0.1 maggioranza, maggioranze, maggoranza, maiorança.
0.2 Da maggiore.
0.3 Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.): 3.
0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.).
0.7 1 Carattere di ciò che è più grande. 2 Condizione altolocata; preminenza sociale. Estens. Autorevolezza. 2.1 Alta carica politica o ufficio pubblico. 2.2 Meton. Persona potente (con connotazione ironica). 2.3 Insieme delle persone più potenti (di una città). 3 [In senso neg.:] atteggiamento di chi considera il prossimo inferiore a sé; superbia. 3.1 Atto di prepotenza; soverchieria.
0.8 Marco Maggiore 17.01.2019.
1 Carattere di ciò che è più grande.
[1] f Cassiano volg. (A, ed. Bini), XIII ex. (tosc.), Collaz. I, cap. 10, pag. 8.16: le quali cose non si richiederebbe di operare in questa vita, se non fossono più coloro che sono poveri e bisognosi e infermi; la quale maggioranza di moltitudine è pella disagguaglianza degli uomini... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[2] <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>, c. 19, pag. 350.5: dicendo, ch'elli era quivi iguale con gli altri, e non ci avea maggioranza di dignitade.
[3] f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg., a. 1361 (tosc.), L. X, cap. 1, pag. 417.8: allora quegli che per maggioranza di forza niente potea essere vinto, almeno sia superchiato per la mutazione de' combattitori. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
2 Condizione altolocata; preminenza sociale. Estens. Autorevolezza.
[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 184.1: molto il perseguitavano i Bordoni, che erano popolani arditi e arroganti; e più volte lo smentirono, e non guardavano a maggioranza d'aversari, nè che advenire ne potesse...
[2] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 18.4, vol. 1, pag. 219: Aggio alquanti veduti / che per lor senno o maiorança o possa, / quando una mischia è mossa, / porian chetar e menovar li mali...
[3] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 1, pag. 166.3: Ma siccome amatore dell'alta virtù dell'ubbidienza, ubbidendo alla loro maggioranza, sanza alcuna contesa parlerò al vostro altissimo intendimento...
[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 11, vol. 2, pag. 297.3: Ma messer Niccolò di Cesaro, il quale per lo re Luigi avea la maggioranza e llo stato, sì s'opuose, e non volle asentire...
[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 9, pag. 567.38: Ben vanno per ciò de' suoi sergenti spesso da torno, e tutti a dimostrazion della maggioranza di lei portano la verga e 'l piombino.
2.1 Alta carica politica o ufficio pubblico.
[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 271-80, pag. 86.1: Il quale ordine [[...]] ancora serva il mondo presente ne' papati, negl'imperi, ne' reami, ne' principati [[...]] e generalmente in tutti i maestrati e sacerdoti e nell'altre maggioranze, così divine come umane, gli uomini solamente, e non le femmine, preponendo...
[2] Boccaccio, Trattatello (Chig.), 1359/62, pag. 123.19: Questo fine ebbe la gloriosa maggioranza di Dante, e da' suoi cittadini le sue pietose fatiche questo merito riportaro.
2.2 Meton. Persona potente (con connotazione ironica).
[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 197, pag. 502.3: io venni a stare qui tra le maggioranze, poteva avere nel Canestruccio una casa per un pezzo di pane, ed era presso a' palagi de' rettori...
2.3 Insieme delle persone più potenti (di una città).
[1] f Giovanni Villani, a. 1348: E per numero ne vennero presi e legati de' Pisani in Firenze 13 centinaia d'huomini o piúe, e quasi la maggioranza di Pisa. || Crusca (1) s.v. maggioranza.
3 [In senso neg.:] atteggiamento di chi considera il prossimo inferiore a sé; superbia.
[1] Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.), 38, pag. 279: ch'amico che maggiore / vuol essere a tutt'ore, / parte come leone; / amor bassa e dispone, / perché in fin'amanza / non cape maggioranza.
[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 21, vol. 3, pag. 357.18: Tale fu la fine della risistenza de' Bardi contro al popolo per la loro superbia e maggioranza e per lo sfrenato popolo.
3.1 Atto di prepotenza; soverchieria.
[1] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 165.3: e sì perchè [[la città]] ne riuscierebbe anche più unita, e leverebbesi dimolte maggioranze di certe case grandi, che tiranneggiavano il loro Sesto essendo soli, ch' avrebbono compagnoni...