a mess(er) Aimo(n)do (e) chorteçeme(n)te li mostri lo grande da(m)magio (e) gravessa avemo portata p(er) lui...

[4] Stat. palerm., 1343, cap. 14, pag. 25.8: cosa ki di lingnaiu di piccatu murtali fussi, per la quali li predicti frati patri consiglaturi e favurivuli amichi nostri in Christu di putissiru aviri oy consicutari alcuna graviza...

- Locuz. verb. Fare gravezza (a qno): danneggiare.

[5] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 142.3, pag. 59: Per terra non poteo far lor gravezza, / per mar diè llor battaglia e griev' e dura.

7 [Dir.] Imposizione pecuniaria da parte di un'autorità.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 41, pag. 258.21: Tutti li maestri di fisica e d'arti, che volevano dimorare in Roma a tenere scuola, fussero franchi d'ogni gravezza...

[2] Stat. sen., 1305, cap. 1, pag. 4.3: che nesuna cosa o ver possessione la quale non sia del detto Spedale, sia defesa da le gravezze e da le esazioni del Comune de Siena per alcuno, a nome del detto Spedale.

[3] Stat. pist., 1313, cap. 36, pag. 196.29: [C]onciosiacosa ke la cappella overo l'Opera del beato mess(er) Santo Jacopo apostolo sia stata se(m)pre libera e sença alcuna graveçça, [[...]] p(ro)veduto et ordinato è ke nullo preite [[...]] di Santo Jacopo possa [[...]] pagare [[...]] alcuno datio...

[4] Doc. orviet., 1334, docum. 24 agosto, pag. 176.6: si le predette cose importassero più di graveza a' detti conti e baroni che non sonno tenuti al comuno d'Orvieto per li pacti fra' detti conti e baroni e 'l comuno...

[5] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 211.5: gl'Ascesciane pagheronno tutte le date e le collte che se poronno per lo comuno de Peroscia e tutte le graveçe reale e personale qualunche serà...

[6] Stat. venez., 1344, cap. 45, pag. 377.17: e sia tegnudo de pagar la luminaria, e per caritade segondo che paga li altri fradeli de la scuola, e no sia tegnudi ad alguna altra graveçça.

[7] Doc. orviet., 1339-68, [1353], pag. 135.32: E che dega esse' fiore d'o(n)ne graveça di chomunu; e chosì li fu promessu da' priiori ch'ierano a quellu te(n)pu, sichome iio ò trovatu.

[8] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 4, pag. 3: Per le multe graviczi che li tirandi li puneano, / Sempre a lloro facende vacavano et attendevano...

[9] Doc. ver., 1375 (4), pag. 353.32: se i diti p(r)iori e frè dala Tomba de' pagaro le dite graveçe cu(m) la dita chierexia...

[10] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 149.7: anco potessi guastare lietti de fiumi e trasmutarli aitrove; anche potessi imponere gravezze e deponere allo benepiacito.

7.1 Fras. Essere a gravezza: essere imposto; essere tassato.

[1] Marchionne, Cronaca fior., a. 1385, Rubr. 586, pag. 210.10: La tassa della città era centomila fiorini a gravezza, la quale era tassata per sesto in questo modo...

7.2 Fras. Tenere a gravezze: assoggettare a tributi.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 90, terz. 34, vol. 4, pag. 169: E perchè no 'l tenessero a gravezze, / gli assegnar loro sopra le gabelle / del Comun nostro, e poi per più certezze, / e perchè non dubbiasser di cavelle, / i detti Mercatanti promettieno / di pagare essi, non pagando quelle...

8 Carattere di ciò che assume rilievo per i suoi effetti neg.

[1] Pistole di Seneca, XIV m. (fior.), 91, pag. 268.9: la novità della quale non si prende guardia, aggiugne più gravezza a' pericoli.

8.1 [Con rif. a colpe o peccati:] rilevanza dovuta al forte grado di negatività morale.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 1, cap. 8, pag. 14.15: Manifesto è che lla hoffensione la quale ad alchuna persona si fa à tanta graveza in see di colpa quant'è la dingnità della persona a ccui s'ofende...

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 33, pag. 167.13: Or sarebbe da vedere qui molte cose intorno a questa materia: prima la gravezza di questo peccato, apresso come s'agrava più questo peccato...

[3] Stat. catan., c. 1344, cap. 10, pag. 43.9: e sicundu la graviza di lu fallu oy altra circunstancia, faça la penitencia cu omni humilitati a la discriciuni di kissu maiuri.

[4] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 18.3, pag. 28: Commettitor di scandal, d' uccisioni, / da un demonio son tucti tagliati / secondo la gravezza de' peccati / da lor commessi spietati et felloni.

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 53.17: E se per tanto pizola accaysune, quale fo chesta de esserenno licenciati li Greci che non devessero ademorare a lo regno de Troya: purriase ben dicere che fo causa multo legiere e colpa senza graveze, de che no se convenne che tanto male nde devesse insire...

8.2 Carattere insalubre.

[1] Deca terza di Tito Livio, XIV m. (fior.), L. 5, cap. 26, pag. 59.27: Li Siciliani come primieramente videro per la gravezza del luogo divulgarsi la 'nfermità, ciascuno nella sua propinqua città se n' andò...

9 Contegno improntato a serietà e austerità.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 49, vol. 3, pag. 152.6: E l'ufficio di confortare si appartiene a colui che ha in sè grazia di costumi e gravezza, ed esercizio di virtude, unità d'opinione e concordia di mettere amore...

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 44, pag. 228.10: Vedete quanto è graziosa cosa la fermezza e la gravezza de' costumi? Li uomini vani e lievi di cuore sono avuti per neente.

[3] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 7, cap. 2, par. 5, pag. 143.6: Ridere d' altrui ed esser riso di te lascia stare a' mondani: alla tua persona gravezza conviene.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 10, cap. 100, vol. 2, pag. 579.9: Signore fu di poca gravezza e meno d'autorità, e in aspetto e fatto sanza scienza alcuna...

9.1 [Con rif. a un detto o a un discorso:] solennità di forma e contenuto.

[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 25, pag. 26.2: Bisogno fa che l'animo dell'uditore si commuova, quando la graveza del primaio detto per altre parole si rinnuova.

[2] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 4, pag. 19.17: conviemmi che con più alto stilo dea [al]la presente opera un poco di gravezza, per la quale paia di maggiore autoritade.

10 [Prob. per errore di traduzione:] massa, spessore, rigonfiamento. || In corrispondenza di lat. moles in Lucano, Phars.

[1] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. I [Phars., I, 584-638], pag. 16.17: ecco elgli [[scil. l'aruspice]] vede al capo delle vene crescere graveça d'altro capo... || Cfr. Lucano, Phars., I, 627-628: «ecce videt capiti fibrarum increscere molem / alterius capitis».

[u.r. 27.02.2022]